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Bologna, strategie e strumenti per la rigenerazione urbana: si cambia senza consumare suolo

La convenzione per l’interramento dei tre elettrodotti del Lazzaretto; il nuovo Protocollo d’intesa Comune/Città Metropolitana/Regione/Bologna Fiere per la Fiera; l’invio al Consiglio comunale per la definitiva approvazione del Piano operativo comunale (Poc) “Attrezzature e industrie insalubri” e del Piano operativo comunale con valore di Piano urbanistico attuativo (Pua) “Scandellara”: sono i recenti atti approvati dalla Giunta di Virginio Merola a completamento della strategia di rigenerazione urbana messa in campo già a partire dallo scorso mandato per la città di Bologna. In particolare, il Poc Attrezzature e industrie insalubri si aggiunge ai Poc relativi alla Rigenerazione di patrimoni pubblici e alla Qualificazione urbana diffusa approvati durante lo scorso mandato, disegnando una strategia generale di rigenerazione urbana e recupero dell’esistente che vede la città di Bologna in sintonia con i principi della riforma di legge urbanistica regionale presentata di recente.
Nella prospettiva della rigenerazione/riqualificazione urbana, gli strumenti urbanistici vigenti individuano complessivamente tre grandi categorie di intervento:
– interventi di rigenerazione di aree dismesse, previsti da Poc o Pua vigenti;
– interventi di riqualificazione di attrezzature pubbliche, previsti da Poc in quanto di dimensioni superiori a 7.000 mc di ampliamento o nella città storica;
– programmi o ipotesi di ammodernamento di attrezzature metropolitane (poli funzionali).

Attrezzature e industrie insalubri, interventi per 53.000 metri quadrati di superficie utile

Cinque quartieri su sei interessati da interventi di rigenerazione urbana a consumo di suolo pari a zero, una superficie utile complessiva di 53.454 metri quadrati con interventi per attrezzature a uso socio-sanitario, di formazione universitaria, per usi ricreativi e sportivi, per nuove abitazioni e per interventi di delocalizzazione di industrie insalubri. E’ la carta d’identità del Piano Operativo Comunale denominato “Attrezzature e industrie insalubri”, uno dei più complessi e strategici, che finalmente, dopo l’adozione della primavera scorsa e la conclusione dell’iter formale di presentazione delle osservazioni, è stato approvato dalla Giunta di Virginio Merola e va ora all’ultimo passaggio, il voto in Consiglio comunale. Il piano razionalizza e coordina, attraverso un unico strumento urbanistico, una serie di interventi e trasformazioni riguardanti importanti strutture di servizio della città, sia pubbliche che private a uso pubblico. Lo strumento permetterà di attivare i progetti presentati da operatori pubblici e privati pronti a intervenire per migliorare l’erogazione dei servizi collettivi delle proprie strutture. Inoltre il Poc si occupa di due delocalizzazioni di industrie insalubri, la ex Gironi e la ex Sintexcal, che non possono più restare dove sono. Le aree di intervento si trovano in zone già urbanizzate ed edificate e dunque non è previsto il consumo di nuovo suolo. Lo strumento urbanistico, che recepisce specifiche richieste dei soggetti proponenti, potrà trovare attuazione entro i cinque anni di validità stabiliti dalla legge.

Gli interventi sulle strutture ospedaliere.
Il Piano prevede la ristrutturazione del Polo Oncologico e il completamento del Polo Cardio-Toraco-Vascolare del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi (7.000 metri quadrati interessati) e la realizzazione del nuovo edificio di accesso all’Ospedale Maggiore (5.920 metri quadrati) e del parcheggio in Largo Nigrisoli.
Il nuovo Polo Oncologico e di Ematologia del Sant’Orsola (6.675 metri quadri di superficie utile) prevede di collocare le due attività in un nuovo padiglione nell’ottica di facilitare i pazienti e ottimizzare le risorse impegnate. Sarà necessario demolire il padiglione 7 e parte del padiglione 8. Il progetto del Polo Cardio-Toraco-Vascolare (280 metri quadrati è la superficie interessata dal Poc) è già sostanzialmente concluso, ma con questo progetto si porterà a compimento la sopraelevazione nella testata ovest del fabbricato storico dove ha sede il padiglione 23, che viene recuperato mantenendo il nucleo originale corrispondente al progetto del 1908.
L’esigenza alla base degli interventi sull’Ospedale Maggiore è quella di migliorare l’accessibilità alla grande struttura ospedaliera. Il progetto prevede un edificio atrio/accoglienza da 5.920 metri quadrati dove insediare attività complementari all’uso ospedaliero come farmacia, profumeria, cartoleria, minimarket, edicola, bar, self-service, sportello bancario, e permettere l’introduzione di attività commerciali e terziarie di servizio. E’ prevista poi la sistemazione di via dell’Ospedale, nel tratto compreso tra la via Emilia e l’accesso all’area della centrale termica/tecnologica. Sarà realizzato un sistema di parcheggi pubblici e pertinenziali a raso e in struttura e in particolare: un parcheggio pubblico interrato in corrispondenza di Largo Nigrisoli, sotto il nuovo edificio atrio/accoglienza; un parcheggio pubblico lungo via Prati di Caprara, a ovest della nuova sede Avis, e uno pertinenziale a est; altri due parcheggi a nord della cabina Enel, sempre lungo via Prati di Caprara. Inoltre sarà regolarizzata la sosta su via dell’Ospedale.

Fondazione Lercaro.
La Fondazione ha la necessità di recuperare l’immobile di via Irnerio 53, in avanzato stato di abbandono e degrado, occupato senza titolo e oggetto di un provvedimento di sequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria. La Fondazione vorrebbe far tornare in questo luogo attività socio-sanitarie e dunque ha previsto la demolizione e la ricostruzione dell’edificio esistente, operazione che realizzerà un ampliamento modesto (500 metri quadrati) della superficie a fronte di un utilizzo più razionale degli spazi. L’intervento è di interesse pubblico: la Fondazione si impegna infatti a garantire interventi a utenti segnalati dai servizi sociali, in particolare in ambito odontoiatrico per minori e anziani in condizioni di fragilità; interventi dermatologici, di oncologia cutanea e relativi a malattie a trasmissione sessuale; iniziative di prevenzione e promozione della salute.

Villa Nigrisoli.
Qui il programma degli interventi prevede l’ampliamento della struttura sanitaria esistente di un migliaio di metri quadrati, derivanti dalla chiusura delle “corti”, e la ristrutturazione e adeguamento funzionale dell’edificio esistente, a parità di carico urbanistico. Infatti non è previsto alcun aumento degli attuali posti letto accreditati, ma nuovi spazi per ambulatori, riabilitazione, studi medici, depositi, locali di servizio.

Università: asilo, scuola, caffetteria e blocco aule in via Filippo Re.
L’Università di Bologna ha chiesto al Comune di inserire nel Poc il progetto di riqualificazione del comparto di via Filippo Re dove è prevista la realizzazione di un nuovo asilo e di una scuola di infanzia aziendale, insieme ad alcuni spazi comuni, per una superficie utile di circa mille metri quadrati; una caffetteria e uno spazio genitori-bimbi (115 metri quadrati); un nuovo blocco aule per 1.300 metri quadrati. Tutto sarà accompagnato dalla realizzazione di parcheggi pertinenziali. Il nuovo asilo e la scuola saranno oggetto di una convenzione con il Comune sugli aspetti sociali e pedagogici.

Nuova struttura socio-sanitaria al Villaggio della Speranza.
In quest’area si realizzerà una nuova struttura sociosanitaria: il Villaggio della Speranza della Fondazione Gesù Divino Operaio diventerà più grande. L’obiettivo della proprietà, che ha presentato al Comune la proposta contenuta nel Poc, è di realizzare su 5.800 metri quadrati una struttura per persone con difficoltà fisiche e psichiche, a cura della Fondazione Casa Santa Chiara: nasceranno un centro diurno per 25 ragazzi con gravi disabilità, una comunità alloggio con una capacità di accoglienza di 12 persone disabili e anziane e una casa famiglia per 8 utenti, sempre destinata a persone con handicap.

Casteldebole, più impianti sportivi al Bologna FC.
Campi di allenamento, spogliatoi, foresteria atleti: 58.000 metri quadrati di superficie territoriale con 3.800 metri quadrati di superficie utile. Sono i numeri dell’ampliamento delle strutture del Centro tecnico “Niccolò Galli” di Casteldebole, destinato alle attività di preparazione e allenamento della prima squadra e delle squadre giovanili. Prevista nel progetto della società Bologna FC 1909 anche una nuova tribuna da 80 posti e le relative dotazioni di parcheggi. Sarà sottoscritta con il Comune una convenzione che sancirà l’interesse pubblico delle attività che si svolgono nel centro, interesse pubblico rappresentato dalla possibilità di ampliare le fasce di utenza che potranno accedere alle attività sportive, continuando nel solco del virtuoso processo di integrazione sociale senza divisioni.

MAST, ultimi interventi in via Speranza.
Il Poc completa l’accordo del 2005 tra il Comune, la GD e la Fondazione Seragnoli, con la realizzazione di un piccolo padiglione di 80 metri quadrati per l’accesso al MAST, Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia, e l’intervento per la riqualificazione dell’area delle ex scuole Drusiani, dove sorgeranno abitazioni, uffici e spazi commerciali per una superficie utile complessiva pari a 3.470 metri quadrati.

Nuovi alloggi di edilizia residenziale sociale in via Barbacci.
In via Barbacci, zona Fossolo, è in programma un intervento pubblico per realizzare una trentina di alloggi di edilizia residenziale sociale (Ers) su 2.100 di superficie utile. L’area è costituita da un piccola proprietà comunale di circa 1.400 metri quadrati. L’Amministrazione Comunale, a sostegno del fabbisogno abitativo di quanti si trovano in condizione di difficoltà nel libero mercato della locazione, cederà il lotto in diritto di superficie a un soggetto attuatore, da selezionarsi tramite procedura ad evidenza pubblica, che dovrà realizzare un intervento Ers a canone sostenibile. Si prevede l’utilizzo di tecniche costruttive innovative, come ad esempio il legno strutturale, per il massimo rendimento in termini di biocompatibilità, di efficienza energetica e di riduzione dei tempi di cantiere.

Ampliamento del Parco San Donnino. 
Il Parco San Donnino aumenterà di 700 metri quadrati e saranno realizzati parcheggi pertinenziali adiacenti. Il progetto parte dalla richiesta dei proprietari di un’area di via Goldoni che vorrebbero attrezzare la superficie come parcheggio pertinenziale per unità immobiliari della zona.  Il lotto è chiuso fra il parco pubblico di San Donnino e un insieme di edifici. Con questo Poc si consente così la realizzazione di parcheggi pertinenziali a raso (ed eventualmente autorimesse interrate), a fronte della cessione di una porzione di terreno al Comune e alla sua sistemazione quale nuovo accesso pedonale al parco San Donnino. In questo modo l’interesse pubblico è assicurato dal miglioramento dell’accessibilità dell’area verde e si dà risposta a un’esigenza locale di incremento di spazi privati per la sosta delle auto, che porterà al miglioramento anche della sosta pubblica lungo via Goldoni, e infine si promuove l’uso di un’area ex rurale, residuale, attualmente inutilizzata e in via di rapido degrado.

Delocalizzazione di due industrie insalubri

Del Poc fanno parte anche gli interventi relativi alle aree occupate da due industrie insalubri, Ex Gironi ed Ex Sintexcal, entrambe in prossimità del fiume Reno, la cui chiusura e delocalizzazione apre la strada a una trasformazione delle stesse prevedendo usi residenziali, più coerenti e omogenei con il contesto nel quale insistono. In particolare, 8.604 metri quadrati di superficie utile saranno interessati a uso abitativo (circa 115 alloggi) e circa 300 metri quadrati a uso ricreativo.

Ex Gironi.
La ditta Gironi Francesco & Co S.p.A. si trova tra le vie Magellano e della Berleta e copre un’area di circa 17.000 metri quadrati. Si occupa di commercio all’ingrosso, lavorazione di rottami e sottoprodotti metallici e recupero di rifiuti speciali non pericolosi. L’attività ha dovuto modificarsi nel tempo anche dal punto di vista delle necessarie autorizzazioni. Poiché l’attuale collocazione, in ambito urbano ampiamente caratterizzato da residenze, è diventata incompatibile sia con le esigenze dei residenti sia con le necessità lavorative dell’impresa, si è attivato un confronto fra il Comune, l’impresa e i residenti e attraverso un percorso lungo e articolato si è finalmente arrivati alla decisione di delocalizzare l’attività e di valorizzare l’area prevedendo nuovi usi abitativi. L’intervento sarà accompagnato dalla realizzazione di un giardino e di un parcheggio pubblico (per circa 50 posti auto), che occuperanno una superficie complessiva di circa 4.000 metri quadrati su via Magellano.

Ex Sintexcal.
L’impianto della ditta Sintexcal si trova in via Agucchi dalla fine degli anni ’50 ed è classificato come industria insalubre di prima classe. Il Comune di Bologna e Sintexcal, dopo un lungo periodo di confronto, sono giunti alla sottoscrizione di un accordo che sancisce la chiusura definitiva dell’impianto di via Agucchi (a fronte della riorganizzazione della produzione in altri siti); la possibilità di riqualificare l’area dal punto di vista urbanistico; l’impegno del soggetto attuatore a realizzare nell’area di proprietà comunale su via Agucchi un primo tratto del percorso ciclo-pedonale che garantisce il collegamento tra l’area verde e sportiva esistente e il futuro parco lungo il Reno; la concessione al soggetto attuatore della possibilità di monetizzare interamente la dotazione di verde pubblico in cambio dell’impegno a costruire una struttura polivalente a servizio del Quartiere Borgo Panigale-Reno, all’interno dell’area verde e sportiva.

 

La rinascita dell’area Scandellara.

La delibera che approva il Piano Operativo Comunale (Poc) dell’area Scandellara, dopo il passaggio in Giunta, andrà al voto del Consiglio comunale. Il Piano è strategico per riqualificare l’area eliminando cause di degrado sociale, fisico e ambientale e ricostruendo un tessuto urbano compatibile con quello attuale caratterizzato da residenze e servizi come scuole e un centro sociale per anziani. Lungo la via Scandellara fino a poco tempo fa c’era un’ampia area ribattezzata “dei rottamai”, un’antica cava senza fognature e non illuminata che fin dagli anni Sessanta ospitava disordinati insediamenti spontanei di piccole attività artigianali e rottamai, che portarono alla costruzione di manufatti ed edifici precari. L’occupazione abusiva di parte dei terreni e di edifici e lo sviluppo di attività illecite avevano nel tempo degradato ulteriormente quest’area. Oggi la zona è parzialmente bonificata. Il nuovo progetto urbanistico, al centro di un percorso di incontri con i cittadini, negli anni 2012-2013, promossi dal Comune, in accordo con i proprietari delle aree, il Quartiere e con il coordinamento di Urban Center, prevede nuove abitazioni, servizi e spazi pubblici. Verranno migliorati i percorsi ciclabili e pedonali e le connessioni dell’area Scandellara con il resto della città.

I numeri.
Il progetto urbanistico dell’area prevede 13.300 metri quadrati di superficie edificabile di cui 12.300 metri quadrati destinati a uso abitativo (circa 170 alloggi, un terzo dei quali destinati a edilizia sociale per affitti a canone convenzionato per un periodo minimo di dieci anni). Una parte delle dotazioni territoriali sarà realizzata in via del Tuscolano, al quartiere Navile, attraverso il meccanismo della “perequazione urbanistica”. Infatti l’attuatore privato dell’area Scandellara è anche proprietario di un lotto di terreno che si trova in via del Tuscolano e che il Psc aveva già classificato tra le aree da acquisire tramite perequazione con l’obiettivo di completare il sistema di verde pubblico. Pertanto il Poc per Scandellara prevede: 9.400 metri quadrati di verde pubblico (di cui 5.800 in via del Tuscolano) e 4.500 metri quadrati di parcheggi pubblici, di cui poco meno della metà in via del Tuscolano. L’intervento in via del Tuscolano ha come obiettivo la sistemazione dell’area rettangolare con la creazione di nuove connessioni al verde pubblico limitrofo, nonché l’arredo di una parte del verde con un’area giochi e con panchine. Oggi infatti lo spazio verde non è di facile fruizione da parte dei cittadini perché è parzialmente attestato sulla viabilità pubblica.

Come cambierà via Scandellara.
Via Scandellara sarà riqualificata, rientrerà nella “zona 30”, cioè con un limite di velocità di 30 chilometri orari, sarà a senso unico e si prevede un percorso ciclopedonale. A sud del comparto la strada prevede il doppio senso di marcia e l’accesso ai parcheggi. A proposito di parcheggi, quello pubblico su via Scandellara sarà ampliato e verrà riqualificato l’adiacente sottopasso della fermata Sfm Santa Rita. Sorgerà inoltre un nuovo sottopasso ciclopedonale della linea ferroviaria Bologna-Prato, in affiancamento al varco carrabile su via Mondo, che collega l’area a San Donato. Ancora, sarà realizzata una nuova viabilità carrabile, che avrà a fianco un percorso ciclopedonale protetto, tra l’area Scandellara e la zona verde che sta nascendo in corrispondenza tra via del Terrapieno e via Mondo (Torre Unipol). Infine sarà realizzata una nuova rotonda su via Scandellara in prossimità del plesso scolastico. Per consentire la realizzazione di queste opere, il Comune acquisirà a propria cura e spese (l’investimento è di 30.000 euro) le aree di proprietà di altri soggetti necessarie alla realizzazione dell’intervento.

 

Il nuovo volto del quartiere fieristico.

L’approvazione da parte della giunta del nuovo Protocollo per lo sviluppo del quartiere fieristico, che in parte aggiorna il precedente accordo sottoscritto il 30 gennaio del 2013, dà il via alla riqualificazione del Fiera District senza consumare nuovo suolo. Il nuovo Protocollo è firmato dal Comune di Bologna, dalla Città Metropolitana di Bologna, dalla Regione Emilia-Romagna e Bologna Fiere Spa. L’aggiornamento del precedente accordo si è reso necessario perché nel frattempo sono cambiate le esigenze della fiera in merito alle nuove prospettive espositive e di sviluppo. Gli interventi restano comunque limitati alle aree attualmente dedicate al Fiera District.

I nuovi ingressi.
Il Protocollo prevede la riqualificazione e la creazione di due ingressi principali: Piazza della Costituzione e Ingresso Nord. Il primo dovrà essere pienamente riprogettato e sarà la nuova immagine della Fiera verso la città: nel confine di questo intervento sono compresi il Palazzo dei Congressi potenziato, la Sala Maggiore (ex Gam), il Palazzo Affari, la Sala Borsa Merci e tutti gli edifici e gli spazi di servizio della biglietteria attuale e dell’edificio che ospita uffici e ristorazione, oltre alla riqualificazione della piazza e del parcheggio davanti all’accesso e del piazzale Renzo Imbeni. Il nuovo Ingresso Nord sarà invece il volto della Fiera per chi arriva dalla Città metropolitana e in generale da fuori Bologna: sarà un accesso strategico, migliore di oggi dal punto di vista della viabilità. Sarà infatti valorizzata la fermata Fiera della linea ferroviaria così come il raccordo con il casello autostradale e il parcheggio Michelino. Sono previsti in questo intervento anche nuovi spazi di qualità architettonica e ambientale adeguata all’accoglienza e alla logistica della Fiera.

Viabilità e verde.
Poi c’è il capitolo rigenerazione urbana sul quartiere, che prevede: riprogettazione del sistema dei percorsi per orientare e facilitare i visitatori diretti in fiera; interventi di recupero delle aree verdi, riqualificazione energetica e sismica degli edifici esistenti, riduzione dei consumi idrici attraverso il recupero e il riuso delle acque meteoriche come per esempio la pioggia.

I padiglioni.
Quanto ai padiglioni esistenti, alcuni verranno demoliti e ricostruiti, come il 29 e il 30: non sono più idonei ad assicurare una qualità degli spazi espositivi conformi al mercato fieristico internazionale. Sono previsti altri interventi sui padiglioni per i quali sarà necessaria una revisione degli strumenti urbanistici. In ogni caso la capacità edificatoria massima già prevista è confermata: 140.000 metri quadrati di superficie espositiva complessiva.

I tempi.
Entro due mesi dalla sottoscrizione del Protocollo, Bologna Fiere deve presentare un masterplan che sviluppi gli interventi a livello preliminare di fattibilità. Entro i successivi 60 giorni il documento dovrà essere condiviso da Comune, Città Metropolitana e Regione. Entro il 2018, Bologna Fiere dovrà presentare i titoli edilizi relativi ai primi interventi da realizzare per avviare l’attuazione del progetto. Per gli interventi che invece hanno necessità di adeguare gli strumenti urbanistici, ognuno sarà selezionato da un bando di concorso di architettura.

 

Lazzaretto, gli elettrodotti dell’alta tensione vanno sotto terra.

Il via libera della Giunta all’interramento dei tre elettrodotti di alta tensione che attraversano il Comparto urbanistico Bertalia-Lazzaretto di fatto accende il semaforo verde alla sostenibilità del piano perché riduce drasticamente l’inquinamento elettromagnetico e rende attuabili alcuni lotti a destinazione residenziale che altrimenti non potrebbero essere realizzati. Si tratta dell’elettrodotto Martignone-Battiferro, di quello della linea Calderara-Santa Viola/Crevalcore Fs-Santa Viola, e della linea Santa Viola Fs-Imola Fs/Santa Viola Fs-Beverara. Uno è di proprietà di Terna, due di RFI, recentemente passati a Terna stessa. L’operazione di interramento è molto complessa, durerà circa cinque anni e il Comune ha deciso di attuarla a proprio carico prevedendo un importo di 19 milioni e 520.000 euro, a valere sugli obblighi urbanizzativi relativi ai propri lotti. Gli oneri urbanizzativi complessivi, in ragione delle superfici utili possedute dal Comune, ammontano circa a 24 milioni di euro.
















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