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Al Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria di Unimore superata la barriera dei mille iscritti

DISMI-csIl Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria – DISMI di Unimore – Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ha stabilmente superato la barriera dei mille iscritti.

La Facoltà di ingegneria di Reggio Emilia, nata nel 1999 e trasformatasi dal 2012  in Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria, poteva già contare alla data del 14 gennaio 2016 su 1.097 iscritti, un numero destinato ulteriormente a crescere con la ritardata iscrizione degli ultimi studenti “fuori corso”.

“L’aumento costante di iscritti e immatricolati a cui abbiamo assistito negli ultimi anni – riflette il Direttore del DISMI prof. Eugenio Dragoni – premia un impegno costante dedicato all’orientamento verso l’Ingegneria. Il contatto capillare con le Scuole, che trova momenti di particolare visibilità con gli eventi annuali <Unimore Orienta> di Reggio Emilia e di Modena, fanno sì che la realtà di Ingegneria Reggio Emilia sia adesso ben nota ai diplomati della Provincia e della Regione. A questo stimolo si aggiunge il forte fabbisogno di tecnici e di ingegneri industriali espresso dal mondo produttivo del nostro territorio e dell’intero Paese. Il flusso crescente di studenti verso Ingegneria Reggio Emilia è però alimentato soprattutto dalla qualità della formazione fornita ai nostri allievi e neolaureati e da questi trasportata nel mondo del lavoro e comunicata ai giovani che si affacciano all’Università. Lo studio di ingegneria è notoriamente duro, severo, prolungato, ma da noi reso divertente grazie all’approccio <Design Thinking>, un metodo basato su progetti e lavori di gruppo che vede Ingegneria Reggio Emilia primeggiare all’interno di un movimento pedagogico universitario di respiro internazionale”.

L’impennata verso la soglia dei mille iscritti è iniziata a partire dagli ultimi quattro anni accademici, dopo che per un lungo periodo il dato delle iscrizioni era rimasto sostanzialmente stabile attorno a 740 iscritti. Dal 2012/2013 si è assistito, invece, ad una inversione di tendenza, ad una progressione decisa e costante, che nel quinquennio 2011/2012 – 2015/2016 ha visto il numero degli iscritti al DISMI passare da 740 a 1.097 con un incremento in termini assoluti di + 357 studenti (+ 48,24%).

Oltre la metà (556) sono residenti reggiani (51%), mentre il 34% (373) viene da Modena. La restante parte di questa popolazione studentesca è composta per l’1% da stranieri (8) o da fuori regione (123 – 11%), mentre 37 (3%) arrivano da altre province dell’Emilia Romagna.

Guardando retrospettivamente la distribuzione geografica degli iscritti, si nota nel quinquennio un assottigliamento del peso percentuale dei reggiani a vantaggio dei modenesi. Per il resto, le variazioni riguardo al peso delle coorti di provenienza sono minime. Cinque anni fa nel 2011/2012, la distribuzione era questa: da Reggio Emilia 57%; da Modena 29%; dall’estero 1%; da altre regioni 11% e da altre province dell’Emilia Romagna 2%.

LE IMMATRICOLAZIONI

Tale incremento è stato sostenuto, soprattutto, dal forte interesse verso gli studi ingegneristici manifestato dai neodiplomati. Nell’ultimo quinquennio le immatricolazioni ai due corsi di laurea di primo livello (triennale), istituiti presso la struttura accademica reggiana (Ingegneria Gestionale e Ingegneria Meccatronica), da parte di studenti che si sono iscritti per la prima volta al sistema universitario italiano sono quasi raddoppiate e passate da 161 nel 2011/2012 alle 310 di quest’anno 20015/2016, evidenziando un aumento di + 149 unità (+ 92,55%).

Se, invece, si considerano tutti e quattro i corsi di laurea attivati, che comprendono anche le due lauree magistrali di secondo livello (Ingegneria Gestionale e Ingegneria Meccatronica) il numero effettivo degli immatricolati al DISMI (ovvero studenti iscritti al primo anno di uno dei corsi di laurea attivati) nello stesso periodo 2011/2012-2015/2016 è salito da 246 a 431, mettendo a segno un balzo di + 185 matricole (+ 75,20%).

Matricole reggiane e modenesi in questo caso ormai si equivalgono, a conferma che l’integrazione tra le due sedi universitarie a livello giovanile funziona ottimamente. Infatti, gli immatricolati per la prima volta al sistema universitario di quest’anno a Ingegneria di Reggio Emilia vengono per solo il 44% dal territorio reggiano, per il 41% da quello modenese, per l’11% da altre regioni e per un 4% da altre città emiliano-romagnole.

Cinque anni fa la situazione era ben diversa: 53% era da Reggio Emilia; 34% da Modena; 4% estero; 7% altre regioni; 2% da altre province dell’Emilia Romagna.

I LAUREATI

Nell’arco di diciassette anni solari (dal 1999 al 2015) il Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria ha fornito al territorio l’apporto di 2.141 professionisti.

A partire dai primi 16 laureati dell’anno solare 1999 il totale degli studenti che hanno conseguito il titolo di laurea in Ingegneria a Reggio Emilia è andato progressivamente ad aumentare fino a raggiungere il numero massimo di 193 ingegneri proclamati nel corso del 2015. Nell’ultimo decennio, in particolare, la media di studenti DISMI, che ha concluso con successo gli studi, è stata di circa centocinquanta l’anno.

“Di fronte a questi numeri – ha commentato il Rettore Unimore prof. Angelo O. Andrisano – c’è da restare stupiti ed anche compiaciuti. Questa crescita evidenzia la capacità dell’ateneo, e significativamente in questo caso del DISMI, di saper intercettare in maniera appropriata le esigenze di formazione superiore dei nostri giovani, ma anche l’attenzione costante a fornire al territorio figure di professionisti capaci di sostenere la sfida della competizione globale ed i processi di innovazione che essa richiede. La recente realizzazione del Tecnopolo darà ulteriore impulso alla scuola ingegneristica di Reggio Emilia, che attraverso nuovi laboratori potrà consolidare il suo prestigio. Comprendiamo che questi risultati, inattesi nella loro dimensione, ci caricano della responsabilità di dare agli studenti strutture adeguate, poiché le attuali sono ormai sottodimensionate. Mi auguro che le istituzioni, gli enti e le associazioni economiche reggiani sappiano comprendere l’importanza di avere cura della accoglienza dei giovani che frequentano le aule universitarie e non si commetta l’errore di trascurare lo sforzo sull’università nel momento in cui il Paese, ancora alle prese con l’uscita dalla crisi, ha più bisogno di laureati e di professionisti”.

L’OCCUPABILITA’

Pressoché immediato l’inserimento nel mondo del lavoro con svariate opportunità che consentono a quanti si laureano in Ingegneria a Reggio Emilia di contenere entro livelli poco più che fisiologici il tasso di disoccupazione, determinato secondo il metodo di rilevazione ISTAT.

Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, nella indagine condotta l’anno scorso sui laureati dell’anno solare 2014, ha evidenziato che l’indice di disoccupazione degli ingegneri reggiani a un anno dal titolo è dell’8,1%, con percentuali significativamente differenziate tra laureati triennali, per i quali l’inoccupazione è più elevata (17,1%), e laureati magistrali, per i quali questo indice precipita ad appena il 2%.

Col passare degli anni il fenomeno della disoccupazione, tuttavia, specie tra i laureati magistrali scompare. E a tre anni è praticamente azzerato e a cinque nullo.

Tra gli ingegneri laureati a Reggio Emilia nel 2014 AlmaLaurea ha calcolato che il tempo di attesa dall’inizio della ricerca al reperimento del primo lavoro è di nemmeno un mese e mezzo (1,3), sebbene siano ancora prevalenti forme di lavoro precario: ad un anno dal titolo, infatti, appena il 21,4% dei laureati triennali ha un’occupazione stabile; 26,2% per i laureati magistrali.

L’analisi condotta dal consorzio interuniversitario, tuttavia, evidenzia una tendenza per i laureati magistrali verso la progressiva stabilizzazione del lavoro: a tre anni dalla laurea il lavoro stabile riguarda il 61,4% degli ingegneri del DISMI e a cinque anni l’82,5%.

Altra caratteristica di questi laureati è che nella stragrande maggioranza (92,9%), già ad un anno dal titolo, lavorano nell’ambito privato con oltre il 60% che ha scelto l’industria: 42,9% per i laureati triennali e 71,4% per i laureati magistrali.

A tre e cinque anni tutti quanti hanno trovato occupazione nel privato e la quota assorbita dall’industria degli ingegneri reggiani oscilla tra il 67% (a cinque anni) ed il 75% (a tre anni).

IL GUADAGNO

Gli ingegneri magistrali reggiani sono i laureati meglio pagati di tutto l’Ateneo: già a un anno dal titolo di studio la retribuzione media è di 1.388,00 per i laureati magistrali (la media nazionale in questo caso è di 1.045,00 euro e quella di ateneo 1.192,00).

A tre anni la retribuzione sempre per i laureati magistrali sale a 1.543,00 euro mensili, con una forbice più favorevole ai maschi che vantano un salario medio di 1.607,00 euro contro appena 1.326,00 delle loro colleghe femmine.

A cinque anni dalla laurea la retribuzione mensile media di un ingegnere magistrale reggiano arriva a 1.767,00 euro ed il gap tra maschi e femmine si allarga ancora, poiché un ingegnere uomo riceve un compenso di 1.886,00 euro/mese ed un ingegnere donna si deve accontentare di 1.594,00 euro.

A giudizio unanime degli ingegneri magistrali reggiani il conseguimento della laurea nel tempo ha finito per favorire tanto un miglioramento nella posizione lavorativa (60%) quanto nelle competenze professionali (40%).

Poco riconosciute, invece, le competenze dei laureati triennali che a un anno da titolo si devono accontentare di un salario medio di 928,00 euro (la media nazionale è di 859,00 euro, mentre quella di ateneo per questa tipologia di laureati è più alta ed  è di 954,00 euro).

LA PERFORMANCE DEI LAUREATI

Il valore dei laureati reggiani è altresì confermato dall’impegno profuso durante gli anni di studio. Infatti, secondo il Rapporto AlmaLaurea sui laureati 2014, e pubblicato l’anno scorso, ben il 58% si laurea regolarmente in corso ed un 19,3% con massimo un anno di ritardo.

I più attivi sul fronte dello studio sono comunque i frequentanti le lauree magistrali, in quanto la quota di coloro che si laureano regolarmente in corso è del 69,4%, con un altro 21% che termina con un ritardo contenuto entro l’anno: solo uno su dieci temporeggia sui libri.

Tra i laureati triennali, invece, la quota di coloro che si laureano regolarmente in corso è più bassa 50% ed un altro 18,2% arriva al traguardo con un anno fuori corso.

In media l’85,5% degli studenti assiste a più del 75% degli insegnamenti previsti, con percentuali differenziate tra studenti di primo livello (90,5%) ed iscritti alle magistrali (78,7%).

PROFILO LAUREATI

Il 22,1% durante gli studi ha effettuato periodi di studio all’estero e ben il 90,3% ha svolto tirocini/stage riconosciuti dal corso di laurea.

Più di tre laureati su quattro ha una buona conoscenza dell’inglese scritto (87,6%) e parlato (73,1%).

Le aree aziendali a cui sono più interessati nella ricerca del lavoro sono: logistica/distribuzione (47,6%); organizzazione/pianificazione (53,8%); produzione (55,9%) e ricerca&sviluppo (57,2%).

Mentre nella ricerca del lavoro si dà soprattutto rilevanza nell’ordine di preferenza: alla acquisizione di professionalità (79,3%), alla possibilità di carriera (63,4%) ed alla stabilità/sicurezza del posto di lavoro (60%). La possibilità di guadagno viene al quarto posto ed è indicata dal 52,4%.

Oltre un terzo dei laureati reggiani in Ingegneria è disposto a lavorare anche all’estero, in uno stato europeo (33,3% tra i laureati triennali e 41,0% tra i laureati magistrali) ma anche extraeuropeo (32,1% per gli ingegneri triennali e 31,1% per i magistrali), e più di uno su tre 34,5% è disponibile ad accettare anche cambi di residenza, con predisposizioni molto più accentuate per i laureati magistrali (41%  contro il 29,8% di un laureato triennale).

GIUDIZIO DELLA LORO ESPERIENZA UNIVERSITARIA

Sempre in base all’indagine presentata l’anno scorso da AlmaLaurea sui laureati, gli ingegneri reggiani per ben il 94,5% esprimono un giudizio sufficientemente soddisfacente riguardo al corso di studio seguito ed il 78,6% ripeterebbe l’esperienza.

A giudizio unanime degli ingegneri magistrali reggiani, poi, il conseguimento della laurea nel tempo ha finito per favorire tanto un miglioramento nella posizione lavorativa (60%) quanto nelle competenze professionali (40%).

OFFERTA DIDATTICA

Presso il Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria sono attivi 4 corsi di laurea: due di primo livello (triennale), ovvero Ingegneria Gestionale ed Ingegneria Meccatronica, e due magistrali in Ingegneria Gestionale ed in Ingegneria Meccatronica. A questi si aggiunge tutta l’attività didattica post-laurea che comprende una Scuola di Dottorato in Ingegneria dell’Innovazione Industriale e due Master di secondo livello, ovvero Adaptive Manufacturing e Food Innovation, oltre a due corsi di perfezionamento in Ingegneria del Suono e Design & Management dei Servizi Integrati.

I frequentanti queste attività formative erano alla fine dello scorso anno accademico 66. Si può quindi calcolare che sono poco meno di 1.200 gli studenti che complessivamente beneficiano della proposta formativa fornita dal corpo docente del DSMI.

IL CORPO DOCENTE

La mole di queste attività poggia sulle spalle di un corpo docente di 42 persone strutturate e 23 a contratto:

–       10 Ordinari

–       22 Associati

–       10 ricercatori, di cui 5 a tempo determinato

–       23 Docenti a contratto, 8 dei quali svolgono attività a titolo gratuito

L’immissione di nuovi docenti è stata particolarmente sostenuta nell’ultimo anno, grazie ai rigorosi ed obiettivi criteri di redistribuzione interna introdotti da Unimore per utilizzare il cospicuo pacchetto di “punti organico” accumulati attraverso la gestione del 2014. Il DISMI al riguardo ha potuto beneficiare della assegnazione di ben 8 Professori Associati e 1 Ricercatore a tempo determinato.

“Adesso – conclude il Direttore del DISMI prof. Eugenio Dragoni – il nostro impegno è dedicato a sostenere e migliorare quanto abbiamo finora costruito per non tradire la fiducia degli studenti e la memoria del nostro primo Preside e Padre Fondatore, Olmes Bisi, recentemente deceduto. Lui ha avviato la Facoltà di Ingegneria a Reggio Emilia potendo contare su 5 docenti (lui compreso) e poche stanze a disposizione. Oggi, grazie alla sua visione iniziale, siamo 42 tra docenti e ricercatori stabili, più 70 giovani ricercatori che ci aiutano su progetti specifici, spesso finanziati dalle aziende. Abitiamo nel Campus San Lazzaro, un giardino della conoscenza del quale apprezziamo il recente miglioramento urbanistico, anche se evidenzia problemi di accessibilità ad alcune strutture universitarie. L’aumento degli studenti pone però problemi di accoglienza, con le attuali strutture (aule e laboratori) appena sufficienti a contenere gli iscritti. Servono aule più grandi, nuovi laboratori per ricerca e didattica, la biblioteca, sale studio, una mensa interna, insomma gli elementi qualificanti della vita universitaria che gli studenti meritano e che il Campus San Lazzaro può offrire se mantenuto al centro dell’attenzione e degli investimenti della Città”.
















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