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Il vescovo eletto, nelle parrocchie della Bassa terremotata

San-FeliceMons. Castellucci prosegue il suo percorso di conoscenza della nostra diocesi, in cui entrerà il prossimo  13 settembre. A luglio ha visitato le chiese più colpite nei comuni di Cavezzo e Medolla, e  lo scorso mercoledì  è stata la volta di Finale Emilia e San Felice sul Panaro.

Accompagnato dai tecnici dell’Ufficio ricostruzione della Diocesi Mimmo Ferrari e  Federico  Benatti,  il vescovo  eletto ha anche incontrato i pastori della  comunità  colpite, impegnati, oltre che nella ricostruzione materiale,  soprattutto nel sostegno alle persone così duramente provate.  Nessun racconto, per quanto aderente alla realtà, è efficace come entrare nelle chiese,  chiuse da tre anni, invase da polvere, macerie e piccioni, esposte alle intemperie e a  costante rischio degrado.

“Sono ammirato  – ha affermato  don Erio – dalla forza e dalla capacità di reazione che hanno mostrato queste comunità, capaci di riprendere a vivere dopo una tragedia così grande”.  Ha inoltre condiviso  l’opinione maturata ad oggi  dalla diocesi, elaborata insieme alle comunità interessate, che in alcuni  casi non è opportuno ricostruire  sulle rovine  del sisma, ma è necessario  demolire, o trasformare a rudere l’esistente ed offrire alle comunità nuovi edifici di culto: ad esempio a Disvetro, San Biagio in Padule e Villafranca. Questo  permetterebbe di contenere i costi senza penalizzare la ripresa completa della vita comunitaria.

Una proposta  in questa direzione è stata avanzata nell’incontro congiunto  con i referenti di  tutti gli enti interessati e la Soprintendenza, per il momento, ha manifestato forti perplessità per questa soluzione.
















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