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Fiom/Cgil Castelfranco Emilia: rinnovato il contratto aziendale in Manitou

E’ stato firmato nei giorni scorsi l’accordo per il rinnovo del contratto aziendale in Manitou Italia, azienda metalmeccanica di Castelfranco con 284 addetti, che fa parte della multinazionale francese Manitou leader mondiale nella produzione di gru e piattaforme.
L’accordo firmato dalla Fiom/Cgil e dalle Rsu, è stato approvato con oltre il 90% dei consensi fra i lavoratori, risultato importante tenuto conto della fase nazionale complicata sia dal punto di vista economico che sul versante dei rinnovi contrattuali nazionali.
Il rinnovo dell’integrativo Manitou, per il periodo 2016-2020, prevede il mantenimento delle condizioni normative in essere e l’introduzione di ulteriori conquiste.
Si affronta il problema della precarietà confermando la trasformazione dei contratti precari (tempi determinati e somministrati) dopo 18 mesi di effettiva presenza in azienda. Si riconosce la formazione universale rivolta a tutti i dipendenti, suddivisa in due livelli, utile anche per  valutare futuri inquadramenti di livello superiore.
Si introducono per la prima volta in azienda permessi aggiuntivi per visite mediche e specialistiche, e si rafforza il premio di risultato senza introdurre forme di pagamento alternative come il cosiddetto welfare salariale sottoforma di buoni-spesa o buoni-benzina, richiesta invece sostenuta da Confindustria su molti tavoli contrattuali.
Vengono aumentati gli acconti erogati mensilmente ai lavoratori che sfiorano i 100 euro, mentre il valore massimo del PdR è stato fissato a inizio vigenza in 3.050 euro annui per arrivare a 3.350 euro nel 2020, risultato non impossibile da raggiungere in Manitou, e misurato su produttività del lavoro e qualità del prodotto, senza inserire indicatori di bilancio.

“Il rinnovo del contratto Manitou – afferma William Neri della Fiom/Cgil di Castelfranco Emilia -dimostra che è importante riconoscere le professionalità dei lavoratori anche in termini economici, quale strumento di sostegno alla ripresa dei consumi e quindi dell’economia. Ciò in alternativa anche alle misure di esoneri contributivi alle imprese che, come si comincia a vedere anche a Modena, non vengono utilizzati per creare buona e stabile occupazione”.
















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