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Fisco, tutti i numeri della collaborazione tra Agenzia Entrate Emilia-Romagna e Comuni

csAGENZIA-ENTRATEProprietario di oltre 31 immobili tra appartamenti, uffici e garage, con un ampio parco auto (tra cui una Jaguar da 90mila euro) e circa 130mila euro trasferiti all’estero, nascondeva dietro una dichiarazione da contribuente ‘comune’ un tenore di vita decisamente al di sopra della media, frutto di un’attività di orafo “per Vip” di cui solo una piccola parte trovava spazio nella dichiarazione dei redditi. È solo uno dei casi di evasione scoperti grazie alla collaborazione, avviata nel 2009, tra Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna, Anci Emilia-Romagna e Comuni per il contrasto dell’evasione fiscale. La collaborazione ha permesso di incassare 29,6 milioni di euro, con 5.200 accertamenti realizzati e un’evasione accertata di circa 88 milioni di euro. Nell’80% dei casi gli accertamenti innescati dalle segnalazioni comunali sono stati chiusi con l’accordo del contribuente, a dimostrazione del buon livello qualitativo dei controlli.

La maggiore imposta accertata. Il municipio-leader in regione per evasione accertata è Reggio Emilia, le cui segnalazioni hanno fatto emergere una maggiore imposta accertata di 8,7 milioni di euro. Al secondo posto una new entry, San Giovanni in Persiceto, comune del bolognese di circa 28mila abitanti, con quasi 7 milioni di  euro. Seguono Bologna (5,4 milioni di euro), Modena (4,4) e un’altra “piccola” realtà, Castel San Giovanni, comune in provincia di Piacenza di 13mila abitanti, con quasi 4 milioni di evasione scoperta. A livello provinciale guida Modena, con 21 milioni di euro di maggiore imposta accertata, che precede Bologna (19 milioni di euro) e Reggio Emilia (13,8). Da segnalare la performance dei comuni bolognesi, che in un solo anno fanno segnare un aumento dell’evasione scoperta del 66%, pari a circa 8 milioni di euro.

Distribuzione della maggiore imposta accertata per provincia

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Gli ambiti più proficui. L’ambito nel quale si registrano più segnalazioni è quello della “proprietà edilizia e patrimonio immobiliare” (47% delle segnalazioni totali), soprattutto a causa del significativo numero di segnalazioni raccolte nella fase iniziale della collaborazione: da rendite catastali e affitti non dichiarati provengono circa 16 milioni di evasione accertata. Tuttavia, i campi di intervento più proficui, nei quali si vanno intensificando le segnalazioni dei Comuni, sono altri. Tra tutti, il vero “forziere” dell’alleanza Fisco-Comuni è il settore “urbanistica e territorio” (che riguarda in particolare le operazioni di speculazione edilizia), con una maggiore imposta accertata di 36 milioni di euro, pari al 41% del totale (circa 10 milioni di euro in più rispetto al dato del 2013), nonostante un numero di segnalazioni relativamente ridotto (2.900, pari all’11% del totale). Molto redditizie anche le segnalazioni sui “finti poveri”, vale a dire i contribuenti che manifestano un tenore di vita in palese contrasto con i redditi dichiarati, con 25 milioni di euro accertati (29% del totale). Risulta significativa anche l’evasione scoperta nel settore “commercio e professioni”, in particolare a carico di soggetti che svolgono attività commerciali completamente in nero o dietro lo schermo di associazioni (9,6 milioni di euro, pari all’11% del totale). Se poi si va a guardare cosa entra in cassa rispetto all’evasione scoperta, i settori dell’urbanistica e territorio e dei “finti poveri” si confermano i più redditizi, raccogliendo da soli quasi l’80% del riscosso totale.

Cosa entra in cassa. Sono appunto le segnalazioni relative all’ambito “urbanistica e territorio” a determinare la parte più cospicua delle somme riscosse: quasi 15 milioni di euro, pari al 50% del totale. A livello territoriale, i proventi della collaborazione con l’Agenzia delle Entrate si concentrano in particolare nei comuni del modenese (8,5 milioni di  euro), nella provincia di Bologna (7,2 milioni) e in quella di Reggio Emilia (4,4 milioni). Va ricordato che anche per il triennio 2015-2017, la percentuale del riscosso che spetta al Comune è pari al 100%.

Alcune storie di evasione. Nel reggiano, la passione per i cani di un anonimo pensionato aveva fatto “dimenticare” di presentare la dichiarazione dei redditi: a carico del contribuente, che aveva allestito un allevamento di cani di razza, è stata accertata una maggiore imposta, già versata, di oltre 20mila euro. Su passioni di altro genere aveva costruito un vero e proprio business una escort del ravennate, che con un reddito da lavoro dipendente di soli 7mila euro annui era riuscita a comprare casa e auto, con cospicui versamenti in contanti alla propria banca: l’importo recuperato a tassazione supera i 56mila euro. Vicenda analoga per un’altra escort, sempre in Romagna, che negli ultimi anni non aveva mai presentato la dichiarazione dei redditi, pur avendo contratto un mutuo per 110mila euro e potendo contare su una abitazione di proprietà, diversi terreni e un’auto di grossa cilindrata: il recupero anche in questo caso supera i 50mila euro. Nel parmense, invece, la fortuna di un ristoratore era basata sulla passione per la buona cucina: l’attività, rimasta completamente sconosciuta al Fisco fino a un controllo della Polizia municipale, aveva determinato per il solo anno attualmente oggetto di indagine un reddito di impresa vicino ai 170mila euro, completamente “in nero”. Nessuna passione da segnalare, invece, nel modenese, dove grazie alla segnalazione di un Comune è stato possibile riqualificare l’apparente compravendita di una stalla in una cessione di terreno edificabile (con la successiva costruzione di una palazzina), per un importo già incassato di 140mila euro.
















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