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Il Termovalorizzatore di Modena non potrà mai superare le 240 mila tonnellate all’anno

termovalorizzatore-mo“La quantità massima di rifiuti trattabili dall’unica linea in funzione del Termovalorizzatore di Modena non potrà mai superare le 240 mila tonnellate all’anno”. Lo ha precisato l’assessore all’Ambiente Giulio Guerzoni rispondendo ieri, giovedì 1 dicembre in Consiglio comunale all’interrogazione presentata da Marco Chincarini di Per me Modena.

Nell’interrogazione il consigliere, facendo riferimento al fatto che, “da notizie di stampa, sembra che la Regione abbia autorizzato ulteriori 30 mila tonnellate di rifiuti da avviare allo smaltimento nell’impianto di via Cavazza”, ha chiesto “quali siano i limiti per il trattamento di rifiuti urbani e speciali nell’inceneritore di via Cavazza; quanti e quali rifiuti siano stati smaltiti nel 2015; quali sono gli obiettivi di riduzione della produzione rifiuti, della raccolta differenziata e di riciclaggio fissati dalla legge regionale del 2015 sull’economia circolare e dal Piano regionale dei rifiuti al 2020”.

Nel 2015, come ha spiegato l’assessore Guerzoni, nel Termovalorizzatore di Modena sono state conferite 206.732 tonnellate di rifiuti, “ampiamente al disotto del limite annuo di conferimento di 240 mila tonnellate di rifiuti urbani non pericolosi previsto dall’Autorizzazione di impatto ambientale tuttora vigente”. Sul quantitativo totale, 29.342 tonnellate di rifiuti urbani non differenziati (il 14 per cento del totale dei rifiuti entrati nell’impianto di via Cavazza) proveniva dalle province di Bologna, Forlì, Ravenna e Rimini. Un’altra quota del totale, pari a 47.882 tonnellate era costituita da rifiuti speciali, il cui tetto massimo per il Termovalorizzatore di Modena è fissato dall’Aia in 50.400 tonnellate annue. I rifiuti speciali sono per definizione smaltibili a libero mercato e non sono legati all’ambito di produzione, il loro smaltimento non deve cioè avvenire necessariamente nel territorio di produzione.

In merito alla legge regionale sull’economia circolare, Guerzoni ha ricordato che gli obiettivi principali sono la riduzione della produzione procapite dei rifiuti urbani del 25 per cento rispetto al 2011; la raccolta differenziata al 73 per cento e il 70 per cento di riciclaggio di materia. Le azioni concrete per raggiungere questi obiettivi sono descritti nel Piano ambientale Modena 2019, proposto dalla Giunta a inizio mandato. “A oggi – ha sottolineato l’assessore – il piano sta rispettando i tempi ed è quindi a metà del suo sviluppo. Tra le azioni già attivate ci sono la divisione del rifiuto organico nelle isole ecologiche di base tra potature e scarti alimentari per aumentare la qualità dei rifiuti raccolti; la riorganizzazione della raccolta differenziata nel Quartiere 1 fuori le mura; l’allargamento dei servizi di raccolta porta a porta in centro storico e nelle zone artigianali e industriali; la realizzazione di un nuovo sistema incentivante che premia chi consegna direttamente alle stazioni ecologiche i rifiuti differenziati”.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Marco Rabboni (Movimento 5 stelle) ha affermato che “la Regione ha sbagliato i calcoli fatti all’inizio dell’anno e da qui la necessità di aggiungere le 30 mila tonnellate. L’assessore dice che il piano ambientale sta procedendo ma qui risultati non se ne vedono”.

Nella replica anche Marco Chincarini ha sottolineato che “è evidente che in Regione hanno sbagliato i calcoli”, chiedendo una commissione per capire meglio “cosa viene bruciato nell’inceneritore e come funziona il sistema dei rifiuti speciali, in particolare se è possibile capire di che qualità sono e qual è la loro capacità di produrre calore”.
















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