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Al termine del terzo trimestre, la diminuzione delle imprese si riduce in regione

lavoro_2Continua la ripresa del sistema imprenditoriale regionale sulla base dei dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio analizzati ed elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. Le imprese registrate sono risultate 462.561 a fine settembre, 549 in più (+0,1 per cento) rispetto al 30 giugno. L’incremento è più contenuto anche di quello già limitato riferito allo stesso trimestre 2015, e resta ampiamente al di sotto della soglia delle 1.000 imprese, non più superata ormai da cinque anni. L’andamento della consistenza delle imprese registrate regionali è risultato pressoché analogo a quello nazionale, che nel trimestre ha segnato una incremento lievemente più ampio (+0,2 per cento), pur confermando una tendenza da molti trimestri più pesante a livello regionale. Rispetto allo stesso periodo del 2015, le iscrizioni (5.007) sono leggermente diminuite, le cessazioni (4.501) si sono ridotte in misura lievemente più contenuta, ma entrambi i dati fissano i nuovi livelli minimi dell’ultimo decennio.

Il dato delle imprese attive rende l’effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine settembre, le imprese attive erano 409.890, 2.116 in meno (-0,5 per cento) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Il ritmo della flessione tendenziale rilevata si mantiene costante rispetto al trimestre precedente, ma risulta più lento se confrontato con quello riferito allo stesso trimestre dello scorso anno (-0,8 per cento). A livello nazionale, la tendenza risulta positiva già dal primo trimestre del 2016 e a fine settembre fa rilevare un lieve aumento delle imprese attive (+0,1 per cento).

 

I settori di attività economica che hanno maggiormente determinato la riduzione delle imprese attive sono le costruzioni (-1.288 unità, -1,9 per cento), il manifatturiero (-679 unità, -1,5 per cento), l’insieme del commercio (-632 unità, -0,7 per cento) e l’agricoltura, silvicoltura e pesca (-619 unità, -1,0 per cento). La flessione è sensibile anche per il trasporto e magazzinaggio (-1,6 per cento). Segnali positivi dagli altri settori dei servizi, in particolare dalle attività di supporto per le funzioni d’ufficio e alle imprese e dai servizi per edifici e paesaggio (pulizie), insieme per 318 unità, dalle attività di alloggio e ristorazione (+303 unità) e dai servizi alla persona (+202 unità).

Gli andamenti sono nettamente divergenti anche per le tipologie di forma giuridica delle imprese. La contrazione della base imprenditoriale è derivata dall’andamento negativo delle ditte individuali (2.344 unità, -1,0 per cento) e dalla più rapida diminuzione delle società di persone (1.849 unità, -2,2 per cento). Al contrario l’aumento tendenziale delle società di capitale (+2.093 unità, +2,5 per cento), trainato dall’attrattività della normativa per le società a responsabilità limitata, è il più ampio riferito al terzo trimestre dal 2008.

Un commento.

Gli effetti del ciclo economico si manifestano con ritardo sulla demografia delle imprese. La fine della recessione appare nella riduzione della mortalità, ma la natalità è limitata. La lenta ripresa economica in corso porterà gradualmente alla fine della tendenza negativa per la base imprenditoriale regionale, ma per un sostanziale aumento della natalità è necessaria un’ampia e duratura crescita.
















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