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L’Osservatorio Geofisico Unimore in merito alla nevicata del 5-6 febbraio

rami-cadutiL’inverno 2014/15 fino a qualche giorno fa è trascorso con temperature decisamente miti. Il mese di gennaio – secondo, gli esperti dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Unimore – Università degli Studi di  Modena e Reggio Emilia  – si è concluso con una temperatura media di 6.2°C a Modena presso la stazione storica dell’osservatorio situata sul torrione orientale del Palazzo Ducale, risultando il 4° più caldo dall’inizio delle osservazioni, preceduto solo dalle medie mensili del 2007, del 2014 e del 2008, nell’ordine i tre mesi di gennaio più caldi in quasi 185 anni di rilevazioni. “Va notato – commenta il meteorologo Luca Lombroso – come mai prima del 2000 si ebbe un gennaio caldo come quest’anno. La media di riferimento per la cronaca indicherebbe 3.3°C, dunque lo scostamento dalla media è di 2.9°C”.

Scarse le piogge nel mese, 12.4 mm. Dunque un mese di gennaio caldo ma con un comportamento nettamente diverso da quello dello scorso anno, caldo ma piovoso. Assente nel mese la neve, che aveva fatto solo una effimera comparsa, appena 2 cm, lo scorso 27 dicembre.

La neve in modo intenso mancava a Modena dall’episodio del  21-24 febbraio 2013, e come spesso accade in questi tempi si passa da un estremo all’altro: quasi due anni di assenza di neve, poi improvviso un fenomeno intenso.

Secondo i dati dell’Osservatorio Geofisico Unimore l’altezza di “neve fresca in 24 ore” a Modena città è risultata di 2 cm giovedì 5 febbraio e 32 cm venerdì 6 febbraio, la maggior parte caduti fra la notte e il primo mattino, determinando non pochi disagi. La breve “fioccata” di sabato 7 febbraio è classificata “non misurabile”. Al rilievo del dato ha collaborato come osservatore volontario Salvatore Quattrocchi, effettuando vari campionamenti secondo i metodi e le linee guida WMO e NOAA. La neve infatti è uno di quei parametri in cui è fondamentale l’occhio umano per l’osservazione, così come la nebbia, i temporali, la grandine e i tornado.

“Da un punto di vista climatico e storico – precisa Luca Lombroso – si tratta senz’altro di una nevicata copiosa e abbondante, ma negli ultimi anni ce ne sono state varie simili o più intense,  in particolare l’episodio del 6 febbraio 2015 presenta molte analogie con quello del 28 febbraio 2004, in cui caddero 40 cm di neve in poche ore”.

Altre nevicate copiose degli ultimi anni sono state quella di San Geminiano 2010, con 28 cm, il “blizzard” del 9-10 marzo 2010 con 36 cm totali, suddivisi in 10 cm il 9 e altri 26 cm il 10, e quindi, come tutti ricorderanno, il “nevone” del febbraio 2012, con complessivi 83 cm e un massimo giornaliero di 24 cm il giorno 1 febbraio. L’ultima abbondante nevicata risale al 21/24 febbraio 2013, con 43 cm in 4 giorni e un massimo di 25 cm il giorno 23.

Da quest’ultima nevicata la neve ha fatto la sua apparizione solo in modo fugace e debole e gli inverni 2013/14 e 2014/15, sono stati decisamente miti. “Paradossalmente – aggiunge Luca Lombroso – può essere proprio questo fattore che causa la notevole intensità delle precipitazioni: aria più calda e soprattutto mari più caldi del normale caricano di acqua precipitabile le nubi. Ed infatti il dato più rilevante della nevicata associata al ciclone tirrenico nevoso “Norbert” è l’equivalente in acqua della neve fusa tramite l’apposito pluviometro riscaldato dell’osservatorio, ben 50.5 mm il giorno 6, ovvero sono caduti 32 cm di neve che, in una nevicata “standard” ne avrebbero prodotto mezzo metro. Per opposto, la neve del febbraio 2012 era invece molto asciutta; gli 83 cm totali di neve  ebbero un “equivalente in acqua” di 43 mm”.

Spicca anche il totale di precipitazione in equivalente in acqua nei due giorni maggiormente perturbati, il 5 febbraio infatti erano caduti già 50 mm, dunque un totale di 100.5 mm. Dal 1830 mai era caduta, in febbraio tanta precipitazione idrica in due giorni.

Nulla di particolare invece da segnalare quanto a temperature, che durante l’intensa nevicata si sono mantenute di pochi decimi di grado sopra lo zero, che sono state all’origine della neve pesante. Coi rasserenamenti e il suolo innevato le temperature, complice anche l’ingresso di aria moderatamente fredda sono scese: oggi lunedì 9 febbraio si sono registrati -3.2°C in Piazza Roma, -6.9°C al Campus DIEF di via Vignolese e -7.7°C al Campus San Lazzaro di Reggio Emilia. “Sono valori indubbiamente sotto le medie stagionali – precisa Luca Lombroso – ma non certo anomali per la stagione. Si proseguirà così per qualche giorno, col sole diurno che spinge i termometri fino+ 6,+7°C”.

Quella dei giorni scorsi è stata una nevicata piuttosto particolare, che passerà agli annali dell’Osservatorio geofisico Unimore e a future “cronache delle grandi nevicate”.
















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