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Presentata la ricerca “Agenda strategica per il Social housing a Reggio Emilia” della CCIA

Corradi-Baldini-Lupatelli-SilvaReggio Emilia ha la capacità di fare squadra e lavorare in rete?

Sembra di sì, almeno per le azioni da mettere in campo sulle politiche abitative che, in questo contesto di crisi, si intrecciano fortemente anche nel nostro territorio con le politiche sociali.

E’ quanto emerso nel corso dell’iniziativa organizzata ieri al Tecnopolo di Reggio Emilia per la presentazione della ricerca “Agenda Strategica per il Social Housing a Reggio Emilia” realizzata da Caire, cooperativa architetti e ingegneri, grazie al sostegno della Camera di Commercio, commissionata da Comune di Reggio e Acer, l’Azienda casa locale.

Una ricognizione minuziosa tra gli attori economici e sociali della filiera delle costruzioni e tra i protagonisti delle politiche abitative del territorio locale, con particolare riferimento all’evoluzione della domanda di alloggi, ha permesso di realizzare un quadro piuttosto completo delle politiche abitative attuali in territorio reggiano, individuando soprattutto chiare linee per il governo futuro.

Seduti allo stesso tavolo, i principali rappresentanti di istituzioni, amministrazioni, associazioni imprenditoriali e sindacati si sono confrontati sulle leve in grado di incrementare l’housing sociale per fornire soluzioni adeguate ai nuovi bisogni delle persone e far ripartire il sistema imprenditoriale. Tra loro anche Cassa Depositi e Prestiti SGR, con cui il Comune di Reggio Emilia e Acer, lo scorso febbraio, hanno sottoscritto un programma di investimenti per la realizzazione di 100 alloggi sociali per la locazione a canoni calmierati e la vendita a prezzi convenzionati destinati alle famiglie in difficoltà.

Secondo la ricerca, la ripresa degli investimenti è indispensabile per rimettere in moto la crescita economica del territorio unita alla necessità di rendere energeticamente efficiente un patrimonio immobiliare obsoleto ed energivoro per rispondere alla domanda di soluzioni abitative sostenibili, in relazione ai nuovi stili di vita delle persone e della società.

Ugo Baldini e Giampiero Lupatelli, autori della ricerca, supportati dai dati forniti da Daniele Ganapini di Ervet, l’agenzia di sviluppo territoriale a supporto della Regione Emilia Romagna, suggeriscono di cominciare dal recupero dell’ingente patrimonio esistente invenduto, su cui attuare una modesta attività di refreshing. Tra le proposte, programmi di riqualificazione diffusa del patrimonio edilizio obsoleto, anche abitato, per il miglioramento delle condizioni di efficienza.

Ma la ricerca parla anche di avviare programmi per la realizzazione di nuovi patrimoni immobiliari a destinazione sociale, purché il rapporto qualità prezzo sia sostenibile e l’investimento remunerato nel lungo periodo attraverso il rientro di canoni contenuti anche nelle spese di gestione delle abitazioni.

Molti gli elementi di complementarietà tra gli obiettivi e le finalità dei diversi attori istituzionali, economici e sociali – rappresentati ieri da Stefano Landi presidente di Camera di Commercio, Matteo Sassi vice sindaco del Comune di Reggio Emilia, Marco Corradi presidente di Acer Reggio Emilia, Gianni Borghi presidente di Fondazione Manodori, Mauro Severi presidente di Unindustria Reggio Emilia, Andrea Volta presidente di Legacoop Emiliaovest, Paola Delmonte direttore responsabile del Social housing in CDP Investimenti SGR, e Matteo Alberini della segreteria Cgil per conto anche di Cisl e Uil di Reggio Emilia – a patto che si condivida una visione di lungo periodo del mercato dell’affitto, anche orientato alla vendita, debitamente sostenuto nei suoi meccanismi da politiche pubbliche, locali e nazionali, di natura fiscale, fondiaria e istituzionale che assicurino un certo grado di fiducia e confidenza degli operatori.

Una prospettiva che richiede un impegno in prima persona da parte di tutti per promuovere l’avvio di progetti di investimento condivisi, finalizzati a dare slancio alle politiche abitative in risposta ai nuovi bisogni delle persone e, contestualmente, agire come leva per la ripresa dello sviluppo delle imprese e del territorio. Posizione su cui si sono trovati d’accordo anche associazioni imprenditoriali e sindacati orientati a individuare nuove forme di collaborazione per il welfare dei lavoratori finalizzate a creare nuove forme di sostegno che diano la possibilità nel tempo di arrivare all’acquisto della casa in affitto.

Una visione che trova riscontro anche nella recente riforma della Legge regionale 24, a cui la Regione Emilia Romagna, rappresentata da Michele Zanelli dirigente del Servizio qualità urbana, intende dare seguito nella programmazione triennale stanziando fondi per oltre 35 milioni di euro – a cui si aggiungono 15 milioni di euro per il sostegno all’affitto e le morosità incolpevoli e 10 milioni di euro per l’acquisto prima casa di giovani coppie – destinati, nell’ambito di un riordino complessivo del patrimonio, al recupero degli immobili di edilizia residenziale sociale con l’obiettivo di creare una rete di soggetti che possano collaborare al cospicuo investimento nel settore dell’edilizia per rispondere in modo adeguato ai bisogni del territorio.

 

 

 

 
















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