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Operaio infedele e tre rumeni arrestati dai Carabinieri per furto di alluminio

furto-alluminioI Carabinieri della Compagnia di Imola hanno arrestato un 59enne imolese e tre cittadini rumeni per furto aggravato in concorso. Le indagini dei Carabinieri prendevano le mosse dai numerosi ammanchi di alluminio denunciati dal responsabile dell’azienda “Fonderie Alluminio Tazzari” di Imola, ed in particolare dalla “scomparsa”, diluita nel corso di diversi mesi di un quantitativo cospicuo di residui di colate di alluminio, del valore di oltre due euro al chilogrammo, di cui due avvenuti durante la prima mattinata di sabato 2 e 9 maggio, già rilevate da una ditta di investigazione privata, attivata dalla proprietà.

Pertanto, atteso che entrambe le sottrazioni di cui la ditta era al corrente erano avvenute di sabato mattina e che le modalità erano state sempre le stesse, i Carabinieri di Imola predisponevano un servizio mirato di osservazione e controllo del capannone dell’azienda ubicata in via Massarenti, constatando che intorno alle ore 05.55 di sabato 16 maggio giungeva l’impiegato presso quell’azienda, e poco dopo una Ford Focus condotta da un 26enne rumeno, il cui conducente assumendo la funzione di “palo”, scrutava attentamente i veicoli parcheggiati in zona, per poi recarsi nella via Massarenti. Poco dopo sopraggiungeva un furgone cassonato, che faceva ingresso nel capannone poco prima aperto dal 59enne imolese per poi uscirne alle successive ore 06.15. Nel frattempo la Ford Focus si posizionava dinanzi al camion, assumendo una funzione di apripista, ma entrambi i veicoli venivano fermati dai Militari che identificavano alla guida della Ford Focus un pregiudicato 26enne rumeno residente a Massa Lombarda e a bordo del camion due connazionali, di cui uno 40enne pregiudicato residente a Bagnacavallo e l’altro 24enne senza fissa dimora ed incensurato. All’interno del camion i Carabinieri constatavano la presenza di quattro 4 cassoni con all’interno 1.000 kg. di alluminio cadauno per un valore complessivo di oltre Euro 8.000,00, ognuno dei quali accuratamente avvolti nel cellophane. L’operaio veniva a sua volta raggiunto all’interno del capannone e dichiarava falsamente che l’alluminio, rinvenuto nel cassone del camion, doveva essere trasportato all’altra sede di Imola. Le successive perquisizioni veicolari e locali, consentivano di rinvenire e sequestrare due pistole scacciacani con relativo munizionamento a carico dell’operaio e la somma contante di 2600 euro, rinvenuta nella disponibilità dei tre rumeni, sequestrata in quanto ritenuta provento dell’attività delittuosa. Da una ulteriore perquisizione compiuta all’interno di un capannone ubicato a Godo di Ravenna, venivano rinvenuti alcuni residui di lavorazione di alluminio e dieci bancali gabbie in metallo identiche a quelle trovate nel camion durante la mattinata, sequestrate ed affidati in custodia giudiziale al proprietario del capannone per la successiva restituzione agli aventi diritto. Sulla scorta di quanto emerso durante l’attività investigativa i quattro sono stati denunciati in stato di arresto e giudicati nella mattinata di lunedì 18 dinanzi al Giudice Monocratico di Bologna, che disponeva la custodia in carcere per il solo 26enne rumeno, il regime degli arresti domiciliari per il 59enne imolese e il 40enne rumeno e la misura del divieto di dimora nella provincia di Bologna per il 24enne rumeno.

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