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Montagnaterapia: sabato convegno a Castelnovo ne’ Monti

escursionismo-CaiLa Sezione reggiana del Cai e il Dipartimento di Salute Mentale Dipendenze Patologiche (Dsmdp) dell’Ausl di Reggio Emilia organizzano sabato 1 ottobre, alle 10:00, il convegno “La Pietra della salute. Esperienze di montagna terapia”. L’iniziativa è organizzata nell’ambito della “XI Settimana della salute mentale”, presso l’agriturismo “Il Ginepro”, a Ginepreto di Castelnovo ne’ Monti. Il convegno vede la collaborazione del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, della cooperativa sociale Il Ginepro e del Gruppo Regionale del Cai.

Con montagnaterapia si definisce un originale approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e socio-educativo, finalizzato alla prevenzione secondaria, alla cura ed alla riabilitazione degli individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità; é progettato per svolgersi, attraverso il lavoro sulle dinamiche di gruppo, nell’ambiente culturale, naturale e artificiale della montagna. Le attività di montagnaterapia si svolgono prevalentemente nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, o in contesti socio-sanitari accreditati, con la fondamentale collaborazione del Cai e di altri Enti o Associazioni.

Anche il Cai Reggio Emilia e il Dipartimento di Salute Mentale Dipendenze Patologiche dell’Ausl hanno avviato da alcuni anni una interessante ed originale esperienza di montagnaterapia, che sta dando risultati significativi. Molto importante è l’esperienza del Cai Parma. Di queste due esperienze si parlerà nel convegno del 1 ottobre. Sull’esperienza reggiana interverranno gli operatori del Dsmdp, gli accompagnatori del Cai coinvolti nel progetto e gli stessi pazienti del Dsmdp che partecipano alle uscite in montagna. Seguirà la relazione “Sentieri di salute. Lo sguardo oltre” di Massimo Galiazzo, tra i più importanti esperti nella materia e referente di montagnaterapia della Macrozona Veneto Friuli Venezia Giulia. Il convegno sarà aperto dai saluti di Enrico Bini, sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Massimo Bizzarri, presidente del Cai Reggio Emilia, e di Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano. Gli interventi conclusivi saranno affidati a Gaddomaria Grassi, direttore del Dsmdp dell’Ausl Reggio Emilia, e a Roberta Marchi, vicepresidente del Cai Emilia-Romagna. Nel pomeriggio è prevista una camminata sotto la Pietra di Bismantova. La partecipazione al convegno è aperta a tutti gli interessati. Per le iscrizioni: monica.gandolfi@ausl.re.it.

L’esperienza reggiana: l’idea di effettuare un trekking con utenti all’interno Dipartimento di Salute Mentale di Reggio Emilia, in collaborazione con L’Associazione Sostegno e Zucchero è nata nel 2003. Il progetto si è concretizzato nel 2004 con una prima esperienza di soggiorno e trekking nelle Marche e nel 2005 nel Parco della Maremma. Dopo queste prime esperienze si consolidano uno o due trekking all’anno che vengono effettuati prevalentemente sull’Appennino tosco-emiliano. Queste esperienze hanno coinvolto 40 utenti per complessivamente 13 soggiorni/trekking fino al maggio 2014. La media dei partecipanti è stata di 8 utenti, 3 operatori dell’Ausl e una Guida Ambientale Escursionistica. I soggiorni/trekking sono stati caratterizzati anche dall’utilizzo di rifugi in autogestione, da camminate notturne invernali e spesso con la presenza di neve, con l’uso di ciaspole.

Nel settembre 2014 è stata fatta la scelta di partecipare direttamente alle escursioni del Cai reggiano con un gruppo di utenti accompagnati da un operatore Ausl e con l’appoggio di volontari Cai. Fino ad oggi sono 12 le escursioni a cui gli utenti hanno partecipato, con una media di 5 presenze per uscita e con un totale di 15 utenti interessati. Le escursioni, di media difficoltà, sono state scelte appositamente dal programma Cai. Nel 2015 tre utenti hanno anche partecipato al corso di manutenzione sentieri ed effettuato due uscite.

Il bilancio della collaborazione è ampiamente positivo: il clima accogliente delle uscite Cai ha aiutato le persone ad affrontare le piccole e grandi sfide del camminare in montagna, uscendo dal rifugio sicuro delle case cittadine ed imparando a conoscere i propri limiti fisici e psichici. Un ruolo decisivo l’ha avuto il nucleo di volontari Cai, spesso capigita, che da tempo lavora sul tema della montagna terapia. Alla loro sensibilità ed attenzione sono dovuti i buoni risultati di questi due anni di collaborazione.
















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