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In diminuzione, in regione, le imprese giovanili

giovani_10In Emilia-Romagna, in uno scenario dominato dalla speranza che la ripresa dell’economia si consolidi, e con essa nuove opportunità di lavoro e voglia di dare corpo a un’idea facendo impresa, la base imprenditoriale giovanile continua però a contrarsi. A fine giugno le imprese attive giovanili sono risultate 32.485, ovvero il 7,9 per cento delle imprese regionali. Gli effetti della crisi economica e della restrizione del credito continuano a colpire duramente. In un anno se ne sono perse 1.108 (-3,3 per cento). Meglio vanno invece le imprese non giovanili, diminuite dello 0,7 per cento.

La tendenza in regione è quindi più pesante di quella nazionale. In Italia la contrazione delle imprese giovanili (522.242, il 10,2 per cento del totale) è meno ampia (-2,1 per cento), come anche quella delle altre imprese (-0,1 per cento). Questo è quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere elaborati dal centro studi e ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna.

Le imprese giovanili aumentano solo in Trentino-Alto Adige (+1,1 per cento), e nel Lazio (+0,1 per cento). Segno rosso ovunque altrove. La flessione maggiore si è avuta in Molise (-4,7 per cento). L’Emilia-Romagna è quindicesima in  classifica. Tra le regioni con cui l’Emilia-Romagna si confronta va peggio in Piemonte (-4,0 per cento), ma meglio in Lombardia (-1,5 per cento) e in Veneto (-2,2 per cento).

La forma giuridica La riduzione è da attribuire principalmente alla flessione delle ditte individuali (-1.195 unità, -4,5 per cento), prese tra congiuntura negativa e indisponibilità del credito, ma è molto più intensa per le società di persone (-10,5 per cento, pari a 315 unità). Queste risentono in negativo dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata di cui si avvantaggiano le società di capitale, che hanno messo a segno un vero boom (+401 unità, +11,1 per cento).

Settori di attività economica La riduzione delle imprese giovanili è determinata soprattutto dal crollo delle costruzioni (-986 unità, -10,9 per cento), settore in continua grande difficoltà. Prosegue, appena contenuta, la riduzione delle attività agricole (-93 unità, -4,6 per cento) e di quelle dell’industria (-3,9 per cento, -102 unità) Cresce lievemente l’insieme del settore dei servizi (+0,4 per cento), con tendenze contrapposte al suo interno. Si riducono le imprese del commercio, le attività immobiliari e quelle del trasporto e magazzinaggio. Crescono quelle dei servizi di alloggio e ristorazione, le imprese di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto.

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