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Congiuntura industria Emilia-Romagna, anche nel III° trimestre 2016 è proseguita la ripresa

Ha un ritmo non ancora intenso, ma la ripresa prosegue. La produzione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna nel terzo trimestre 2016 è aumentata dell’1,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015, seppur in rallentamento rispetto al +2,1 per cento segnato nel trimestre precedente. Il fatturato a valori correnti è salito dell’1,4 per cento. Una nota più marcatamente positiva giunge dal fatturato estero che sale del 2,1 per cento. Un segnale di cautela viene invece dal processo di acquisizione degli ordini che è risultato lievemente meno dinamico (+1,1 per cento) e la cautela è confermata anche dall’andamento degli ordini esteri che aumentano dell’1,6 per cento, meno del rispettivo fatturato. Sono questi i principali risultati dell’indagine congiunturale sull’industria realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna nell’ambito della collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.

I settori.

L’andamento è apparso disomogeneo. Resta sostanzialmente invariata la produzione dell’industria alimentare (+0,1 per cento), che ottiene risultati migliori per fatturato e ordini complessivi e decisamente positivi sui mercati esteri, fatturato +3,1 per cento. La produzione delle industrie della moda segna un arretramento (-1,8 per cento), che risulta di ampiezza analoga per il fatturato e superiore per gli ordini, mentre crescono lievemente il fatturato e gli ordini esteri. Tira la produzione della piccola industria del legno e del mobile (+2,8 per cento), che mostra una minore dinamica sul fronte degli ordini esteri. L’industria della metallurgia e delle lavorazioni metalliche, che comprende larghi strati della subfornitura meccanica, registra una crescita contenuta della produzione (+1,2 per cento), un più debole andamento per il fatturato, complessivo e estero, mentre ottiene una buona crescita degli ordini sul mercato interno e estero. L’aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto, fondamentale per l’industria regionale mette a segno il più elevato incremento della produzione (+2,9 per cento). L’andamento del suo fatturato è leggermente meno positivo, sia nel complesso, sia sui mercati esteri, e un segnale di cautela deriva dal processo di acquisizione ordini, interni e esteri, che procede in modo assai più contenuto.

La dimensione delle imprese.

L’andamento della produzione è marcatamente correlato in senso positivo alla dimensione aziendale. Cresce lievemente per le imprese di minore dimensione, fino a 10 dipendenti(+0,3 per cento), sale di un +1,4 per cento per le piccole (10-49 dipendenti) e cresce più decisamente (+2,7 per cento) per le medie e grandi imprese (da 50 a 500 dipendenti).

Le previsioni delle imprese.

Migliorano le previsioni sull’andamento della produzione nel trimestre successivo rispetto a quello di riferimento. Sale al 32,4 per cento la quota delle imprese che si attende un aumento della produzione nel quarto trimestre, mentre scende al 17,5 per cento quella che ne teme una riduzione. Il saldo positivo risale quindi a 14,8 punti.

L’occupazione e gli ammortizzatori sociali.

Secondo l’indagine Istat sulle forze di lavoro, nel trimestre l’occupazione nell’industria in senso stretto regionale è risultata pari a quasi 536 mila unità, in aumento del 2,0 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari ad una crescita di oltre 10 mila occupati. Si tratta di un incremento leggermente più ampio rispetto a quello dell’1,6 per cento riferito all’industria nazionale. In termini assoluti, l’incremento regionale è stato determinato per oltre la metà dagli indipendenti, mentre i dipendenti salgono dell’1,0 per cento.

Per il periodo da gennaio ad ottobre 2017, le indicazioni giunte dalla cassa integrazione guadagni descrivono una situazione in nuovo peggioramento – raddoppia la cassa ordinaria, sale decisamente quella straordinaria, mentre scende di quasi un terzo solo quella in deroga per la variazione delle condizioni d’accesso. Le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni (ordinaria, straordinaria e in deroga) sono risultate quasi 35,6 milioni, in aumento del 28,1 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno

Il Registro delle Imprese.

Le imprese attive, l’effettiva base imprenditoriale del settore, a fine settembre 2016, risultavano 46.080 con una pesante diminuzione, corrispondente a 676 imprese (-1,4 per cento), rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le imprese attive nell’industria in senso stretto in Italia hanno subito una riduzione lievemente più contenuta (-1,1 per cento). L’andamento della demografia delle imprese risulta ancora il riflesso della pesante crisi passata sull’industria regionale. Nello stesso intervallo di tempo, le imprese attive nell’industria in senso stretto in Italia hanno subito una riduzione lievemente più contenuta (-1,0 per cento). In regione aumentano solo le società di capitale (+1,6 per cento), sostenute dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata, le società di persone si sono ridotte sensibilmente (-516 unità, -4,7 per cento), ma anche le ditte individuali hanno subito una nuova sensibile flessione (-396 unità, -2,1 per cento). A livello settoriale la diminuzione delle imprese attive è stata particolarmente sensibile per le imprese della ceramica, del vetro e dei materiali per l’edilizia, e per le attive nell’industria del “legno e del mobile” e comunque marcata per quelle delle industrie della moda. Anche l’ampio raggruppamento della “meccanica, elettricità ed elettronica e dei mezzi di trasporto” come pure l’industria alimentare hanno dovuto subire una contenuta contrazione della base imprenditoriale (-1,0 per cento per entrambi).

 
















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