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Bologna, gli studenti bloccano l’ingresso delle scuole all’insegna del rinominato “Ministero della Distruzione e del Taglio in Bilancio”

protesta-bo-27-2-15Oggi a Bologna, gli studenti hanno bloccato l’ingresso delle loro scuole con finti avvisi del rinominato “Ministero della Distruzione e del Taglio in Bilancio” che dichiaravano inagibilità e mancanza di fondi per pagare tutte le attività che devono essere svolte. Fin dall’orario d’entrata sono stati fatti picchetti, volantinaggi informativi, blocchi per comunicare a tutti anche il debito che il Miur ha cancellato con le scuole bolognesi per un totale di 1 milione e 300 mila euro.

“Questi finanziamenti – spiega in una nota il Collettivo Autonomo Studentesco Bologna – sarebbero serviti, dal 2006 ad oggi, a pagare docenti, personale ATA, materiali, laboratori e la ristrutturazione degli edifici. Invece i soldi sono stati presi dai fondi che ogni scuola ha, composti dai contributi volontari che ogni anno le famiglie versano per le iscrizioni. Questi contributi dovrebbero servire, secondo l’offerta formativa che regola gli istituti, a fornire una serie di attività di arricchimento dell’istruzione, come corsi di aggiornamento e formazione dei docenti, corsi di recupero o attività extracurriculari”.

“Nelle scuole private – chiarisce il Collettivo – i servizi sono completamente pagati dagli studenti, mentre le scuole pubbliche dovrebbero essere aperte e accessibili anche a chi ha problemi economici e non si può permettere di pagare i contributi volontari essendo l’istruzione un diritto fondamentale di tutti”.

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Verso le 9.00, un centinaio di studenti del collettivo Sabin si sono diretti verso il ministero dell’economia con un corteo a cui si sono aggiunti anche studenti solidali da altre scuole, attraversando il centro cittadino e comunicando senza sosta ai passanti le ragioni della protesta. Arrivati sotto il ministero, l’entrata è stata bloccata con nastro rosso e bianco e uno striscione che riportava la scritta “La scuola crolla, dove sono i fondi? I tagli non ci suonano bene! NO Buona Scuola!”.

Gli studenti con questa azione e con vari interventi hanno posto in maniera determinata il problema di come le risorse vengono investite in Italia. Perché i soldi ci sono, ma vengono utilizzati per finanziare grandi opere inutili come Invalsi, Tav o Expo, per cui sono stati stanziati miliardi e miliardi di euro; eppure lo Stato continua a dichiarare che è difficile trovare risorse per la scuola.

Dopo quasi un’ora di blocco gli studenti si sono mossi in un corteo spontaneo che si è concluso con un’assemblea in cui si è voluto sottolineare l’importanza della giornata e chiarire ancora una volta che “noi studenti non ci fermeremo e continueremo a lottare”. “L’11 marzo prossimo, in piazza verdi dalle 18, ci sarà un corteo per ricordare Francesco Lorusso, studente ucciso dalla polizia ingiustamente, cui è importante partecipare per continuare a tramandare una memoria di lotta militante”.

In fine – conclude il Collettivo Autonomo Studentesco di Bologna – “abbiamo anche rilanciato la mobilitazione No Invalsi che come ogni anno va a contestare la standardizzazione del sapere e le logiche di discriminazione tra scuole che questi test propongono. Per organizzare le prossime mobilitazioni ricordiamo che ci riuniamo ogni settimana di mercoledì al Dans la Rue (via avesella 5a) alle 17”.

 

 
















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