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Modena ricorda Alfeo Corassori a 50 anni dalla morte

Alfeo-CorassoriIl Consiglio comunale di Modena, nel 50° della morte avvenuta il 27 novembre 1965, ricorda Alfeo Corassori, primo sindaco della città dopo la Liberazione, con una mostra nella sala dei Passi perduti di Palazzo Comunale e con una iniziativa commemorativa, alle 17.30 all’interno della seduta di giovedì 26 novembre.

Saranno il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e la presidente del Consiglio comunale Francesca Maletti a introdurre l’intervento di Giovanni Taurasi, dell’Istituto storico di Modena, accompagnato da letture affidate all’attore Michele Dell’Utri.

In programma in Consiglio anche la proiezione di un video sulla vita di Corassori, ideato da Giovanni Taurasi con la collaborazione del regista Federico Baracchi. Il filmato affianca momenti della biografia di Corassori agli eventi di quegli anni in cui Modena cambiava, testimoniando l’unità d’intenti e l’impegno di sindaco e cittadini per dare un futuro brillante a una città che usciva poverissima dalla guerra. Nel documentario anche scene inedite dei funerali di Corassori e interviste a testimoni dell’epoca come Ezio Bompani e Aude Pacchioni.

Lo stesso tema è illustrato dalla mostra “Sindaco Corassori operaio Alfeo” che si inaugura nella Sala dei Passi perduti di Palazzo comunale ed è promossa dal Comune in collaborazione con la Polisportiva Corassori e l’Istituto storico di Modena, che l’ha progettata e realizzata con la cura di Giovanni Taurasi.

In 14 pannelli che presentano fotografie e documenti, la mostra racconta la vicenda personale e storica di Corassori e di Modena, passando dagli anni della guerra e della Resistenza a quelli della ricostruzione in cui, sotto la guida del sindaco Corassori al governo della città per 17 anni, si gettano le basi della nuova Modena democratica e se ne disegna lo sviluppo, con grande partecipazione dei cittadini.

La mostra resta allestita a Palazzo Comunale fino al 20 dicembre per poi essere trasferita alla Polisportiva Corassori.

 

IL PRIMO SINDACO DOPO LA LIBERAZIONE

Guidò Modena per 17 anni. Brevi cenni biografici su Alfeo Corassori

Alfeo Corassori nasce a Campagnola di Reggio Emilia il 3 novembre 1903. Figlio di contadini, presto si trasferisce a Carpi, dove lavora nei campi come bracciante e contemporaneamente svolge attività politica sin da giovanissimo. Sedicenne si iscrive alla federazione giovanile socialista, ma già nel 1921 aderisce al neonato Partito comunista d’Italia, fondando la Federazione modenese insieme a uno sparuto gruppo di militanti (appena una trentina di aderenti in provincia). Perseguitato e condannato più volte al carcere e al confino dal Tribunale Speciale, dopo l’8 settembre 1943 è tra gli organizzatori del movimento partigiano modenese e fa parte del triumvirato insurrezionale emiliano. Finita la guerra viene nominato sindaco di Modena dal Comitato di Liberazione Nazionale e confermato alla guida del Comune con le prime elezioni democratiche del 1946. Eletto in Assemblea Costituente il 2 giugno 1946, rinuncia all’incarico per dedicarsi pienamente all’attività di sindaco sino alle sue dimissioni nel 1962. Muore il 27 novembre 1965. Durante i diciassette anni nei quali Corassori è sindaco di Modena la città si lascia alle spalle le ferite e i segni della guerra e cambia il suo volto urbanistico e sociale. Il primo mandato amministrativo dal 1946 al 1951 è caratterizzato dalla fase dell’uscita dalla guerra con il Piano della ricostruzione della città elaborato nel 1947. Il comune guidato da giunte di socialisti e comunisti affronta i problemi più urgenti in una città segnata dai bombardamenti e dalla riconversione postbellica: la carenza di alloggi (con circa 10mila senzatetto) e quella di lavoro (oltre 50mila i disoccupati sono rilevati a Modena tra 1948 e 1949). Viene istituito l’Ente comunale di assistenza per sostenere gli indigenti. Lo spirito di solidarietà è diffuso e non ha confini locali o regionali. Tra il secondo e il terzo mandato, 1951/56 e 1956/60, grazie all’opera delle giunte guidate da Corassori, la città, che vede crescere la sua popolazione di 30mila unità arrivando a circa 140mila abitanti, vive una significativa trasformazione economica, sociale ed urbanistica: viene inaugurato il nuovo Mercato Bestiame nel 1951 e avviata la costruzione del nuovo policlinico a metà del decennio, realizzate opere di edilizia scolastica e civile, ristrutturati i trasporti pubblici da tranviari a filoviari, sviluppati servizi pubblici e realizzati investimenti in infrastrutture e fonti energetiche, con la costituzione di due consorzi provinciali (uno per la viabilità e uno per la distribuzione del gas metano), ampliata la viabilità della città e realizzate aree attrezzate, con la nascita dei primi villaggi artigiani, costruita una nuova scuola provinciale destinata a fornire quadri e figure tecniche alle imprese locali, progettate le prime politiche sociali ed educative, promosse politiche per la casa e delineato il primo Piano Regolatore Generale (modificato e approvato poi definitivamente nel 1965).
















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