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Memoriale della Shoah, oggi a Bologna l’inaugurazione

Memoriale-BolognaNella nuova piazza realizzata tra via Carracci e il ponte di via Matteotti, è stato inaugurato oggi il Memoriale della Shoah di Bologna, nato dall’impegno congiunto della Comunità Ebraica, di istituzioni e privati cittadini concepito durante il 70° anno dalla liberazione di Auschwitz e realizzato a tempo di record. Un’opera che si rivolge tanto al passato quanto al futuro. 

Due blocchi di acciaio alti 10 metri si fronteggiano convergendo l’uno verso l’altro fino a delimitare una fessura larga appena da far passare un persona. Ai lati, orbite vuote sovrastano il percorso ripetendosi in maniera ossessiva in tutte le direzioni. Rappresentano le celle dei deportati; il vuoto lasciato da chi le occupava.
Ma esiste un’altra faccia del Memoriale: una facciata liscia – dove il perimetro delle celle si indovina solo attraverso lievi sporgenze – pensato espressamente per riflettere suoni, luci e immagini.
Il monumento è pensato come un magnete: vuole attirare le persone, farle riflettere, discutere, pensare su quanto è accaduto nella storia: sulla Shoah e sui nomi che lo sterminio ha assunto nelle diverse lingue e culture cha ha cercato di estinguere. Ma non solo. Il fatto di erigerlo alla stazione ferroviaria di Bologna– dove si consumò l’attentato del 2 agosto 1980 – è la sintesi della sua natura: il ricordo.

Il simbolismo gioca un ruolo importante nel monumento. Non ci sono scritte – eccetto una targa con i benefattori che l’hanno reso possibile – ma è il luogo stesso a parlare: una piazza immacolata, sorta sopra la neonata stazione dell’alta velocità.

Il monumento è il progetto vincitore di una competizione internazionale che, in pochi mesi dalla pubblicazione del bando ha raccolto 284 proposte da altrettanti architetti e studi di progettazione. Il 30 per cento proveniva dall’estero. Dall’intuizione iniziale all’inaugurazione, l’intera opera è stata realizzata in un anno esatto.

Le cavità cubiche che si ripetono morbose convergono sul visitatore trasmettendo il malessere che raffigurano. Anche la scelta del materiale – l’acciaio cor-ten che si corrode all’aria aperta – suggerisce l‘oppressione di ciò che rappresenta. Nei blocchi, però, la profondità spaziale assume il ruolo del tempo: sulla faccia interna ciò che è avvenuto, sulla faccia esterna, l’oggi. Il Memoriale non è un punto di arrivo, ma la scintilla di un processo culturale e di vita capace di catalizzare interesse, quesiti e una continua riflessione nella città.

 
















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