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Paolo Poli legge “L’Artusi” domani ai Giardini ducali di Modena

Paolo-PoliSarebbe stato tutto più semplice per Pellegrino Artusi se fosse stato un food blogger o un concorrente di Masterchef. Ma nel 1891, almeno un secolo in anticipo rispetto alla mania del cibo, chi tra gli editori lo aveva degnato di una risposta lo aveva fatto per comunicargli che non era interessato. A sue spese il letterato romagnolo pubblicò “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene”, in cui prometteva: “Con questo manuale pratico basta si sappia tenere un mestolo in mano, che qualche cosa si annaspa”. Neanche il tipografo gli dette credito. Ma in pochi anni “La Scienza in cucina” arrivò alla trentacinquesima edizione per una tiratura complessiva di 283.000 copie. Oggi Artusi è considerato il padre della cucina italiana, tradotto in tutto il mondo. Domani alle 21.30 ai Giardini Ducali di Modena con la sua inconfondibile voce d’altri tempi, graffiante dietro l’apparente delicatezza, Paolo Poli insieme a Luisanna Messeri legge “L’Artusi” e interpreta alcune delle ricette artusiane, divise tra minestre, dolci al cucchiaio, umidi, fritti, principii (antipasti), paste e pastelle e molto ancora. Chi apprezza l’Artusi ne rimarrà stregato. Chi non lo conosce troverà un alleato irresistibile per destreggiarsi in cucina e mettere in tavola piatti di tutto rispetto.

 

Gli altri appuntamenti di domani ai “Giardini”

“Vini, amori” è il titolo del libro di Camilla Baresani e Gelasio Gaetani d’Aragona (edito da Bompani) che i due autori presentano nel Tinello Letterario alle 18.30.Può una buona bottiglia raccontare il carattere delle persone, i vizi, le avventure, i loro desideri? In un’ideale carta dei vini e della varia umanità, i personaggi escono dalla penna di Camilla Baresani con la stessa impertinenza con cui Gelasio Gaetani d’Aragona interpreta i migliori frutti dell’enologia. Per ogni bottiglia, un racconto in cui il vino, l’amore e tutti gli incontri che rendono la vita interessante si intrecciano in un libro prezioso e divertente, un inno ai piaceri innocenti, e non solo, dell’esistenza.

Per i “Mestieri del cibo” è il re degli aceti a raccontarsi alle 19.30: Luca Gozzoli, Gran Maestro della Consorteria di Spilamberto, ne presenta le peculiarità. L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena (ABTM) è un condimento tradizionale della cucina modenese, prodotto con mosti cotti d’uve provenienti esclusivamente dalla provincia di Modena, fermentati, acetificati e in seguito invecchiati per almeno dodici anni in vaselli (o botti) di legni diversi, senza alcuna addizione di sostanze aromatiche. Prodotto fra i più apprezzati – e spesso, purtroppo, anche imitati – della cucina italiana, dal 2000 è tutelato dal marchio di denominazione di origine protetta (DOP).  Non va confuso con l’Aceto Balsamico di Modena IGP, che è un vero e proprio aceto di vino – non un condimento – con un disciplinare e proprietà decisamente differenti. L’Associazione denominata “Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena” nasce nel 1967 a Spilamberto. Si propone di promuovere, organizzare e sostenere iniziative e manifestazioni dirette alla tutela e alla valorizzazione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, nonché alla diffusione della sua conoscenza nel rispetto assoluto della tradizione. Svolge corsi di formazione e di approfondimento sul “Balsamico”, cura la pratica dell’esame organolettico rivolto alla conoscenza del prezioso prodotto, partecipa annualmente alla gara del Palio di S. Giovanni riservata ai campioni di Aceto balsamico tradizionale prodotti nei territori degli antichi domini estensi.

Infoline: tel. 059.2033165 e www.piaceremodena.it/giardinidelgusto
















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