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Reggio E.: clausole sociali negli appalti pubblici per sostenere l’occupazione delle persone svantaggiate in imprese private e cooperative

Creare o mantenere posti di lavoro per persone svantaggiate, con precisi impegni per enti pubblici e aziende appaltatrici, e condizioni premianti in sede di gara per le imprese, sia private, sia cooperative, che si dichiareranno disponibili all’inserimento lavorativo o a tirocini lavorativi per soggetti svantaggiati e/o disabili. Maggior valutazione inoltre, negli appalti per gli affidamenti di servizi socio-assistenziali ed educativi, per gli aspetti qualitativi del progetto, rispetto all’elemento-prezzo.

Sono i risultati attesi dal Protocollo, dedicato a questi temi, rinnovato e integrato, sottoscritto oggi da Comune di Reggio Emilia, Legacoop Emilia Ovest, Confcooperative di Reggio Emilia, Cna di Reggio Emilia, Lapam Confartigianato di Reggio Emilia, Cgil, Cisl e Uil di Reggio Emilia.

“Questo è un tipo di azione tipicamente riformista, condivisa, nel più classico stile emiliano, nata dalla città e costruita con un lavoro collettivo. Con essa si dà un’anima, si trasmettono valori solidali e si mette a valore una responsabilità sociale di impresa che esiste in tanti, in un quadro di rispettata evidenza pubblica e attività imprenditoriale. E’ il primo protocollo di questo genere sottoscritto in Italia, con questo livello di dettaglio e capacità operativa. Credo sia un modello proponibile anche ad altre città e realtà amministrative”, ha detto il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, presentando il documento alla stampa, prima della sottoscrizione.

“Introduciamo punteggi premianti per quelle imprese, e tra queste ora vi sono anche quelle private, che considerano e vogliono attuare con azioni concrete la responsabilità sociale, in questo caso verso le persone svantaggiate – ha detto il vicesindaco con delega al Welfare Matteo Sassi – Il principio non è di ‘esclusione’ delle imprese, ma anzi di un maggiore coinvolgimento, attraverso la premialità, nella responsabilità sociale. Per altro, le imprese con una sensibilità forte alla responsabilità sociale non sono poche”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Annalisa Rabitti presidente di Fcr e coordinatrice del progetto Reggio Emilia città senza barriere nell’ambito del quale si è sviluppato il nuovo protocollo, costruito tecnicamente dal dirigente del servizio Appalti e contratti del Comune, Roberto Montagnani, e alcuni dei sottoscrittori dell’Accordo: Maurizio Molinelli per Legacoop, Matteo Iori di Confcooperative, Andrea Siriani di Cisl, Alessandro Sterpini di Cna.

L’accordo – recependo anche le indicazioni elaborate all’interno del tavolo sul Lavoro del progetto Reggio Emilia città senza barriere – ha la duplice finalità di dare centralità, nelle procedure di gara, al fattore lavoro con l’introduzione di clausole sociali premianti rispetto al punteggio di gara e di creare opportunità di lavoro o tirocinio lavorativo per persone svantaggiate residenti nel Reggiano. Si tratta di un’azione anticiclica, che nasce per porre rimedio a una delle conseguenze più dure della crisi: la tendenza della crisi stessa a colpire – non solo nel breve, ma anche nel medio periodo – le persone più fragili, quindi già svantaggiate, che si trovano in situazioni di marginalità ed esclusione. In questi casi la crisi economica ha colpito ancor più duramente rischiando di trasformarsi anche in crisi sociale, contribuendo ad acuire  diseguaglianze e sofferenze, con gravi ricadute sociali.

Il Protocollo prevede l’inserimento delle clausole sociali e di un sistema premiante nelle procedure per l’affidamento di servizi socio assistenziali ed educativi. Le clausole sociali che vengono introdotte riguardano principalmente:

·          il principio “di imponibile di manodopera” attraverso il quale il Comune di Reggio Emilia si impegna, quale condizione di esecuzione dell’appalto, ad inserire nei bandi di gara di affidamento dei servizi da riaffidare la clausola sociale di salvaguardia di riassorbimento di manodopera per la tutela dei lavoratori e lavoratrici. Si tratta di un impegno importante dal punto di vista economico, perché ciò presuppone l’impegno da parte delle imprese subentranti di assumere, qualora ve ne fosse necessità e compatibilmente con la propria organizzazione, i lavoratori e le lavoratrici dipendenti che lavoravano presso l’impresa uscente;

·          il principio “di inserimento di soggetti svantaggiati” attraverso il quale si intendono creare opportunità di lavoro e/o di tirocinio lavorativo per persone svantaggiate residenti nel Distretto di Reggio Emilia e/o nella Provincia di Reggio Emilia mediante l’inserimento, negli appalti del Comune di Reggio Emilia, di punteggi premianti in sede di valutazione dell’offerta tecnica aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità prezzo.

Il presupposto importante da cui muove il Protocollo, è il lavoro come luogo della realizzazione non soltanto economica ma personale, in linea con quanto espresso nei principi fondamentali della Costituzione, in grado di favorire la costruzione di un’identità e l’integrazione sociale.

Il lavoro, dunque, come strumento attraverso il quale rafforzare e generare un nuovo welfare aperto alla collaborazione tra pubblico e privato, capace non solo di promuovere sviluppo e innovazione sociale ma anche di creare nuova occupazione.

Il principio di base da cui muove il protocollo è la convinzione che la crescita della società e la sua capacità di generare buona occupazione si fondino anche “su un sistema di welfare come leva per creare buona e nuova occupazione, ridurre le disuguaglianze e migliorare la coesione sociale”.
















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