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Domani si alza il sipario sul nuovo Memoria Festival di Mirandola

Melania-MazzuccoInizia domani, giovedì 9 giugno, a Mirandola (Modena) la prima edizione del Memoria Festival – promosso dal Consorzio per il Festival della Memoria in collaborazione con Giulio Einaudi editore – che fino al 12 giugno propone decine di occasioni per riflettere sugli infiniti volti della memoria e le sue possibili declinazioni, spaziando dagli ambiti scientifici a quelli umanistici, con la partecipazione di grandi protagonisti della scena culturale italiana e internazionale. Il caleidoscopio di incontri, conferenze, tavole rotonde, concerti, spettacoli, proiezioni, workshop, laboratori, mostre, giochi, prende il via domani alle 16 nella Tenda della Memoria (Piazza Costituente) con la cerimonia di inaugurazione nella quale intervengono Maino Benatti, Sindaco del Comune di Mirandola, Massimo Mezzetti, Assessore alla cultura, politiche giovanili e politiche per la legalità della Regione Emilia Romagna e Giuliano Albarani, Presidente del Consorzio per il Festival della Memoria.

Come ogni ricordo subito ne richiama un altro, così il programma del Memoria Festival restituisce nella propria struttura il funzionamento della memoria: se per Ralph Waldo Emerson La conversazione è un gioco di cerchi, lo stesso vale per i meccanismi mnemonici che, simili ai cerchi su uno specchio d’acqua dopo aver gettato un sasso, non appena messi in moto da quell’evento si riproducono ed espandono sempre di più. Per raccontare ed estendere progressivamente il raggio d’azione della memoria comprendendo spazi sempre più ampi di significati e suggestioni, il programma è articolato in 10 cerchi tematici, che includono appuntamenti e attività per tutti i gusti e le età. L’innesco dei cerchi della memoria è costituito dal linguaggio, quello degli autori che si alternano, quello dell’arte e del cinema, quello dei giochi e dell’architettura stessa, e ogni cerchio è dedicato a un aspetto, un’interpretazione, una suggestione scaturita dalla memoria: I. Una lezione, II. Memoria delle cose, III. Memoria e scienza, IV. Dialoghi, V. Storia e memoria, VI. L’uomo al centro, VII. La vita in gioco, VIII. Memoria e scrittura, IX. La memoria dei Pico, X. La memoria fra giochi, cinema, spettacoli e mostre.

L’esplorazione e la narrazione del ricco universo della memoria sono affidate – tra gli altri – a scrittori come Gianrico Carofiglio, Melania Mazzucco (che racconta la vita del filosofo e umanista Giovanni Pico, il mirandolese più famoso della storia), Michela Murgia e Francesco Piccolo, poeti come Valerio Magrelli, giornalisti (Corrado Augias, Francesco Merlo, Benedetta Tobagi), storici (Alberto Melloni, Paul Ginsborg, Marco Revelli), matematici (Claudio Bartocci, Piergiorgio Odifreddi), chef e promotori delle tradizioni enogastronomiche (Davide Paolini, Carlo Petrini), cantautori e musicisti (Roberto Vecchioni, Uto Ughi), fotografi (Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna), personaggi televisivi (Michele Mirabella) e personaggi impegnati nel sociale (Luigi Ciotti). Ai dialoghi e alle lectio, concentrati in particolare nelle ore diurne, seguono momenti più orientati verso l’intrattenimento, come i concerti del jazzista Danilo Rea, dell’Orchestra Popolare La Notte della Taranta e lo spettacolo La buona novella di David Riondino. Una rassegna di proiezioni permette di vedere indimenticabili capolavori del cinema muto, quali Metropolis di Fritz Lang e Il grande dittatore di Charlie Chaplin, assieme a titoli più recenti come Storia di ragazzi e ragazze di Pupi Avati, Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore e Viaggi di nozze di Carlo Verdone (i tre registi sono ospiti del Festival per un ciclo di appuntamenti dedicati a “cinema e memoria”).

Gli appuntamenti del primo giorno

Subito a seguire dopo l’Inaugurazione, alle 17 nella Tenda della Memoria, la scrittrice Melania Mazzucco racconta Giovanni Pico come un romanzo: il mirandolese più conosciuto al mondo, filosofo, umanista e maestro nell’arte della memoria, rivive nella narrazione di una delle più importanti scrittrici italiane contemporanee. Intanto, sotto i Portici di Palazzo Bergomi, alle 17 i più piccoli possono cimentarsi con il Torneo di giochi “Giovani nel tempo: la sfida intergenerazionale”, una serie di giochi a coppie (Verba Volant e Non c’è 2… senza 3) per mantenere in perfetta salute mente e memoria, oppure ai Giardini bassi divertirsi con Attività a tavolino, giochi da tavolo e laboratori. Sempre all’aperto, nel Giardino di Pico alle 17.30 Patrizia Gabrielli, Natalia Cangi e Bruno Simili riflettono sull’intreccio fra storia personale e grande Storia a partire dal memoir di Margherita Ianelli Quando la mia mente iniziò a ricordare. Autobiografia 1922-1994, in cui l’autrice racconta di come, dopo una vita passata fra campi, lavori domestici e maternità, a cinquant’anni decise di tornare sui banchi di scuola, abbandonati da bambina. Sempre alle 17.30, al Foyer del Teatro Nuovo lo storico del cinema Gian Piero Brunetta incontra Gian Luca Farinelli, direttore della cineteca di Bologna, sul tema La memoria del cinema: passato, presente e futuro, a seguire la proiezione del film Fiat Lux. Gaetano Martino e la cineteca lucana.

Per chi volesse mettere alla prova la propria memoria, l’appuntamento è alle 18 sotto i Portici di Palazzo Bergomi per il Corso di allenamento della memoria (in collaborazione con Asdam, Ausl e Asp) mentre un’altra memoria, quella storica legata al territorio, è protagonista dell’appuntamento, sempre alle 18, presso la Galleria del Popolo: La memoria del passato e le eccellenze del presente nella “visita virtuale” di Mobimed, il museo del biomedicale mirandolese, che attraverso un suggestivo viaggio virtuale presenta le capacità creative e produttive del distretto industriale. Dalla scienza si passa alla riflessione di carattere umanistico con Don Luigi Ciotti che, alle 18.30 nella Tenda della Memoria (Piazza Costituente), indaga il rapporto fra Memoria e profezia: il fondatore di Libera, l’associazione impegnata nella sensibilizzazione e nella lotta contro le mafie, accompagna il pubblico del Festival in una riflessione su due dimensioni apparentemente inconciliabili, eppure entrambi indispensabili, per la vita dell’uomo. Una vita che, sappiamo oggi, ha un impatto sempre più dannoso sull’ambiente e sulle sue risorse limitate: per questo Andrea Segrè, ideatore del Last Minute Market, nel suo incontro La memoria dello spreco, lo spreco della memoria (in collaborazione con Cir Food) alle 19.30 al Gazebo degli Archi, ricorda a tutti come cucinare senza sprecare sia possibile e soprattutto necessario. E per educare nei confronti di ciò che si mangia nonché sensibilizzare sulla qualità dei prodotti agroalimentari, alle 20.30 nella Galleria del Popolo si gioca a Cibo senza frontiere, tra memoria, tradizione e prodotti tipici, con Daniele De Leo.

La serata prosegue alle 21, nel Foyer del Teatro Nuovo, con la proiezione del film di Robert Wiene Il gabinetto del dottor Caligari, fra i capolavori assoluti del cinema muto e opera simbolo dell’espressionismo tedesco, antenata dei moderni thriller psicologici. Dalla suspense del grande schermo al lirismo dei versi, nel Giardino di Pico alle 21.30 il poeta Valerio Magrelli si sofferma sul rapporto fra Memoria e poesia: in che modo i versi possono scavare nel ricordo, riportandolo alla luce e trasformandolo in qualcosa di diverso? In contemporanea, nella Tenda della Memoria, lo scrittore Marino Niola e il “gastronauta” Davide Paolini esplorano La memoria del gusto, in un incontro dedicato a quel senso che, come insegna Proust, ha legami fortissimi con il ricordo. La prima giornata del Memoria Festival si conclude alle 22 in Piazza Conciliazione con lo spettacolo Memorie di guerra e di pace. La Grande Guerra (vista dagli occhi di un bambino) – musica di Claudio Ambrosini, drammaturgia e voce narrante Sandro Cappelletto, coro Coenobium Vocale diretto da Maria Dal Bianco, soprano Sonia Visentin: è la storia di un bambino che, alla fine della Grande Guerra, rievoca il conflitto in un quaderno ricco di drammatiche suggestioni, che ha ispirato il racconto di Sandro Cappelletto e la musica di Claudio Ambrosini, in uno spettacolo scandito dalle atmosfere tramandate dai canti popolari.
















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