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Calano i concordati preventivi ed i fallimenti in provincia di Modena

Dopo anni di crescita sono finalmente in calo le procedure concorsuali autorizzate dal Tribunale di Modena, ed anche il numero dei fallimenti dichiarati nei primi nove mesi di quest’anno è inferiore a quello del 2014. Se, infatti, nel 2011 i concordati preventivi sono stati 25, nel 2012 il loro numero è salito a 53 per passare a 71 nel 2013 e scendere a 57 nel 2014, mentre da gennaio a settembre 2015 i concordati autorizzati sono stati 45. L’andamento dei fallimenti si discosta di poco: 165 casi nel 2011; 160 nel 2012; 184 nel 2013 e ben 225 nel 2014, mentre nei primi 9 mesi del 2015 ne sono stati dichiarati 120.

I numeri delle imprese modenesi in sofferenza sono stati illustrati ieri nel corso del convegno sulle novità del diritto fallimentare organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Modena presso l’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza. Il convegno è stato indetto anche per fare il punto sulle recenti modifiche apportate alla normativa che regola il concordato preventivo, istituto di garanzia dei creditori non privo di criticità, che vedrà un’ulteriore riforma nei prossimi mesi.

“Alla luce delle importanti novità in tema di concordato preventivo che il legislatore ha introdotto, con il D.L. 83/2015 convertito nella legge 132 del 6 agosto, abbiamo ritenuto necessario organizzare un momento di confronto e valutazione tra tutti i soggetti coinvolti” ha sottolineato Alessandro Clò, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Modena. “Il concordato preventivo – ha ricordato il presidente dei Commercialisti modenesi – è un istituto giuridico che ha come scopo la continuità aziendale in caso di crisi. Purtroppo negli ultimi anni se ne è fatto talvolta un uso non conforme allo spirito della norma che l’ha istituito, costringendo il legislatore ad emanare le disposizioni correttive di cui sopra: sono state fissate le cosiddette ‘soglie minime di pagamento’ garantite ai creditori, al di sotto delle quali la procedura non può essere avviata e si è prevista la possibilità di presentare piani di ristrutturazione aziendale alternativi e concorrenti. Entro la fine dell’anno sono inoltre attese ulteriori misure strutturali in tema di diritto fallimentare, che saranno attivate per mezzo di un’apposita legge delega il cui testo è attualmente al vaglio di una specifica commissione tecnica interdisciplinare. Analizzando i dati di cui sopra possiamo affermare che l’onda lunga della crisi possa dirsi ormai passata. Probabilmente la spiegazione è duplice: l’andamento di concordati e fallimenti è sicuramente legato al ciclo economico (che ha fatto sentire gli effetti più profondi della crisi proprio tra il 2011 ed il 2013), ma anche ad un utilizzo più appropriato del concordato dopo una prima fase iniziale di rodaggio”.

Nel corso del convegno sono stati affrontati, sotto i diversi ambiti disciplinari coinvolti – tecnico, giuridico, economico – le ricadute pratiche delle recenti modifiche normative. Tra i relatori, infatti,  figuravano esperti quali Vittorio Zanichelli (Presidente del Tribunale di Modena), Sido Bonfatti (docente di Diritto Commerciale e Diritto Fallimentare presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, nonché Presidente del Centro Studi di Diritto Fallimentare di Modena), Rolandino Guidotti (docente di Diritto Commerciale presso l’Università di Bologna), Luciano Varotti (Giudice Delegato ai fallimenti presso il Tribunale di Reggio Emilia) e Luca Mandrioli (docente di Diritto delle crisi d’impresa presso il Dipartimento di Economia “Marco Biagi” dell’Università di Modena e Reggio Emilia).
















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