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Casa. Cambiano le norme sulla proprietà indivisa: alle società cooperative basterà solo l’accordo del 50% dei soci per vendere gli alloggi ai propri inquilini

Via libera oggi dall’ Assemblea legislativa al provvedimento che definisce le nuove procedure e condizioni di vendita degli alloggi che rientrano nella categoria della cosiddetta proprietà indivisa, quelli cioè dati in affitto dalle cooperative ai propri soci in modo permanente a canone agevolato. La delibera approvata in Assemblea dà corso a quanto già previsto dalla legge “Modifiche legislative in materia di Politiche sociali, per le giovani generazioni e abitative conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale”, del luglio scorso, che rimandava ad uno specifico atto dell’Assemblea la definizione delle modalità e dei criteri di vendita degli alloggi in regime di proprietà indivisa.

“Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione all’unanimità da parte dell’Assemblea della delibera che riguarda le cooperative di costruzione a proprietà indivisa- ha dichiarato la vicepresidente e assessore al welfare e alle politiche abitative, Elisabetta Gualmini -.Si tratta di correttivi alla normativa che la crisi economica degli ultimi anni ha reso necessari, e sui quali c’è stato da parte della Regione un impegno in prima persona e condiviso tra le forze politiche. È un caso emblematico- sottolinea la vicepresidente- in cui le istituzioni fanno gioco di squadra per offrire soluzioni concrete a problemi che emergono dai territori, e questo rappresenta senz’altro uno dei punti qualificanti del provvedimento. A questo si deve aggiungere- prosegue- che grazie alla delibera approvata oggi, la Regione avrà a disposizione ulteriori risorse per rispondere al disagio abitativo, contribuendo in questo modo a dare gambe alla filiera dell’abitare che rimane il faro della nostra azione politica in materia di politiche abitative”.

La principale novità riguarda la possibilità per le società cooperative di vendere gli alloggi ai propri soci se gli alloggi interessati sono almeno il 50% dell’edificio realizzato con contributi pubblici (e non del 100% come precedentemente richiesto). Nel provvedimento vengono anche specificate le modalità di calcolo del contributo a suo tempo ricevuto dalle imprese di costruzione e dalle cooperative per la realizzazione degli alloggi e che ora andrà restituito alla Regione. Inoltre, si stabilisce che le risorse che verranno restituite vadano utilizzate dalla Regione principalmente per finanziare l’offerta di alloggi a canone ridotto, assicurare un sostegno finanziario alle persone meno abbienti per prendere in affitto un appartamento o per acquistare la prima casa. Per quanto riguarda le somme da restituire, non verranno più richiesti gli interessi legali e l’importo dovrà essere rivalutato al 60% dell’indice ISTAT.
















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