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Dipendenze patologiche Modena: il dibattito sulla nuova sede Ausl

L’approvazione della delibera per la concessione all’Ausl in diritto di superficie di un’area in via Nonantolana 1010 da destinare alla realizzazione della nuova sede del Servizio Dipendenze Patologiche (a favore Pd, Per me Modena, CambiaModena e FI, contro M5s e astensione di Sel e Ncd), nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 26 febbraio, è stata preceduta dall’intervento di alcuni consiglieri.

Andrea Galli, capogruppo di FI, ha evidenziato che “l’Amministrazione ci ha messo più di 20 anni a trovare una soluzione e molti consiglieri hanno sbeffeggiato la nostra richiesta di spostamento da via Sgarzeria. Con estremo ritardo oggi si arriva a una soluzione, con la collocazione del servizio in un immobile di proprietà del Comune, che poteva essere utilizzata a questo scopo molto tempo fa”. Anche Adolfo Morandi ha ricordato che il trasferimento del servizio “è stato sempre chiesto da FI: una sede di questo tipo, con caratteristiche ospedaliere, va nella direzione delle richieste fatte in passato. Non si tratta di un ghetto, ma di una struttura che ha caratteristiche di funzionalità per il recupero di queste persone e sarà vicina alla fermata degli autobus e facilmente raggiungibile in auto perché dotata di parcheggio”.

Mario Bussetti del M5s si è detto concorde sull’inadeguatezza dell’attuale sede di via Sgarzeria, “ma non siamo d’accordo sulla locazione della nuova sede, troppo lontana dal centro e difficilmente raggiungibile. Rappresenta una sorta di ghettizzazione di questi utenti, mentre il Servizio dipendenze patologiche è un servizio pubblico del sistema sanitario nazionale rivolto a persone che devono essere aiutate e non allontanate”. Il capogruppo Marco Bortolotti ha annunciato il voto contrario del M5s “perché non concordiamo con la posizione scelta per il nuovo centro. Il paziente ha necessità di essere messo al centro – ha aggiunto – e porlo in un contesto in cui a pochi metri di distanza finisce Modena significa non tenere a mente questa logica riguardo ai pazienti. Inoltre vanno tenuti in considerazione i centri e i residenti della zona perché una scelta di questo tipo ha un impatto che dovrà essere gestito”.

Antonio Carpentieri del Pd ha espresso la raccomandazione di “coinvolgere il territorio interessato, in particolare la zona Torrazzi, passando anche attraverso i Quartieri. Si tratta di un servizio che ha dato problemi alla residenza in via Sgarzeria – ha aggiunto – e potrebbe darne anche nella nuova sede, per questo è importante avere un rapporto con il territorio interessato”. Il capogruppo Paolo Trande ha evidenziato che “non esiste una situazione ideale, ma quella individuata rappresenta un buon punto di equilibrio tra le diverse esigenze. Tutti abbiamo sottolineato in passato che la sede di via Sgarzeria presentava problematicità, ma non è stato semplice individuare una sede logisticamente funzionale al servizio tenendo conto dei pazienti, dei lavoratori e dei residenti”.

Luigia Santoro del Ncd ha evidenziato che “una situazione andava trovata e finalmente ci si è riusciti anche se in ritardo. Non la trovo una soluzione perfetta perché in qualche modo emargina i pazienti del servizio, mentre bisognerebbe essere loro più vicini ed evitare di discriminarli. Si poteva trovare una struttura più integrata al resto dell’apparato sanitario”.

Antonio Montanini di CambiaModena ha espresso favore per lo spostamento del servizio, ma ha segnalato che “ci sono cittadini in allarme”. Il tema, per il consigliere “non è dove collocarlo, ma come: l’Amministrazione deve accompagnare lo spostamento con adeguati elementi di controllo e di prevenzione al degrado, per evitare che l’area degeneri. Chiedo inoltre – ha concluso – che venga fatto un confronto con i cittadini dell’area per tranquillizzarli”.

Anche per Marco Cugusi di Sel “la sede di via Sgarzeria era inadeguata per la tipologia della struttura e perché il servizio di tossicodipendenza va affrontato insieme alle altre dipendenze patologiche in un luogo di cura, in una struttura sanitaria integrata”. Il consigliere ha evidenziato la necessità di un “lavoro di preparazione, di ascolto e di orientamento che l’Amministrazione dovrà fare con la popolazione residente nell’ottica di far accogliere le persone in difficoltà”.
















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