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Ecco “Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi”, primo film finanziato dalla legge regionale

montanari-ph-maria-martinelliÈ tra i primi progetti finanziati dalla Regione Emilia-Romagna in base alla nuova Legge Cinema del 2016: si tratta di “Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi”, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale del Teatro delle Albe-Ravenna Teatro.
Tratto dall’omonimo spettacolo teatrale del Teatro delle Albe-Ravenna Teatro, Centro di produzione (che ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International e dell’Associazione per l’Amicizia Italia-Birmania – Giuseppe Malpeli), scritto e diretto da Marco Martinelli (quattro volte premio Ubu per la drammaturgia e la regia), interpretato da Ermanna Montanari (premio Eleonora Duse 2013,accanto a tre Premi Ubu come Miglior attrice italiana), il film “Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi” non ne è la sola trasposizione cinematografica, ma ne ridisegna i confini, in un originale e contemporaneo immaginario visivo che caratterizza questo lungometraggio come un film d’arte che sa arrivare al vasto pubblico parlando di giustizia e bellezza.

Dopo oltre trent’anni di carriera che l’hanno portato a essere una delle più importanti realtà di teatro contemporaneo in Europa, il Teatro delle Albe arriva dunque alla realizzazione di un progetto cinematografico ambizioso e importante, che ha subito destato l’interesse dell’Emilia-Romagna Film Commission, la quale ha contribuito al finanziamento del progetto – unico lungometraggio scelto – con la somma di 73.621 euro.

Il film, le cui riprese sono terminate ed è in fase di montaggio (sarà presumibilmente in sala nella primavera del 2017) è stato presentato questa mattina a Bologna, nella sede della Regione Emilia-Romagna, presenti tra gli altri Massimo Mezzetti, assessore regionale alla Cultura, Elsa Signorino assessore alla Cultura del Comune di Ravenna, Marco Martinelli e Ermanna Montanari, Marcella Nonni e Maria Martinelli Produzione Ravenna Teatro – coproduzione StartCinema, Albertina Soliani Associazione per l’Amicizia Italia-Birmania, Maura Pozzati Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna e Massimo Matteucci, presidente Cmc.

Mezzetti si è detto “felice e orgoglioso” per questa realizzazione, e ha ricordato come “la nostra Legge sul cinema dimostra ancora di più che con le produzioni culturali si può sviluppare l’economia e produrre lavoro: basti ricordare che con i 2,6 milioni di euro già attribuiti con i primi bandi, si è avuta una ricaduta economica sul territorio stimata in quasi 9 milioni, quindi il triplo dell’investimento”.

Il cast
Per realizzare il film sulla vita della Premio Nobel per la Pace nel 1991 Aung San Suu Kyi – attualmente Consigliere di Stato della Birmania e Ministro degli Affari Esteri –, che ha trascorso oltre vent’anni agli arresti domiciliari per essersi opposta alla dura dittatura del suo paese, le Albe e il regista Marco Martinelli si sono affidati a un cast e a una squadra tecnica eccezionali, a partire dalla pluripremiata protagonista Ermanna Montanari, che è qui affiancata da uno dei grandi interpreti del teatro italiano, Elio De Capitani, dal giovane Roberto Magnani delle Albe (Premio Ubu under 30) e da un volto molto noto di cinema e teatro, quello di Sonia Bergamasco (Premio Eleonora Duse 2014). Sontuoso poi il lavoro svolto dal direttore della fotografia Pasquale Mari (fondatore di Teatri Uniti, collaboratore di Mario Martone, Toni Servillo, Alessandro Gassmann, Luigi Lo Cascio, ma anche di Claudio Abbado e Riccardo Muti), che con lo scenografo Edoardo Sanchi (tra i più apprezzati soprattutto nell’ambito delle produzioni di opera lirica), il compositore romagnolo Luigi Ceccarelli (tra i fondatori del Gruppo Edison di Roma e storico collaboratore del Teatro delle Albe) e il supervisore del montaggio Jacopo Quadri (che ha montato oltre sessanta film presentati nei più importanti festival internazionali) ha dato vita a un affiatato team di rara qualità.

Soggetto
Sei bambine narrano un pezzo di storia contemporanea, nel racconto-evocazione della “vita agli arresti” di Aung San Suu Kyi leader del movimento per la democrazia in Birmania e Premio Nobel per la pace 1991. Un racconto-evocazione che prende vita all’interno di un magazzino per poi condurci in una spirale di luoghi dal sapore surreale e immaginifico che vede alternarsi alla presenza delle bambine, quella fondamentale di Aung San Suu Kyi, dei generali Birmani, dei fantasmi evocati e di molti altri protagonisti della storia. / Va.Ma.
















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