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Confartigianato ER: credito artigiano in costante calo

euro-denaro“Nonostante i forti aiuti concessi al mondo bancario dalle istituzioni il credito scarseggia e quando c’è è troppo caro, soprattutto per artigiani e piccole imprese”, con queste parole il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli commenta gli ultimi dati del Centro Studi di Confartigianato sull’andamento del mercato del credito.

Negli ultimi 4 anni (giugno 2011 – marzo 2015) i finanziamenti erogati dalle banche agli imprenditori sono diminuiti del 10,6%, pari ad un calo complessivo di 105,9 miliardi. Nello stesso periodo gli investimenti fissi lordi delle imprese mostrano un calo cumulato di 51,6 miliardi di euro, pari al – 15,9%. A ‘soffrire’ di più il razionamento del credito sono le imprese di piccola dimensione: a maggio 2015 le aziende fino a 20 addetti hanno registrato una diminuzione dei prestiti del 2,3%, rispetto al calo dell’1,6% evidenziato dal totale delle imprese italiane nel corso dell’ultimo anno.  Il denaro è più scarso e più costoso: a marzo 2015 un’impresa italiana paga mediamente un tasso d’interesse effettivo del 5,53% sui finanziamenti per cassa riferiti ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca. I tassi di interesse applicati alle piccole imprese sono superiori di 272 punti base rispetto a quelli applicati alle aziende medio-grandi.

In tutte le regioni si osserva una discesa dello stock dei prestiti all’artigianato tranne la Valle d’Aosta che è sostanzialmente stabile (+0,1%): la flessione meno accentuata è quella dell’Umbria (-0,2%), seguita da Sardegna e Toscana che mostrano un calo più intenso e pari al -3,2%, l’Emilia Romagna fa segnare un -3,4%. All’opposto le riduzioni del credito più marcate sono quelle di Molise (-8,2%) e Friuli-Venezia Giulia ed Abruzzo, entrambe in calo del 7,0%. Le prime regioni per peso del credito all’artigianato sull’ammontare dei prestiti erogato al totale delle imprese sono: Marche (9,3%), Molise (8,8%), Umbria e Trentino-Alto Adige (entrambe con l’8,7%).

La classifica regionale del costo del denaro per le imprese vede punte record in Calabria (tasso medio di interesse all’8,89%), seguita da Sicilia (7,89%) e Molise (7,68%). Al lato opposto della classifica il Piemonte, con tassi medi di interesse del 4,53%, seguito da Trentino-Alto Adige (4,80%) e Lombardia (5,08%). Il costo del credito per un’impresa calabrese è superiore di 336 punti base rispetto a quello medio nazionale (5,53%) e superiore di 436 punti rispetto al tasso minimo rilevato in Piemonte. L’Emilia Romagna si colloca ad un livello medio con il 5,36%, lo stesso dato del Veneto ma lontano da quelli di Piemonte e Trentino, come pure dal 5,08 della Lombardia.

A livello provinciale ‘maglia nera’ per il denaro più costoso a Carbonia-Iglesias (9,83%), seguita da Enna (9,50%), Reggio Calabria (9,20%), Cosenza (9,03%), Crotone (9,00%). I tassi di interesse più bassi d’Italia si registrano a Biella (3,24%), seguita da Alessandria (4,32%), Cuneo (4,32%), Provincia Autonoma di Bolzano (4,49%), Torino (4,60%). Il costo del denaro per un’impresa della provincia di Carbonia-Iglesias è quasi doppio (430 punti base in più) di quello medio nazionale e triplo (659 punti base in più) rispetto al tasso minimo rilevato a Biella.  Secondo il rapporto di Confartigianato sono colpite dal razionamento anche le imprese artigiane: a marzo 2015 lo stock di finanziamenti è diminuito del 5%, pari a 2,4 miliardi in meno nell’ultimo anno. Il calo dei prestiti all’artigianato prosegue da due anni e a marzo 2015 si osserva una accelerazione del fenomeno rispetto al -3,8% di dicembre 2014 e al -3,5% di un anno prima.

Per quanto riguarda le province dell’Emilia Romagna il calo dei prestiti da marzo 2014 a marzo 2015 ha interessato indistintamente tutte le province: a Bologna sono diminuiti del -4,8%, a Modena e Reggio Emilia del -5,3%, a Rimini -5,4%, Parma -6,0, Piacenza -6,3%, Ferrara -6,4%, Ravenna e Forlì-Cesena -6,7%.

“Non c’è una significativa ripartenza nel credito alle imprese – sottolinea Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna – perlomeno non per artigiani e pmi per i quali il denaro è scarso e continua ad essere più costoso rispetto a quello erogato alle aziende medio-grandi e in confronto a quanto avviene nella media europea. Non cis tancheremo mai di dirlo, le nostre sono realtà sottocapitalizzate, che proprio grazie alle ridotte dimensioni hanno un bisogno vitale del credito, spesso proprio per colpa delle grandi imprese che saldano le commesse in tempi biblici. Abbiamo bisogno della fiducia delle banche” .
















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