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Consiglio confederale Uil su pensioni con segretario confederale Proietti

Si è tenuto oggi il Consiglio confederale Uil Emilia Romagna che ha visto come tema principale di confronto il recente accordo, siglati con il Governo, sulle pensioni. «Un accordo per cui noi diciamo ‘Era ora’ – esordisce il segretario generale della Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani -. Era ora che i pensionati fossero al centro dell’intervento di questo Governo non per drenare risorse, ma per erogarle. E soprattutto per ripristinare una serie di diritti da tempo calpestati».
Per il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, con la delega alle Politiche previdenziali, fondi integrativi e coordinamento, «l’accordo siglato tra Governo e sindacati è molto importante ed è il risultato di un anno di mobilitazione a seguito della definizione della piattaforma unitaria Cgil Cisl e UIL “Cambiare le pensioni dare lavoro ai giovani”. I risultati ottenuti sono di rilievo.
Per le pensioni in essere: è stata estesa la no tax area per tutti i pensionati a prescindere dall’età anagrafica equiparandola a quella dei lavoratori dipendenti (8.125 €); verrà estesa la quattordicesima ai pensionati con redditi fino a 1.000 € allargando la platea ad altri 1,2 milioni di persone, ed al contempo sarà incrementata la somma a chi già la percepisce. Il Governo si è, poi, impegnato a recuperare dal 2019 la piena indicizzazione delle pensioni.
Per i lavoratori ancora in attività: le ricongiunzioni dei periodi contributivi saranno rese gratuite; verrà consentito ai lavoratori precoci in particolari situazioni lavorative, personali o familiari di accedere alla pensione con 41 anni di contributi; verrà abolita la penalizzazione che gravava su chi accedeva alla pensione anticipata prima dei 62 anni.
Per chi svolge mansioni usuranti verrà semplificata la normativa di accesso alla pensione allargandone le maglie.
Per quanto concerne l’anticipo pensionistico (Ape), i sindacati hanno ottenuto che il Governo introduca delle agevolazioni che azzerino il peso degli oneri legati al prestito per determinate categorie di lavoratori, ad esempio, per i disoccupati di lungo corso, per chi svolge attività ritenute particolarmente faticose, che saranno decise in seguito, o per chi svolge lavoro di cura per l’assistenza a familiari disabili. La sperimentazione dell’Ape sarà di 2 anni lasciando, in questo modo, ancora aperto il tema della flessibilità in uscita.
L’intesa prevede, inoltre, una seconda fase durante la quale verranno affrontati i temi della revisione del sistema contributivo, per una maggiore adeguatezza delle pensioni future, del rilancio della previdenza complementare, della valorizzazione del lavoro di cura, della revisione del meccanismo dell’adeguamento alla speranza di vita e della separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale».
















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