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La preoccupazione del Comune per Villa Parco

“Il Comune esprime forte preoccupazione per le modalità con cui è stato gestito il passaggio di gestione presso la struttura Villa Parco, con conseguenze su quasi il 50 per cento dell’organico Oss, che di fatto è stato sostituito con altro personale assunto a tempo determinato. Abbiamo il dovere di tutelare gli utenti del servizio, ma anche gli operatori e i fornitori, garantendo il pieno rispetto delle regole contrattuali”.

Lo ha detto l’assessora al Welfare del Comune di Modena Giuliana Urbelli rispondendo nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 27 luglio all’interrogazione di Tommaso Fasano del Pd e a quella del M5s illustrata da Elisabetta Scardozzi sul cambio di gestione della residenza per anziani “Villa Parco”, che ospita complessivamente 64 persone di cui 38 in regime di accreditamento da parte dell’Amministrazione.

Il consigliere Fasano ha chiesto “se il Comune di Modena possa intervenire per tutelare i diritti dei lavoratori in una struttura accreditata con il Comune” e “se la ricerca della qualità rimanga il principio guida nell’offerta dei servizi sociali ai cittadini modenesi, come peraltro confermato ripetutamente dall’attività dell’attuale Amministrazione e di quelle precedenti”. Scardozzi ha invece chiesto se dall’1 luglio 2015 “ci sono stati tagli di finanziamento per accreditamento o riduzioni richieste di posti privati o accreditati, e se c’è stato un calo dell’attività all’interno della struttura”. La consigliera ha chiesto inoltre “se per l’Amministrazione il comportamento di Villa Parco srl e Serv. Int, costituisca violazione della contrattazione collettiva nazionale e provinciale” e “se il cambio di dieci operatori nello stesso momento possa garantire la qualità richiesta dalla committenza”.

L’assessora Urbelli ha riepilogato la vicenda di Villa Parco ricordando che fino al 30 giugno nella struttura operavano in Associazione Temporanea di Imprese (Ati) Villa Parco srl, Serv.Int Soc.Coop. Sociale, Co.Ge.Se cooperativa sociale, B&G cooperativa sociale, mentre dall’1 luglio Co.Ge.Se e B&G sono uscite dall’ATI per la non accettazione dell’ultima proposta economica. Le organizzazioni sindacali, in vista del cambio di gestione, avevano richiesto l’assorbimento del personale Oss nella nuova compagine (10 dipendenti a tempo pieno e indeterminato) e in occasione di alcuni tavoli di trattativa era sembrato esserci disponibilità. Dopo diversi tavoli saltati, la cooperativa Serv.Int ha rinunciato all’assunzione del personale in esubero delle due cooperative uscenti e, contestualmente, ha assunto personale a tempo determinato per garantire il servizio. A fine giugno l’Amministrazione ha convocato l’azienda Villa Parco srl cui ha chiesto di adoperarsi per affrontare la situazione e il 9 luglio ha fatto fare un’attività di vigilanza straordinaria nella struttura per controllare la situazione assistenziale, da cui è risultata una riduzione del numero degli infermieri e degli Oss, ma un debito orario (minuti di assistenza) congruo alle richieste, così come la situazione degli ospiti.

Urbelli ha spiegato che il Comune ha incontrato diverse volte le organizzazioni sindacali e “farà un nuovo tentativo di mediazione per arrivare a un accordo, nonostante la contrapposizione tra le parti e il tentativo già effettuato di fronte alla Direzione territoriale del lavoro. Potendo intervenire unicamente sul piano negoziale, ovvero sul rapporto contrattuale relativo ai 38 posti accreditati – ha continuato l’assessora – l’Amministrazione provvederà contestualmente a inviare l’Otap (Organo tecnico di ambito provinciale per verificare requisiti di accreditamento) per ulteriori verifiche”. Tali controlli saranno effettuati, in particolare, rispetto alle disposizioni per l’accreditamento, che prevedono tra i motivi di decadenza e revoca il mancato rispetto delle disposizioni contenute nella contrattazione collettiva e degli obblighi in materia di sicurezza del lavoro, e rispetto a quanto contenuto nel contratto di servizio, cioè la stabilità degli operatori e il contenimento del turn over. Urbelli ha inoltre precisato che “sarà riconsiderata in riduzione la durata del contratto di accreditamento scaduto a fine luglio, che normalmente è prevista in 36 più 18 mesi. L’Amministrazione si riserva inoltre – ha continuato – di fare ulteriori valutazioni sul numero di posti accreditati e sull’opportunità di congelare eventuali nuovi ingressi, pur tenendo come obiettivo principale la salvaguardia della qualità dell’assistenza per gli utenti”. L’assessora ha infine precisato inoltre che il Comune rimarrà “in attesa degli esiti delle azioni che la Direzione territoriale del lavoro intende intraprendere per la verifica degli adempimenti contrattuali e di eventuali ricorsi alla Magistratura, cui spetta la competenza del giudizio”.

Nella replica, il consigliere Fasano si è detto “soddisfatto della risposta e delle azioni che verranno intraprese per cercare di tutelare il servizio offerto alle persone e i diritti dei lavoratori. Credo sia nostro compito – ha aggiunto – vigilare affinché a Modena non ci siano quelli che vengono definiti i cosiddetti ‘furbetti del Jobs Act’”. La consigliera Scardozzi ha ricordato che l’interrogazione aveva come obiettivo “puntare i riflettori sulla struttura in cui c’è stato un cambio societario: alcuni lavoratori sono stati licenziati, altri licenziati e riassunti” e ha chiesto come si procederà nel caso in cui l’Otap dovesse riscontrare irregolarità.
















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