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Zone Franche Urbane, Rete Imprese: non c’è ancora il bando per l’esenzione dal pagamento delle tasse e fra 8 giorni si versano gli acconti

Giorgio_Vecchi“Nonostante le ripetute e quasi giornaliere sollecitazioni e pressioni, il Ministero non ha ancora emanato il provvedimento sulle Zone Franche Urbane, che prevede l’esenzione dalle imposte per le imprese dell’area sisma ed alluvione per l’anno 2015: questo ritardo mette per l’ennesima volta in difficoltà le imprese, già duramente colpite dalle calamità e dalla burocrazia sviluppatasi attorno alle procedure per l’accesso ai contributi per la ricostruzione”. Così si esprime Giorgio Vecchi, presidente provinciale di Confcommercio Modena e coordinatore pro-tempore di Rete imprese Italia (che riunisce Confcommercio, Fam, Confesercenti, Cna e Lapam Confartigianato), che già aveva lanciato il grido di allarme nei giorni scorsi, sollecitando Governo, Regione ed Enti Locali a velocizzare il necessario percorso burocratico.

“Il 30 novembre scadranno i termini per il 2° acconto delle imposte (quindi il 100 per cento delle imposte sull’anno precedente) – prosegue Erio Luigi Munari, presidente provinciale Lapam Confartigianato – e, non essendoci più i tempi per la funzionalità del bando, i nostri imprenditori saranno costretti a prendere una decisione sul versamento degli acconti con il rischio concreto di incorrere in sanzioni nel caso in cui decidessero per il non versamento delle stesse”.

“Solo in questi giorni i comuni hanno deliberato le perimetrazioni delle aree ZFU in cui prevedere le esenzioni che avevamo sollecitato una settimana dopo la conversione in legge del DL 78 avvenuta il 24/08/2015 – racconta Umberto Venturi, Presidente provinciale Cna – : questo ritardo evidenzia quanto anche i Comuni abbiamo dovuto lavorare in condizioni di difficoltà e precarietà interpretativa”.

“Inoltre – puntualizza Massimo Silingardi, presidente provinciale Confesercenti – in sede di conversione erano rimaste fuori alcune importanti attività (forni, corniciai, pasta fresca, sartorie, fotografi, noleggio video, tipografie, legatorie, laboratori orafi, per citare i più importanti casi), ed avevamo proposto un emendamento ad hoc, che però in Senato è stato respinto. Ma non abbiamo nessuna intenzione di indietreggiare, per cui ci adopereremo affinché sia riproposto, e questa volta passi, alla Camera.”

“Ancora una volta siamo vittime della burocrazia – conclude Giorgio Vecchi -, ma non abbiamo nessuna intenzione di abbassare la testa: non accettiamo da nessuno che si calpesti la dignità delle nostre imprese e continueremo a dare battaglia per vedere riconosciuti i nostri diritti.”
















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