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Guerra del grano, Coldiretti: a rischio 3mila aziende

trattori-coldirettiUna grande mobilitazione in difesa del grano italiano ha attraversato l’Italia da Palermo a Bari, da Alessandria a Termoli e Potenza con lo slogan “no grano, no pane!” dove oltre centomila agricoltori si sono mossi con trattori e mietitrebbie per salvare il grano dalle speculazioni che hanno dimezzato le quotazioni su valori di circa trenta anni fa, ben al di sotto dei costi di produzione.

Lo rende noto Coldiretti Modena nel sottolineare che il crollo dei prezzi diminuiti del 42% rispetto al luglio del 2015 ha portato il grano duro per la pasta ad essere pagato anche 18 centesimi al chilo mentre quello tenero per il pane è sceso addirittura ai 16 centesimi al chilo, su valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio le oltre 3.000 aziende agricole che nella provincia di Modena producono quasi 6 mila tonnellate di grano duro e 130 mila tonnellate di grano tenero su una superficie di 21 mila ettari. A rischio non è solo la loro esistenza, ma anche il territorio agricolo che rischia la desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione made in Italy.

Un crack senza precedenti – continua la Coldiretti modenese – con i compensi degli agricoltori che sono tornati ai livelli di 30 anni fa, a causa delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da “spacciare” come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato.

Ormai – denuncia Coldiretti Modena – le quotazioni dei prodotti agricoli dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre piu’ dai movimenti finanziari e dalle strategie speculative che trovano nel Chicago Board of Trade il punto di riferimento del commercio mondiale delle materie prime agricole.

Non a caso nei primi quattro mesi del 2016 gli arrivi di grano in Italia sono aumentati del 10 per cento, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, finalizzati soprattutto ad abbattere il prezzo di mercato nazionale attraverso un eccesso di offerta. Il risultato è che un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero, così come la metà del pane in vendita, ma i consumatori non lo possono sapere. Senza dimenticare che il prodotto estero che sbarca nei porti nazionali, al contrario di quello italiano, ha spesso alle spalle tempi lunghi di trasporto e stoccaggio. Basti pensare – denuncia Coldiretti – al paradosso del grano canadese. Nel paese nordamericano la raccolta avviene in settembre e, quindi, quello che arriva in Italia è già vecchio di un anno, mentre quello tricolore è stato appena raccolto.

La qualità del grano italiano peraltro non è certo in discussione ed è confermata dalla nascita e dalla rapida proliferazione di marchi che – sottolinea Coldiretti – garantiscono l’origine italiana del grano impiegato al 100%. Un percorso che è iniziato nei primi anni della crisi sotto la spinta dell’iniziativa del progetto di Filiera Agricola Italiana (FAI) e che si è esteso ad alcune etichette della grande distribuzione (da Coop Italia a Iper) ai marchi più prestigiosi (Ghigi, Valle del grano, Jolly Sgambaro, Granoro, Armando) fino all’annuncio dello storico marchio napoletano “Voiello”, che fa capo al Gruppo Barilla, che ora vende solo pasta fatta da grano italiano al 100% di varietà “Aureo”.

Per restituire un futuro al grano italiano – sostiene Coldiretti Modena – occorre l’indicazione in etichetta dell’origine del grano utilizzato nella pasta e nei derivati/trasformati ma anche l’indicazione della data di raccolta (anno di produzione) del grano, assieme con il divieto di utilizzare grano extra comunitario oltre i 18 mesi dalla data di raccolta. Ma serve anche fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale.

La mobilitazione – informa Coldiretti Modena – ha ottenuto primi risultati con l’accoglimento di alcune importanti richieste da parte del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che ha tra l’altro preso l’impegno per la moratoria dei mutui, lo studio di una assicurazione sul reddito, una contrattualistica piu’ trasparente tra agricoltori e industria, una commissione unica nazionale (CUN) per la fissazione dei prezzi e l’immediata l’applicazione di un piano cerealicolo le cui risorse siano dedicate esclusivamente alle imprese che usano esclusivamente grano italiano.

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