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Affidati ad associazioni e organizzazioni, tornano a vivere a Santa Croce i capannoni dismessi

SantaCroce-conferenzaEdifici produttivi dismessi nel quartiere di Santa Croce tornano a vivere con attività sociali, culturali, artistiche, educative e sportive promosse da associazioni, organizzazioni ed enti impegnati nei diversi campi.
E’ il risultato del Bando per il riuso temporaneo di immobili dismessi promosso dal Comune di Reggio Emilia, che ha fatto incontrare proprietari e portatori di interesse, cioè la domanda di rigenerazione sociale e urbana proveniente dalla comunità.
Una nuova vita per Santa Croce, in spazi che solo otto mesi fa sembravano abbandonati a un destino di decadenza e anonimato. E dunque una risposta positiva, creativa e intelligente, ovvero resiliente, alle conseguenze delle mutazioni economiche e sociali indotte dalla crisi.

 

Gli esiti del Bando per il riuso e gli sviluppi del progetto di rigenerazione urbana del quartiere di Santa Croce sono stati presentati questa mattina, nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e l’assessore a Rigenerazione urbana e del territorio Alex Pratissoli. Erano inoltre presenti Carla Rinaldi, presidente della Fondazione Reggio Children, e Simona Amidati della cooperativa Anemos.

“Il progetto di riqualificazione di Santa Croce – ha detto il sindaco Luca Vecchi – si colloca in una più ampia prospettiva di pianificazione strategica del territorio, che porta con sé un’idea nuova di città, basata sui tre concetti chiave di rigenerazione urbana, innovazione sociale e creatività. Si tratta di una sfida culturale rivolta alla città, in cui siamo chiamati a dare agli spazi esistenti e oggi abbandonati nuovi significati, capaci di costruire legami e relazioni tra i soggetti coinvolti, attraverso i saperi e la cultura.
“La rigenerazione di Santa Croce ha molti significati e rilancia ulteriori sfide anche per il Paese: l’Italia intera è piena di quartieri come questo – ha sottolineato il sindaco – luoghi in cui i contenitori sono stati svuotati del loro significato e si sono trasformati in degrado. Di fronte a situazioni di questo tipo, il legislatore è chiamato ad avviare percorsi legislativi e di incentivazione economica, nonché percorsi di finanza agevolata per venire incontro alle associazioni, affinché questi progetti non restino goccia nel mare, ma diventino prassi”.

L’assessore Alex Pratissoli è entrato nel dettaglio dei singoli progetti di riuso, presentando le specificità dei cantieri che partiranno nelle prossime settimane e il legame del programma per Santa Croce con il progetto di riqualificazione dell’area Reggiane: “Santa Croce ha vissuto più di ogni altro luogo le vicende delle vicine Reggiane, e proprio per questo la rigenerazione del quartiere non può essere svincolata da quella dell’ex polo produttivo e viceversa. Attraverso il riuso si vuole lavorare a un progetto che coinvolga l’intera area, attraverso l’uso di strumenti innovativi, come il partenariato tra pubblico e privato, e quindi la condivisione delle risorse e delle competenze. Questo progetto ribalta il classico modo di pianificare e programmare le trasformazioni della città, passando da una visione mono-direzionale a una condivisione diffusa che coinvolga Amministrazione, imprese, cittadini e associazioni, i veri protagonisti della rigenerazione urbana del quartiere”.

Santa-Croce-Riuso-tavolaSANTA CROCE E REGGIANE: INVESTIMENTI E RIUSO PER LA RINASCITA – La rinascita del quartiere Santa Croce, dunque, non può che passare dal completamento dei processi di rigenerazione delle Reggiane: la nuova vita delle Reggiane rappresenta un volano straordinario per la rigenerazione urbana e sociale degli spazi dismessi di Santa Croce, dotando il quartiere di adeguate infrastrutture, riqualificando quelle esistenti, e soprattutto attraendo – a fianco delle progettazioni, delle azioni e delle risorse pubbliche – investimenti privati per il recupero di questi luoghi. Viceversa, un quartiere attrattivo, dinamico e sicuro – quale è previsto nel programma di mandato dell’Amministrazione comunale – rappresenta una condizione necessaria per sostenere il processo di profonda trasformazione, fondata su sapere, lavoro e qualità urbana, in atto alle Reggiane.
Gli strumenti e gli approcci di pianificazione per l’area Reggiane e per l’ambito quartiere Santa Croce sono dunque diversi sul piano tecnico, ma sono stati attivati per raggiungere obiettivi analoghi e fra loro coincidenti.
Alle Reggiane la riqualificazione si sta attuando attraverso un partenariato che condivide importanti risorse pubbliche e private in coerenza con un disegno strategico, quello dell’Area nord, che investe su ricerca, innovazione, lavoro e qualità urbana. Dopo la realizzazione del Tecnopolo nel Capannone 19, sono ora in fase di riqualificazione i Capannoni 17 e 18, ed è in programma il riallestimento con nuove funzioni del Capannone 15, mentre sono ormai terminati i lavori di bonifica dell’area ed avviati i lavori di riqualificazione di piazzale Europa quale piazza del quartiere e accesso al Parco dell’Innovazione nell’area Reggiane.

UN NUOVO MODO DI ‘FARE CITTÀ’ – Nel caso dell’ambito di Santa Croce invece, di fronte ad una sopraggiunta, drastica riduzione delle risorse economiche di privati in grado di riattivare le aree dismesse, si è perseguita una profonda rivoluzione della cultura del ‘fare città’: dal controllo tipico di visioni urbanistiche monodirezionali dall’alto verso il basso, alla responsabilità diffusa della cura dei luoghi dell’abitare quotidiano, che ha messo al centro le persone, la loro storia, le loro aspirazioni e passioni, mentre all’Amministrazione comunale è spettato il compito di stimolare la nascita di una rete di relazioni fra tutti questi soggetti.
In assenza di sviluppo immobiliare e commerciale, aree abbandonate, come quelle dell’ambito di Riqualificazione di Santa Croce, hanno ispirato ed attratto economie informali e nuovi servizi auto-organizzati per la città. Questi spazi e terreni abbandonati, in un attesa di una trasformazione definitiva, sono diventati il luogo in cui ospitare usi temporanei di rilevante interesse pubblico, in un processo di rigenerazione urbana che parte dai contenuti, anziché dal contenitore.
Il riuso infatti, mette al centro il contenuto, la funzione, le persone che lo promuovono ed il loro rapporto con il contesto sociale in cui si innestano. Il valore, soprattutto sociale, del contenuto è dunque più importante del valore economico delle opere necessarie per farlo funzionare.

BANDO SUL RIUSO – Per fare emergere questa potenzialità di rigenerazione sociale è stato dapprima pubblicato un avviso, al fine di raccogliere da un lato le disponibilità di privati nella concessione di aree ed immobili non utilizzati e dall’altra sollecitare la presentazione di proposte da parte di cittadini, imprese, associazioni, di progetti per il riuso temporaneo degli stessi.
L’obiettivo era quello di promuovere operazioni coordinate di riuso temporaneo di ‘vuoti’, in attesa di trasformazioni definitive, avvalendosi delle forme di cittadinanza attiva, della capacità creativa di progettisti e imprese, di proprietari interessati a far riabitare seppur temporaneamente immobili dismessi.
Alla manifestazione di interesse hanno partecipato i proprietari dei principali complessi immobiliari e oltre 50 fra associazioni, imprese, cittadini, che hanno presentato progetti di rilevante interesse pubblico.
Le manifestazioni d’interesse comprendevano una molteplicità di funzioni: artigianato di servizio all’impresa e alle persone, esposizioni temporanee, spettacoli teatrali, laboratori didattici e attività sportive.
L’Amministrazione comunale, assieme a gruppi volontari di professionisti selezionati dagli Ordini e Collegi professionali di Reggio Emilia, cui va il sentito ringraziamento dell’Amministrazione per il prezioso contributo offerto, ha successivamente verificato le condizioni tecniche ed economiche per l’uso temporaneo degli edifici al fine di favorire l’incontro positivo fra tutti i soggetti, avendo come obiettivo la promozione di progetti a ‘bassa definizione’ edilizia, ma ad alto contenuto sociale.

ESITO DEL PROGETTO DI RIUSO – L’esito di questo lavoro, che cambierà la geografia di cultura, arte, lavoro e sport a Santa Croce, prevede l’inserimento delle seguenti funzioni negli edifici dismessi:

  • all’ex Mangimificio Caffarri di via Gioia troverà la sua nuova sede Remida, il progetto pilota sul riuso creativo dei materiali promosso dall’Istituzione Scuole e Nidi dell’ Infanzia del Comune di Reggio Emilia, Iren, e Fondazione Reggio Children. Il trasferimento di Remida all’interno degli spazi dell’ex-Mangimificio rappresenta anche l’occasione per rilanciare l’identità del progetto culturale, educativo, sociale ed ecologico che compierà vent’anni e si occupa: dell’offerta e distribuzione materiali di recupero; dello scambio di libri con zona lettura; di promuovere atelier di ricerca sui materiali di scarto, nonché workshop e corsi di formazione con spazi di lavoro aperti a vecchie e nuove artigianalità;
  • nella palazzina uffici di via Gioia 5 si insedierà l’associazione Ring 14;
  • il chiesolino sconsacrato di viale Ramazzini (angolo via Veneri) sarà la sede dell’associazione locale Ascoltare Santa Croce;
  • all’ex Maffia di viale Ramazzini sono invece già iniziati i lavori per ospitare la nuova sede della cooperativa sociale Anemos;
  • nelle strutture di via Talami, verranno recuperati da parte di Fer e Tper, gli immobili dismessi per ospitare le locomotive e i vagoni storici.

Sono state inoltre formulate le proposte di affitto per gli immobili via Gioia 22 e 24 al fine di ospitare le attività dell’Atletica leggera indoor, il centro di produzione, formazione e attività teatrali MaMiMò, il museo delle moto di Uisp, la società sportiva Taekwondoo Tricolore, un progetto di atelier didattico promosso dal nido-scuola Choreia a cura della cooperativa Panatarei, e l’associazione Safre che da tempo si occupa a Santa Croce di modellismo ed ha contribuito al recupero delle carrozze e locomotive storiche di Act. In particolare il Centro teatrale MaMiMò ha proposto il trasferimento nell’immobile di via Gioia di tutte le attività di formazione e creazione artistica riguardanti la Scuola di teatro e la Compagnia, quali i corsi di recitazione, drammaturgia, regia, i laboratori intensivi rivolti sia ad adulti, sia a ragazzi.
















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