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Presentato il Bilancio del Capitale Intellettuale. Lapam Confartigianato: “Dare valore al nostro impatto sul territorio”

Erio-Luigi-Munari-Lapam”Il Bilancio del capitale intellettuale”. Un titolo accattivante e, in certo modo, misterioso quello che Lapam Confartigianato ha dato a questo particolare bilancio. Non (solo) economia, non (solo) sociale, ma un modo per far emergere il valore che dipendenti, dirigenti e associati a Lapam mettono in circolo nel territorio delle due province.

“Il legame col territorio è determinante – spiega il Segretario Generale Lapam, Carlo Alberto Rossi -, penso ai 650 dipendenti e alle loro famiglie, ai nostri 500 dirigenti, agli 11.000 associati. Un capitale, quello intangibile che Lapam ha prodotto nel 2014, che è molto maggiore di quanto non si pensi. Ci siamo impegnati a fondo per raggiungere questo obiettivo: la crisi dei cosiddetti corpi intermedi è evidente, eppure come Lapam stiamo crescendo. La sfida che ci sta davanti è quella dell’architettura della rappresentanza e il Bilancio dell’intangibile va in questa direzione”.

La struttura del Bilancio prende a riferimento la carta dei valori Lapam, dove sono identificate missione, visione e valori dell’associazione: “Si tratta dell’orientamento all’imprenditore associato, la capacità di cambiamento, l’assunzione di responsabilità, lo spirito di gruppo e il senso di appartenenza dei dipendenti e degli associati, la professionalità, la motivazione e la passione nell’affrontare e risolvere i problemi”.

Dopo l’intervento di Paolo Bigotto, il consulente che ha redatto il Bilancio insieme a diversi funzionari dell’associazione, è seguita una interessante e ricca tavola rotonda.

“L’Università lavora con e per le imprese – ha sottolineato il Rettore dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, Oreste Andrisano – e anche l’ospitare un incontro come questo è importante”.

Alberto Melloni, professore di Storia del Cristianesimo, ha messo in luce l’importanza del valore: “Un valore che è anche economico, ma in un Paese che fatica e che vince solo ai tempi supplementari. Eppure c’è stata un’epoca, il Rinascimento, in cui eravamo la prima potenza del mondo. E il Duomo di Modena è stato realizzato nel ‘200 quando la città era fatta di legno e con le fogne per strada. Eppure si pensava alla cultura e al sapere come fonte di riscatto. Mettere qualche risorsa nelle Fondazioni, nei Tecnopoli, nelle istituzioni culturali è fondamentale. Questo strumento del Bilancio del capitale intellettuale deve diventare uno strumento di responsabilità in più”.

Il Segretario regionale Confartigianato, Gianfranco Ragonesi, che ha spiegato: “Senza coesione sociale non possiamo immaginare nessun tipo di sviluppo, soprattutto per la piccola e media impresa. Occorre sostenere il ceto medio produttivo, che ha tenuto in piedi il Paese e che tanto ha fatto. In questo senso lo sviluppo dei corpi intermedi è indispensabile per una democrazia corretta, al tempo stesso hanno necessità di aggiornarsi per stare al passo con un mondo che cambia. Ma anche una politica troppo autoreferenziale deve cambiare”.

Le conclusioni sono state affidate al Presidente Generale Lapam Confartigianato, Erio Luigi Munari: “Questo Bilancio è sicuramente un passo importante per Lapam, un’occasione importante per crescere e per dare un valore al nostro impatto sul territorio. Penso anche alla formazione, un passaggio determinante del Bilancio, che va nella direzione giusta: il nostro impegno nel mondo della scuola e dell’Università lo dimostra. Da qui può iniziare un percorso che rimetta al centro il ceto medio produttivo che sostiene e dà valore al territorio”.

 
















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