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Lotta alla Piralide del bosso: indicazioni del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna

Piralide-BossoIn questi giorni cominciano ad uscire dai loro bozzoli le prime larve di “Piralide del bosso” (Cydalima perspectalis) che hanno trascorso l’inverno sulle piante infestate lo scorso anno. Con l’innalzamento delle temperature, infatti, le larve riprendono a nutrirsi danneggiando le foglie ed i rametti; una volta completato lo sviluppo, daranno origine alla prima generazione di adulti nel mese di giugno a cui ne seguiranno altre, da 1 a 3, fino alla fine dell’estate.

La piralide del bosso è un lepidottero della famiglia delel Piralidi, originario dell’Asia e giunto in Europa nel 2007, in Germania, attraverso piante infestate. In Italia la specie è stata trovata la prima volta nel 2011 in Lombardia, in seguito è stata segnalata anche in Veneto, Toscana, Friuli ed Emilia Romagna, ma è in ulteriore espansione.

Le larve causano gravi danni alle piante di bosso: l’attacco avviene in genere sulle parti alte della chioma che, in breve tempo, viene completamente defogliata provocando poi anche lesioni alla corteccia.

Il Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna ha avviato una campagna di informazione per aiutare i privati a riconoscere ed a intervenire per salvare le proprie piante.

Le piante attaccate dalla Piralide si riconoscono dalle sottili ragnatele bianche che avvolgono la vegetazione attaccata (all’interno delle quali sono visibili minuscoli escrementi) e dalle rosure delle foglie.

Le giovani larve si nutrono della pagina inferiore delle foglie, lasciando intatta quella superiore, mentre le larve mature attaccano l’intera lamina fogliare lasciando intatta solo la nervatura centrale. Le larve, che a maturità raggiungono i 3-4 centimetri, hanno capo nero e corpo verde giallastro con punti neri.

Come intervenire

In caso di deboli infestazioni è possibile far cadere le larve scuotendo la pianta, avendo poi cura di raccoglierle e sopprimerle.

Per controllare forti infestazioni, invece, è consigliabile utilizzare insetticidi microbiologici a base di “Bacillus Thuringiensis var kurstaki”, un batterio che, se ingerito dalle larve, ne provoca la morte in breve tempo. Si tratta di formulati che possono essere impiegati in ambito urbano poiché non sono tossici per le persone e sono molto selettivi per tutti gli insetti utili ed i pronubi selvatici.

Il successo della lotta alla Piralide è legato alla tempestività degli interventi che, per essere efficaci, devono essere effettuati all’inizio delle infestazioni  in modo da colpire larve giovani  e coetanee.

Ecco alcune raccomandazioni per una corretta esecuzione dei trattamenti: realizzare una buona bagnatura della pianta per colpire le larve nascoste fra le foglie più interne delle siepi; impiegare volumi medio alti e ripetere il trattamento qualora si verifichi una pioggia intensa nelle sei ore successive; in presenza di acqua con Ph alcalino è opportuno acidificare la soluzione acquosa; eseguire il trattamento nelle ore serali e ripeterlo, con le stesse modalità, a distanza di qualche giorno; non intervenire in presenza di fiori aperti: la legislazione regionale vigente vieta qualsiasi trattamento con insetticidi durante la fioritura.

 
















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