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Lavoro nero e manodopera clandestina, imprenditore denunciato a San Polo d’Enza

carabinieri_100Blitz dei carabinieri della stazione di San Polo d’Enza all’interno di un opificio tessile del paese, il cui titolare è finito nei guai. Con l’accusa di occupazione di manodopera clandestina, infatti, i carabinieri hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia  un cittadino cinese 40enne residente a San Polo d’Enza a cui gli stessi carabinieri hanno comminato anche una maxi multa di 4.000 euro per le irregolarità previdenziali e contributive inerenti la posizione lavorativa della clandestina. Nei guai anche la stessa clandestina denunciata alla Procura reggiana per essersi intrattenuta illegalmente nel territorio dello stato italiano. La donna infatti, una 50enne di nazionalità cinese, è risultata non aver ottemperato a un precedente provvedimento di espulsione a cui era stata sottoposta.

I controlli sono scattati l’altra mattina quando i carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza, nel corso di una mirata attività finalizzata proprio a contenere le fattispecie illecite correlate al lavoro nero ed all’impiego di manodopera clandestina, procedevano al controllo di un opificio del paese che produce sacchi per conto di alcune aziende reggiane. All’atto dei controlli sono stati trovati una decina di operai intenti a prestare attività lavorativa nelle rispettive postazioni dove utilizzando macchine da cucire confezionavano sacchi. Durante l’attività ispettiva tra i dipendenti i carabinieri identificavano una 50enne cinese sprovvista di permesso di soggiorno che i successivi accertamenti hanno rivelato essere clandestinamente presente nel territorio dello stato italiano. Alla luce di quanto accertato nei confronti del titolare dell’opificio e della stessa lavoratrice clandestina scattavano i citati provvedimenti . La successiva ispezione nei locali dell’azienda portava ad accertare, contrariamente a quanto appurato in analoghe realtà aziendali cinesi,  le buone condizioni di vita dei lavoratori e le regolari condizioni igienico sanitarie della ditta. Le indagini dei carabinieri ora proseguono: è intenzione dei militari verificare la retribuzione pattuita con la dipendente e le ore di effettivo impiego.
















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