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Volontari di pubblica utilità: dal 2010, 63 beneficiari per 13 associazioni

Sono 63 le persone che, ad oggi, hanno beneficiato del progetto Volontari di pubblica utilità che, promosso nel maggio 2010 da Fondazione CR Carpi e Fondazione Casa del Volontariato, consente di commutare la pena prevista per alcune fattispecie di reato previste dal Codice della Strada – principalmente, ma non solo, guida sotto l’influenza dell’alcool e guida in stato di alterazione per l’uso di sostanze stupefacenti – in ore di volontariato, totalmente gratuito, da effettuare presso una delle 13 associazioni di riferimento, per conto delle quali la Fondazione Casa del Volontariato ha stipulato un’apposita Convenzione con il Tribunale di Modena, con l’ulteriore vantaggio dovuto al fatto che la commutazione della pena è senza effetti rispetto alla fedina penale dell’interessato.

Dette associazioni sono USHAC (Unione Sportiva Handicap Carpi), ALICE (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale), Gruppo Parkinson Carpi, Cooperativa sociale Il mantello, UISP comitato provinciale, Università libera età Natalia Ginzburg, ANCESCAO (Coordinamento comunale centri sociali e orti), Cooperativa sociale S.C.A.I., CSI (Centro Sportivo Italiano) comitato di Carpi, Al di là del muro, Cooperativa sociale Eortè Onlus, CRI (Croce Rossa Italiana comitato di Carpi) e Associazione Amica (Amici delle case protette e centri diurni delle Terre d’Argine).

Un progetto, questo, che ha saputo calamitare l’interesse di un numero crescente di associazioni (passate da 10 a 13) e richiedenti, tanto che la lista d’attesa per poter svolgere volontariato – è fissato a 15 il numero di soggetti che, contemporaneamente, possono prestare servizio presso gli enti ospitanti – è tutt’altro che esigua, con 14 domande in attesa di accoglimento.

Il totale delle ore di pubblica utilità già svolte ammonta complessivamente oltre tremila.

Il progetto rappresenta dunque un felice esempio di avvicinamento delle persone alla galassia del volontariato e ai suoi principi, nonché di rendere sempre più diffusa questa modalità alternativa di intendere la pena – non solo e non tanto come sanzione e/o punizione, ma soprattutto come opportunità educativa e compensativa.

 
















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