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Fumo bianco dall’inceneritore di Modena: era vapore acqueo

inceneritore_modena_2La fuoriuscita di fumo bianco dall’impianto di incenerimento di Modena nulla ha a che fare con il circuito di combustione dei rifiuti e con il trattamento dei fumi di combustione. È invece da attribuirsi a vapore acqueo rilasciato dalla caldaia della linea 4, come conseguenza delle procedure per l’arresto e la fermata in sicurezza dell’impianto, attivate in seguito al black-out della rete di alta tensione.

Lo ha spiegato l’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Giulio Guerzoni rispondendo, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 19 marzo, all’interrogazione del Movimento 5 stelle, illustrata dal capogruppo Marco Bortolotti, sui possibili pericoli per la cittadinanza rispetto alla fuoriuscita di “un fumo bianco anomalo” dall’inceneritore di via Cavazza, lo scorso 28 gennaio.

Il consigliere ha chiesto in particolare che tipo di guasto ha interessato l’inceneritore e che genere di fumi sono fuoriusciti, “quali rilevazioni sono state fatte per verificare gli inquinanti rilasciati nell’aria, quale protocollo di sicurezza Hera assume ogni volta che si verifica una anomalia di tal genere e chi interviene, come entità terza, a verificare e a garantire la salvaguardia della cittadinanza”.

L’assessore ha ripercorso l’accaduto di quella giornata: “Alle 7.31 si è verificata un’anomalia sulla rete di alta tensione che ha provocato un esteso black-out e interessato un’ampia area della zona urbana del Comune di Modena e alcune frazioni. A causa del disservizio – ha proseguito – anche l’inceneritore si è scollegato dalla rete e il personale ha provveduto a eseguire le operazioni previste per l’arresto e la fermata in sicurezza. Come conseguenza delle procedure di sicurezza attivate, si è avuto il rilascio di vapore acqueo dalla caldaia della linea 4 che è apparso come una fuoriuscita di fumo bianco, necessario in queste circostanze per evitare il verificarsi di sovrapressioni indesiderate”.

L’entrata in funzione del gruppo elettrogeno di emergenza, che consente di mantenere elettricamente alimentate tutte le utenze necessarie per la sicurezza dell’impianto, ha consentito il regolare funzionamento del Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (SME) fino al completo spegnimento dell’impianto. “Le registrazioni effettuate dal Sistema – ha precisato Guerzoni – sono state tempestivamente trasmesse dal gestore alle autorità di controllo, quindi Provincia e Arpa, e hanno permesso di verificare che durante l’evento non si è avuto nessun superamento dei limiti emissivi”. L’assessore ha poi spiegato come Herambiente abbia un proprio sistema di gestione integrato ambientale, della qualità e della sicurezza (QSA), che viene costantemente attuato, mantenuto attivo e migliorato in continuo, ai sensi delle norme e dei regolamenti internazionali di riferimento.

“Nell’ambito di tale sistema – ha continuato Guerzoni – è stata redatta, approvata ed emessa una specifica Istruzione Operativa che descrive dettagliatamente le azioni da intraprendere, da parte del personale di conduzione, in caso di black-out elettrico. In caso di eventi particolari, inoltre – ha aggiunto – l’Autorizzazione Integrata Ambientale dell’impianto individua i tempi e le modalità con le quali il gestore è tenuto a informare le autorità di controllo”. L’assessore ha infine precisato come, nel caso specifico del 28 gennaio, la stessa Arpa si sia recata presso l’inceneritore per un sopralluogo senza riscontrare anomalie.
















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