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I Sentieri della Democrazia: Castelvetro ricostruisce la Memoria

Castelvetro-memoriaIl Comune di Castelvetro di Modena ha avviato questa settimana un percorso di ricostruzione storica per trasmettere alla comunità l’eredità del 1945-1948, l’epoca che ha plasmato la Costituzione e la Repubblica italiana.

L’Ufficio Cultura dell’Amministrazione municipale affida allo storico Daniel Degli Esposti la direzione culturale di un progetto che ambisce a riscoprire il patrimonio collettivo del paese attraverso i metodi della storia orale e si propone di restituire i risultati della ricerca per mezzo di una pubblicazione monografica e con le tecniche della Public History.

La raccolta delle ultime memorie individuali o familiari si affianca alle indagini bibliografiche e archivistiche in una prospettiva che ambisce a inserire la storia locale nel contesto dell’Emilia postbellica e nello scenario dell’Italia repubblicana.

Le riprese audio e gli scatti fotografici di Fausto Corsini permettono di concepire un documentario storico e di organizzare risonanze resistenti all’interno delle rassegne culturali.

“E’ un progetto doveroso il nostro – conferma l’Assessore alla Cultura Giorgia Mezzacqui – cercare di ricostruire attraverso la testimonianza orale un periodo fondamentale. Vogliamo consegnare ai nostri studenti, cittadini consapevoli del futuro, quello che è stato il nostro percorso, la nostra conquista, il nostro passato. Ascoltare le voci, osservare le espressioni visive, emozionarsi, capire e commuoversi. E’ indispensabile raccogliere le memorie orali di coloro che c’erano e che ci narrano il nostro territorio, racchiudere il passato in uno strumento di conoscenza necessario. Abbiamo quindi iniziato le interviste che percorreranno le case di quei concittadini che potranno aiutarci, sarà un percorso lungo ma che auspichiamo possa fornire qualcosa di nuovo. Di essenziale. Uno strumento in cui riconoscersi e con esso comprendere”

 

Aggiunge lo storico Daniel Degli Esposti: “Castelvetro e la sua gente conservano ancora fra le pieghe della memoria alcune delle esperienze più significative della storia nazionale: l’impegno militare e culturale delle organizzazioni clandestine, il sostegno delle famiglie contadine alla Resistenza, le tensioni sociali e l’attivismo delle donne riecheggiano nell’immaginario collettivo, ma rischiano di perdere il valore costitutivo che la vivacità del Novecento aveva attribuito ai venti mesi più tragici, complessi e fecondi della memoria modenese. Nell’immaginario collettivo della comunità modenese gli stimoli e le contraddizioni dell’immediato dopoguerra non sono ancora stati inquadrati in modo del tutto sereno: l’impossibilità di fare i conti con un passato troppo spesso sottoposto alle deformazioni del mito o all’uso pubblico della storia ha accantonato gli strumenti dell’analisi per lasciare il posto alle divisioni strumentali della contingenza politica. Dal momento che gli attuali scenari economici e geopolitici mettono in seria discussione i diritti civili, politici e sociali, risulta sempre più evidente la necessità di chiarire in modo critico e documentato le circostanze che hanno indotto i protagonisti della Lotta di Liberazione e gli artefici della ricostruzione democratica ad agire secondo le diverse forme e i vari modi della Resistenza e dell’agone politico.

Le analisi storiche più recenti hanno dimostrato che le comunità di paese costituiscono significativi casi di studio delle dinamiche relazionali fra le autorità e i gruppi umani: le vicende dei territori periferici non rappresentano eventi trascurabili, ma costituiscono elementi fondamentali dell’evoluzione politica, sociale e culturale della nazione”.
















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