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Scuola Modena, azioni anti-dispersione e per l’orientamento

alunni_scuolaMonitoraggio; promozione del successo scolastico e formativo anche attraverso un sistema di certificazione dei crediti e il coinvolgimento attivo della famiglia; prevenzione della dispersione scolastica attuando maggiore flessibilità organizzativa tra scuola, formazione professionale e lavoro.

Sono, in estrema sintesi, i filoni di attività previsti dal “Protocollo d’intesa per lo sviluppo di azioni a contrasto del fenomeno della dispersione scolastica e per favorire il successo formativo in provincia di Modena” con cui Comuni, Provincia, Ufficio di ambito territoriale e diversi enti e organismi per la formazione intendono sviluppare azioni per contrastare la dispersione scolastica e per favorire il successo formativo dei giovani modenesi.

“Il protocollo frutto del lavoro di un Tavolo provinciale dovrà ora essere adottato da tutti i soggetti coinvolti, ma l’Amministrazione modenese ha da parte sua già attivato diverse azioni in questa direzione e soprattutto un tavolo anti-dispersione a livello distrettuale”. Lo ha annunciato l’assessore alla Scuola del Comune di Modena Gianpietro Cavazza rispondendo a un’interrogazione (poi trasformata in interpellanza) di Adriana Querzè di Per me Modena nella seduta consiliare di lunedì 30 marzo.

La consigliera ha chiesto “quali azioni siano state messe in campo a riscontro dell’Ordine del giorno approvato dal Consiglio lo scorso novembre sul “Patto per Modena e il suo territorio: contrasto alla dispersione scolastica e sostegno del diritto allo studio per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; se sia stato sollecitato il Governo affinché investa per contenere la dispersione scolastica, soprattutto in relazione al fatto che i primi decreti attuativi di ‘La buona scuola’ non vi fanno riferimento; se sia stata verificata la possibilità di coordinare iniziative di orientamento di soggetti pubblici e associazioni di categoria entro la conclusione del periodo di iscrizioni”.

L’assessore ha spiegato che accanto alle attività di orientamento già consolidate – come l’incontro informativo alla Camera di Commercio tra insegnanti delle secondarie di primo grado e genitori su opportunità formative e necessità occupazionali del territorio, le scuole aperte a genitori e ragazzi e, in taluni casi, la possibilità per gli studenti di partecipare per un giorno alle attività didattiche – sono state attivate altre e nuove iniziative, come il Salone dell’Orientamento organizzato lo scorso dicembre presso San Filippo Neri dalle scuole in sinergia con l’assessorato.

Ma innanzitutto, Gianpietro Cavazza ha sottolineato l’impegno al Tavolo di confronto provinciale che ha consentito di arrivare al Protocollo e nel cui ambito Miur e Regione sono stati coinvolti sull’importante tema del monitoraggio attraverso l’anagrafe nazionale degli studenti: una questione che impedisce di avere dati fondamentali per monitorare il fenomeno della dispersione scolastica e che sembra finalmente potersi risolvere con un pronunciamento del Garante.

Inoltre, “coordinato con quello provinciale – ha continuato l’assessore – è stato avviato un Tavolo a livello distrettuale che affronta la tematica della dispersione e dell’orientamento definendo per l’anno prossimo modalità di lavoro condivise tra tutti i soggetti coinvolti: dall’ufficio scolastico territoriale alle singole scuole, dall’Ausl alle Politiche sociali e giovanili del Comune, dal volontariato agli enti di formazione fino alle fondazioni che si occupano del tema. Tante le questioni affrontate, come quella del ‘consiglio orientativo’ che, non pare più adeguato e si è consigliato di sostituire con uno, non più solo basato sul profitto scolastico ma in grado di descrivere le competenze del giovane al fine di individuare la scuola più adatta. Inoltre – ha aggiunto Cavazza – in considerazione del fatto che la dispersione può essere ridotta e contenuta agendo in modo diffuso e continuo sul disagio scolastico, cioè su quella pluralità di difficoltà che impediscono a molti studenti di vivere efficacemente l’esperienza scolastica, nell’ambito del Tavolo sarà avviato un progetto di screening delle famiglie più fragili, già dai primi anni di vita scolastica del bambino”.

IL DIBATTITO SULLE AZIONI ANTI-DISPERSIONE

L’interrogazione in Consiglio comunale è stata trasformata in interpellanza. Gli interventi di Pd e Per me Modena. La replica della consigliera Querzè

L’interrogazione sulla dispersione scolastica e l’orientamento proposta dalla consigliera Adriana Querzè di Per me Modena è stata trasformata in interpellanza su richiesta di Grazia Baracchi (Pd) che è intervenuta sul tema del “consiglio orientativo” che i docenti della scuola media danno ai genitori, osservando che molto spesso “le famiglie lo vivono più come un giudizio o un’etichetta che come, appunto, un’indicazione per la scuola superiore data da chi conosce il ragazzo e le sue competenze. Per questo – ha affermato Baracchi – le famiglie andrebbero maggiormente coinvolte in tutto il percorso di orientamento che dovrebbe iniziare prima, fin dalla seconda media, per essere efficace”. Al contrario, per Domenico Campana di Per me Modena, “quello dell’orientamento è in larghissima misura un problema di formazione degli insegnanti, rimasti fermi a un concetto vecchio per cui chi è bravo va al liceo e poi si scende per gradi fino al professionale. I metodi di insegnamento non riescono a tenere il passo delle nuove tecnologie e delle nuove agenzie educative a cui fanno riferimento i ragazzi. Serve un orientamento per gli insegnanti e questo potrebbe essere un compito che si assume l’ente locale”.

Nella replica, la consigliera Querzè, dichiarandosi non soddisfatta, ha affermato che in sostanza “il Comune non ha fatto nulla” spiegando che tutte le iniziative richiamate o riguardano la dispersione e non l’orientamento o fanno capo ad altri enti. “L’ordine del giorno – ha detto la consigliera – chiedeva al Comune di svolgere un ruolo anche rivolgendosi a scuole che non siano di sua competenza diretta, tenendo conto della revisione delle Province e in un’ottica di rapporto scuola-territorio. La risposta ha aggirato il problema e non è stato dato seguito all’ordine del giorno. Adesso c’è un anno di tempo per l’orientamento, spero che il Comune metta in campo qualche iniziativa”.

Concludendo il dibattito l’assessore Cavazza ha sottolineato che “l’Amministrazione ha affrontato seriamente il problema dell’orientamento dandosi un ruolo di coordinamento dei soggetti che si occupano della questione, attraverso la costituzione di un tavolo composito, con un piano di lavoro nel quale sono coinvolti tutti i soggetti in una logica estensiva, dagli zero anni in su”.
















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