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L’assessore Bosi ha risposto in Consiglio ad una interrogazione sulla modenese Cuoghi

“Dall’inizio di dicembre, e fino al prossimo 31 marzo, ai 25 dipendenti della modenese Cuoghi è stato riconosciuto il trattamento di Cassa integrazione in deroga in seguito all’accordo concluso raggiunto tra le parti in Regione”. Lo ha comunicato l’assessore comunale al Lavoro Andrea Bosi nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 22 dicembre in risposta all’interrogazione presentata da Antonio Carpentieri (Pd) sulla chiusura annunciata dell’azienda di Oliano Cuoghi che opera in città dal 1956.

Nell’interrogazione, sottoscritta anche da Marco Malferrari, il consigliere chiedeva “se e quali ammortizzatori sociali siano stati utilizzati e siano ancora utilizzabili e se gli enti e le istituzioni preposte si siano attivate per garantire, anche in fase transitoria, un reddito ai lavoratori interessati”.

L’assessore Bosi, nella risposta, ha spiegato che l’azienda, che produce impianti per miscele cementizie e che ha brevettato una nuova tecnologia a basso impatto ambientale per la produzione del calcestruzzo di qualità, lavora per lo più per il mercato estero ed è in crisi ormai da diversi anni a causa dei più competitivi concorrenti turchi e asiatici, e questo ha reso improbabile la ripresa delle attività e la possibilità di sostenerne la continuazione.

Dal 19 settembre l’azienda aveva in corso una richiesta di Cassa integrazione ordinaria ma, non essendo riuscita a concretizzare le ultime trattative commerciali, ha comunicato all’Inps l’interruzione della Cig al 30 novembre, per il venir meno dei presupposti di legge. La società ha quindi dichiarato ufficialmente di dover deliberare la messa in liquidazione e la cessazione delle attività.

Il 7 dicembre, le parti riunite in Regione hanno quindi raggiunto un accordo per la cassa integrazione in deroga che interessa tutti i 25 lavoratori. Inoltre, le parti si sono accordate sull’attivazione del protocollo quadro di sostegno al reddito di lavoratori di aziende in difficoltà siglato in Regione Emilia-Romagna nel 2015. Gli elementi principali dell’accordo sono che la società avvierà una procedura di mobilità, anche al fine di agevolare la ricollocazione dei lavoratori, per la durata della cassa integrazione; ai lavoratori licenziati sarà erogato un importo aggiuntivo lordo del valore di 3.000 euro, da sottoscrivere in sede protetta all’atto dell’intimazione del licenziamento; l’azienda anticiperà ai lavoratori il trattamento della precedente cassa integrazione ordinaria, per i mesi di settembre, ottobre, e novembre, e le tredicesime (parte in dicembre e parte in gennaio). Vista l’assenza di liquidità e i diversi dipendenti con una notevole anzianità di servizio, gli incentivi e i Tfr saranno corrisposti in sei rate mensili di eguale importo a partire dal secondo mese successivo alla data di cessazione del singolo rapporto di lavoro.

Nella replica, il consigliere Carpentieri ha preso atto “dell’evoluzione della situazione che predispone una rete sociale minima pubblica che accompagna queste persone verso un futuro speriamo più roseo. Purtroppo però – ha concluso – perdiamo un altro pezzo della storia industriale di Modena”.
















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