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Bologna, l’Autobus da Comunità a Community: oggi scrittori a bordo!

Tper-Antartide“Non è la prima volta che salgo su un bus senza sapere dove andrà: ascolto i discorsi tra i passeggeri, le telefonate, i litigi, è come essere al cinema: tante storie diverse e scelgo io quale guardare. Il problema è che non si viene quasi mai a conoscenza del finale: poco male, me lo invento io da solo”. Luogo quotidiano di incontri, spazio privilegiato per la raccolta di storie e personaggi, una piazza pubblica condensata in pochi metri quadrati: un bus è questo e tanto altro, e a raccontarcelo nelle maniere più fantasiose possibili sono i ragazzi delle scuole medie e superiori di Bologna, che questa mattina hanno attraversato la città a bordo di un autobus tutto speciale.

A bordo, alcuni autisti e verificatori Tper, i ragazzi del Liceo Galvani, della Scuola Media Farini e del CIOFS Bologna, il responsabile della Gestione Esercizio di Tper, Gabriele Monaco, gli scrittori Gianluca Morozzi e Cira Santoro, due “arzille vecchiette del bus 21” e una speciale installazione di racconti e fotografie realizzate dai ragazzi dalle scuole bolognesi che hanno partecipato quest’anno alla terza edizione del progetto di Tper “L’Autobus da Comunità a Community”, curato dai formatori del Centro Antartide, esperti di comunicazione sociale ed ambientale.

Oltre 1200 studenti sui territori metropolitani di Bologna e Ferrara, più di 50 classi delle scuole medie e superiori incontrate da una trentina tra autisti e verificatori dell’azienda e diverse centinaia di post e racconti pubblicati negli ultimi 3 anni: sono i numeri di questa iniziativa che ha il suo motore nell’incontro, che avviene in classe, tra i ragazzi e il personale Tper, autisti ma anche i tanto temuti controllori. Una finestra che si apre non solo su professioni più sconosciute di quanto si pensi, ma soprattutto uno scambio su usi e visioni del trasporto pubblico, un bene comune dal cui buon funzionamento traggono vantaggio tutti e il cui buon andamento dipende dal contributo di ognuno e dalla capacità di collaborare del personale e degli utenti del bus e della strada.

“I giovani rivestono una parte importante degli utilizzatori dei mezzi pubblici, nonché il futuro di tutti noi. Come Tper abbiamo da subito rilanciato l’idea di interloquire con loro dando vita a questo progetto che prosegue con crescente interesse da parte degli studenti e delle scuole” – ha dichiarato la presidente di Tper, Giuseppina Gualtieri, a proposito dell’iniziativa, giunta al suo terzo anno d’effettuazione – “La scelta di mettere a confronto, in aula, le figure di maggiore contatto con l’utenza, autisti e verificatori, ha consentito una conoscenza incrociata di esigenze, difficoltà, problematiche di chi il servizio lo gestisce e di chi lo utilizza ogni giorno; un approccio non cattedratico, ma spontaneo, che è stato di reciproca utilità e ci ha spinto a dare continuità a questa iniziativa che ogni anno si arricchisce di contenuti nuovi”.

Dopo gli incontri in classe, dagli esiti talvolta sorprendenti, i ragazzi sono invitati a rimboccarsi le maniche e creare diversi strumenti per raccontare a tutta la città in questa visione dell’autobus. Accanto al blog Instamove, instamove.altervista.org , costruito dai ragazzi e che ogni anno si alimenta dei loro post su questo tema, quest’anno come novità il progetto ha coinvolto anche alcuni ospiti speciali, scrittori bolognesi che hanno “allenato” i più giovani a guardare il bus con occhi diversi, quelli dell’osservazione attenta e della creatività, e a scrivere veri e propri racconti: perché lo spazio e il tempo di una corsa sull’autobus sono prima di tutto un ricchissimo e inedito concentrato di storie di vita e di personaggi. A bordo, questa mattina, non a caso, erano presenti anche le ormai famose “Arzille Vecchiette del Bus 21”, protagoniste del famoso blog e libro di Cira Santoro, pronte anche a discutere con i ragazzi, fuori dalla narrazione, del complesso tema della convivenza tra giovani e anziani sugli autobus della città.

Non solo scrittori e blogger: quest’anno i ragazzi delle 20 scuole partecipanti hanno anche lavorato ad alcuni video, a un reportage fotografico sui bus della Bolognina (esposto questa mattina sul bus insieme ai racconti)  e anche ad una speciale App per smartphone, realizzata dai ragazzi che si stanno specializzando in informatica presso  l’Istituto Belluzzi:  l’applicazione unirà alcune funzioni di utilità per il viaggiatori e  la valorizzazione dei racconti, che saranno così presto comodamente leggibili dai propri cellulari e tablet.
















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