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PMI: export in crescita, Emilia Romagna 3a in Italia. Tra le prime 20 province anche Bologna, Modena e Reggio Emilia

export_salita“E’ ancora una volta l’export a sostenere artigiani e Pmi”, così Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna, commenta l’analisi del Centro Studi di Confartigianato relativa ai primi nove mesi del 2014. I primi tre trimestri dell’anno appena concluso sono infatti andati in archivio con i settori manifatturieri a più alta concentrazione cresciuti del 3,3%, performance doppia rispetto al totale export (+1,7%); in questi settori operano 243.218 imprese artigiane con 678.207 addetti, pari al 69,6% dell’occupazione dell’artigianato manifatturiero.

“In questo quadro l’Emilia Romagna continua a far registrare performance importanti, siamo terzi in Italia per contributo all’export nazionale – prosegue Granelli – e tra le 20 province con il peso maggiore troviamo ben quattro delle nostre: Bologna, Parma, Modena e Reggio Emilia. Servono però maggiori sostegni ad artigiani e pmi, per aiutarli a penetrare con ancora maggiore efficacia i mercati esteri. Siamo realtà piccole ma eccellenti, servono investimenti regionali e nazionali per far arrivare maggiori risorse finanziarie, necessarie per realtà con scarsa capitalizzazione”.

Il dato cumulato dei primi nove mesi del 2014 mostra che quasi un quarto delle esportazioni delle micro e piccole imprese proviene dalla Lombardia (24,5%), il 21,6% dal Veneto, il 13,3% dall’Emilia-Romagna e l’11,9% dalla Toscana; nel complesso queste regioni rappresentano il 71,4% dell’export manifatturiero delle MPI, pari a 53,8 miliardi di euro.

Focalizzando l’analisi alle otto maggiori regioni – che comprendono il 90,2% dell’export di micro e piccola impresa – la dinamica più accentuata dell’export nei primi tre trimestri del 2014, e superiore al dato medio, si riscontra in Piemonte (+5,5%), seguita dal Veneto (+4,4%), Friuli Venezia Giulia (+4,0%), Lombardia (+3,6%); le Marche, a seguito della maggiore esposizione sul mercato russo, è l’unica tra le maggiori regioni con una flessione dell’export (-1,3%).

Il dettaglio provinciale evidenzia che, nei primi nove mesi del 2014, il maggiore contributo alle esportazioni di MPI proviene dalla provincia di Milano con una quota dell’8,6% del totale export nazionale dei settori in esame; seguono con valori superiori al 3,0% le province di Vicenza (6,8%), Firenze e Treviso (entrambe con una quota del 5,1%), Brescia (3,3%), Arezzo (3,1%) e Verona (3,0%). Considerando il mercato di destinazione delle esportazioni MPI di queste province, si rileva che Verona è quella che mostra una più alta quota di export MPI destinata al mercato dell’Ue a 28 pari al 70,4%; seguono Brescia (66,4%) e Treviso (66,0%) mentre per le province di Vicenza (47,4%), Firenze (42,5%), Milano (36,5%) e Arezzo (24,2%) i mercati dell’Unione europea rappresentano meno del 50% dell’export MPI.

Analizzando la dinamica delle esportazioni delle prime 20 province per quota di export MPI sul totale nazionale – che nell’insieme rappresentano il 62,7% dell’export totale – si rileva, nei primi nove mesi del 2014, una crescita tendenziale (+4,3%) più intensa della media nazionale (+3,3%). Nel dettaglio, spicca Alessandria che registra la maggiore crescita dell’export MPI pari al 21,9%; seguono Como (+13,3%), Belluno (+12,6%), Firenze (+8,1%) e Parma (+7,4%).

 

EXPORT MANIFATTURIERO

Nei primi nove mesi del 2014 il valore delle esportazioni manifatturiere – che rappresentano il 96,0% del totale export nazionale – è pari a 282,5 miliardi di euro e registrano una crescita dell’1,7% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, pari a 4,6 miliardi di euro in più. l dettaglio si osserva che circa i tre quarti (74,5%) del totale delle esportazioni proviene da cinque regioni, in particolare: dalla Lombardia proviene il 27,9% delle esportazioni totali; seguita dal Veneto (13,8%), dall’Emilia-Romagna (13,7%), dal Piemonte (10,9%) e dalla Toscana (8,2%). Tra queste l’Emilia-Romagna registra, nei primi nove mesi del 2014, la maggiore crescita tendenziale dell’export (+4,2%), rilevando in termini assoluti l’aumento maggiore pari a 1,5 miliardi di euro; seguono il Piemonte (+3,3%), il Veneto (+2,7%), la Toscana (+1,9%) e la Lombardia (+0,8%). Considerando le rimanenti regioni si rileva che in termini relativi la Liguria registra, nel periodo considerato, la maggiore crescita dell’export pari all’11,9%; seguita da Marche (+7,5%) e Puglia (+6,7%). Di contro la Sicilia rileva la flessione più elevata (-14,4%), segnando in termini assoluti il maggiore calo delle esportazioni pari a 1,1 miliardi di euro.

Con specifico riferimento alle prime cinque regioni per quota di export si rileva che, ad eccezione della Toscana (43,9%), oltre la metà delle esportazioni di queste regioni è destinata ai paesi dell’Ue a 28, in particolare il 58,0% dell’export del Veneto e del Piemonte; il 54,9% dell’Emilia-Romagna e il 54,7% della Lombardia.

A livello provinciale i territori che contribuiscono in misura maggiore all’export manifatturiero nei primi nove mesi del 2014 sono Milano che rappresenta il 9,4% del totale export nazionale; seguono Torino (5,4%), Vicenza (4,2%), Brescia (3,7%), Bergamo (3,5%) e Bologna (3,1%). Tra queste, nei primi nove mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013, la provincia di Torino registra la maggiore crescita delle esportazioni pari al 5,8%, evidenziando un’intensità di oltre tre volte superiore alla media nazionale (+1,7%) e rilevando in termini assoluti l’aumento maggiore (+828 milioni di euro); seguono Bergamo (+4,6%), Bologna (+4,5%), Vicenza (+3,9%) e Brescia (+3,8%). Mentre la provincia di Milano mostra una lieve flessione (-0,1%).

Considerando nuovamente le maggiori province per quota di export si osserva che oltre i tre quinti delle esportazioni manifatturiere delle province di Brescia (63,5%) e di Bergamo (63,0%) è destinata al mercato dell’Unione europea a 28; seguono le province di Torino (54,8%), Vicenza (51,6%), Bologna (48,6%) e Milano (40,1%).
















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