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Unimore rivolge la sua attenzione alla fusione del ghiacciaio dell’Adamello

Un’escursione tra Idrologia, Glaciologia e Alpinismo in uno scenario di rapido cambiamento climatico, alla scoperta delle sorti del più grande ghiacciaio italiano – il ghiacciaio dell’Adamello, che si trova in alta Valle Camonica, a cavallo tra la regione Lombardia e il Trentino-Alto Adige, compreso tra una quota massima di 3530 m sul livello del mare e una quota minima di 2550 m.

All’evoluzione dinamica del Ghiacciaio dell’Adamello, che sta attraversando una fase di rapido ritiro, causata da temperature estive più alte rispetto al passato e dallo scarso accumulo di neve nei mesi autunnali e invernali, il Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari – DIEF di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia dedica un appuntamento, mercoledì 4 maggio 2016 alle ore 17.00 presso la Sala Eventi del Tecnopolo (Via Vivarelli, 2) a Modena, che vedrà ospite il prof. Roberto Ranzi dell’Università degli Studi di Brescia.

Roberto Ranzi illustrerà le evidenze sperimentali e le direzioni di ricerca futura nel campo dell’idrologia, della glaciologia e della gestione delle risorse idriche in territori alimentati da ghiacciai, e porterà i presenti virtualmente in visita sul più grande ghiacciaio italiano, svelando scenari incantevoli, ma anche prospettive preoccupanti per questo importante sistema naturale.

“Il tema è rilevante per la gestione delle risorse idriche. Infatti – afferma il prof. Stefano Orlandini di Unimore – una parte rilevante delle risorse idriche si trova nei ghiacciai. L’alterazione di flussi idrici rilasciati dai ghiacciai può senz’altro giocare un ruolo importante per l’economia della Pianura Padana, dove i regimi idrologici dei corsi d’acqua alpini, magri in inverno e pieni in estate, e appenninici, magri in estate e pieni nelle stagioni più fredde, sono stati per secoli complementari, contribuendo allo sviluppo agricolo e industriale delle aree che si estendono lungo la valle del fiume Po”.

Il seminario è aperto a tutti gli appassionati di alpinismo ed alle persone che vogliono approfondire il tema dei rapidi mutamenti osservati nei nostri ghiacciai.

 

Roberto Ranzi

E’ professore ordinario all’Università di Brescia dove insegna Hydraulic Structures e Monitoraggio e sistemazione dei bacini idrografici. Ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ingegneria Idraulica al Politecnico di Milano nel 1994. È autore di più di 160 pubblicazioni e comunicazioni a convegni nel settore dell’idrologia, delle costruzioni idrauliche, della gestione delle risorse idriche e del monitoraggio ambientale, delle quali oltre 40 sono state pubblicate su riviste internazionali ed una dozzina su libri e scritti scelti a diffusione internazionale con revisione. È stato co-editore del libro “Climate and Hydrology of Mountain Areas” edito dalla Wiley. È stato coordinatore del Gruppo di Lavoro sull’Idrologia nell’ambito del progetto di ricerca internazionale MAP-Mesoscale Alpine Programme. È coordinatore del Gruppo di Ricerca sul monitoraggio dei ghiacciai Italiani mediante immagini del satellite TERRA-ASTER nell’ambito del progetto di ricerca internazionale GLIMS-Global Land Ice Monitoring from Space, coordinato da U.S. Geological Survey. È Chairman del Climate Change Working Group dell’IAHR. È stato responsabile di sede di ricerche finanziate dalla Commissione Europea, MIUR, dal CNR, dal Ministero degli Esteri, dall’Agenzia Spaziale Italiana. Membro del Comitato Glaciologico Italiano, dell’IAHR, dell’IAHS, dell’EGU, è stato tra i soci promotori e fondatori della Società Idrologica Italiana.
















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