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Alla Fondazione Collegio S.Carlo conferenze della Scuola Internazionale di alti studi a cura di Luigi Perissinotto

Luigi-PerissinottoL’incontro di venerdì 13 maggio alle ore 17.30, dal titolo Wittgenstein e l’interpretazione è organizzato dalla Scuola di Alti Studi della Fondazione Collegio San Carlo di Modena ed è tenuto da Luigi Perissinotto, professore di Filosofia teoretica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove dirige il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali. Membro della Società Filosofica Italiana, della Società italiana di filosofia del linguaggio e della Austrian Ludwig Wittgenstein Society, è redattore della rivista «Filosofia e teologia». I suoi interessi si sono concentrati sul rapporto tra linguaggio e interpretazione, seguendo due direttrici complementari: da una parte, la filosofia di Wittgenstein, il suo rapporto con la tradizione classica e la sua ricezione nella riflessione filosofica contemporanea; dall’altra, le complesse relazioni tra i concetti di significato, linguaggio e verità nella tradizione analitica e in quella ermeneutica. Recentemente ha pubblicato: Le vie dell’interpretazione nella filosofia contemporanea (Roma-Bari 2002); Wittgenstein. Una guida (Milano 2008); Un filosofo senza trampoli. Saggi sulla filosofia di Ludwig Wittgenstein (Milano-Udine 2011); The Darkness of this Time. Ethics, Politics, and Religion in Wittgenstein (a cura di, Milano-Udine 2013); Wittgenstein and Plato. Connections, Comparisons and Contrasts (a cura di, New York 2013).

Wittgenstein intende mantenere e difendere la distinzione tra comprendere e interpretare. Affermare che «comprendere è, in realtà, interpretare», del resto, sarebbe una mossa riduzionistica interamente estranea all’impostazione wittgensteiniana.

Una conclusione importante che possiamo trarre – afferma Perissinotto – è che distinguere tra comprendere e interpretare non obbliga affatto a sostenere che vi sono degli enunciati (dei simboli; delle immagini) che, per così dire, dettano il modo in cui devono essere compresi sottraendosi così a ogni possibile interpretazione.

Quando non si interpreta più non è perché non si possa più interpretare: «Non che questo simbolo non si possa più interpretare: sono io che non interpreto. Non interpreto perché mi sento perfettamente a mio agio nell’immagine attuale» (Zettel, § 234 ). In questo passo di grande rilievo Wittgenstein attira la nostra attenzione su almeno due punti: nessun simbolo o enunciato o immagine è, in quanto tale o di principio, sottratto all’interpretazione. I confini tra ciò che non interpretiamo e ciò che interpretiamo possono essere diversamente tracciati, a seconda del variare, più o meno radicale, delle circostanze. Ciò che ora non viene interpretato, ma semplicemente compreso, potrebbe, in altri contesti, esigere un intenso lavoro di interpretazione.

Tale eventualità, tuttavia, non giustifica in alcun modo il sospetto che il mio non attuale interpretare sia il frutto di avventatezza e superficialità. Qui si può estendere all’interpretazione quello che Wittgenstein dice del dubbio in uno dei più compatti e significativi testi dell’ultima parte della sua opera, Della certezza: il fatto che possa immaginare delle circostanze in cui potrei dubitare di ciò di cui ora non dubito non rende per nulla sospetto il mio attuale non dubitare: «Quello che devo far vedere è che un dubbio non è necessario, neanche quando è possibile».

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione; su richiesta sarà possibile ricevere un attestato di presenza. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, è realizzato con il contributo della Banca Popolare dell’Emilia Romagna e sarà inserita nell’archivio presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.

La Scuola di Alti Studi, che ha per fine la formazione post-lauream secondo programmi di ricerca interdisciplinari (filosofia, sociologia, antropologia, scienze religiose), prevede due distinti percorsi formativi, ai quali si accede per concorso pubblico internazionale: il corso di perfezionamento triennale che è equipollente al dottorato di ricerca e il corso di specializzazione annuale. Per ciascuno degli anni di corso, sono previsti corsi residenziali obbligatori con docenti di fama internazionale, oltre a lezioni, seminari, incontri di discussione per un totale annuo di 250 ore di lezione in lingua italiana, francese e inglese. Sono ammessi alla Scuola cittadini europei in possesso di laurea. Tutti gli allievi della Scuola sono sostenuti da borsa di studio.

 

Per informazioni: Tel. 059.421240 – sas@fondazionesancarlo.it – www.fondazionesancarlo.it
















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