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Produzione industriale: bene l’automotive, male il tessile. Munari (Lapam): “Ci sono segnali positivi, ma è presto per cantare vittoria”

Erio-Luigi-Munari-Lapam“Nei primi mesi del 2015 si dovrebbe collocare l’uscita da una lunga recessione durata oltre tre anni, all’interno di una crisi che si è aperta ormai sette anni fa, nel 2008. A febbraio l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenta dello 0,6% rispetto a gennaio; anche nella media del trimestre dicembre 2014-febbraio 2015 la produzione è aumentata dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Una rondine non fa primavera ed è bene non cantare vittoria, ma è comunque un segnale positivo. Per il nostro territorio a fronte di un aumento consistente nell’automotive, però, si registra un brusco calo nel tessile”. Erio Luigi Munari, presidente Generale Lapam Confartigianato, commenta i dati forniti dall’associazione.

Nei primi due mesi del 2015 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+21,3%), della fabbricazione altri mezzi trasporto (+7,5%), delle altre manifatturiere (+5,0%), fabbricazione di computer ed elettronica (+3,5%), petroliferi raffinati (+3,4%), riparazione macchine (+2,3%), farmaceutici (+1,4%), stampa (+1,0%), gomma e materie plastiche (+0,9%) e alimentare (0,2%).

Al contrario in alcuni settori con una elevata presenza di imprese artigiane si registra una flessione della produzione: le diminuzioni più ampie si registrano nei settori della metallurgia (-4,6%), altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-4,9%), prodotti in metallo (-7,2%), tessili (-8,4%) confezione di articoli di abbigliamento, confezione di articoli in pelle e pelliccia (-9,8%).

“I dati nazionali ci dicono che il settore dell’automotive è in ripresa, non dimentichiamo che a Reggio Emilia questo comparto è strategico – conferma Munari -. E’ un segnale che fa ben sperare, anche se, ripeto, non è il caso di cantare vittoria e dalla politica ci aspettiamo segnali forti per irrobustire questo accenno di ripresa. Segnali che tramite una strategia di sistema paese, almeno a medio termine, sia volta a valorizzare le imprese dei territori e ridare fiducia agli imprenditori”.

Il dato negativo, rimanendo al nostro territorio, è quello del tessile abbigliamento: “L’ultimo trimestre – conferma Federico Poletti, presidente Lapam Confartigianato Moda – è stato il peggiore degli ultimi sette anni. La produzione è calata bruscamente e le imprese sono in sofferenza. Occorre intervenire in fretta – conclude Poletti – per dare respiro al settore che negli ultimi anni ha saputo reinventarsi e reggere alla crisi. Una crisi che, però, non è ancora definitivamente chiusa”.
















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