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Fenomeni criminali in provincia di Modena: ricerca di Confcommercio-FfK Eurisko

fenomeni-criminali-presentAumenta tra gli imprenditori della nostra provincia la percezione di insicurezza, con particolare riferimento a furti, rapine, abusivismo. Sempre più imprese ritengono che la certezza della pena, unita ad una migliore protezione sul territorio da parte dei tutori dell’Ordine, siano leve fondamentali per migliorare i livelli di sicurezza delle nostre città. Sono alte le percentuali di chi dichiara di aver subito un taccheggio e la presenza di attività abusive e di negozi sfitti spiccano tra i fenomeni problematici segnalati dagli intervistati come fattori di insicurezza.

E’ questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’indagine condotta da Confcommercio con il supporto di GfK Eurisko, che ha analizzato i fenomeni criminali sofferti dalle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti. Questi i principali temi trattati dall’articolata indagine: la percezione sull’andamento della criminalità (furti, rapine, contraffazione, estorsioni, usura, tangenti negli appalti…), l’esperienza di criminalità, indiretta e diretta, le misure cautelative prese nei confronti del racket e della criminalità, le iniziative ritenute più efficaci per la sicurezza delle imprese, il fenomeno del taccheggio.

“Con la giornata Legalità mi piace – commenta Carlo Galassi, presidente provinciale di Confcommercio – vogliamo rimettere al centro un valore imprescindibile, come la legalità. Che va combattuta senza quartiere a partire dalla microcriminalità che minaccia troppe attività commerciali e da fenomeni come l’abusivismo e la contraffazione, che sottraggono all’economia pulita complessivamente quasi 20 miliardi di euro all’anno di fatturato”.

 

PERCEZIONE DELLA CRIMINALITA’

Rispetto alla percezione dei fenomeni criminali – con particolare riferimento a furti, rapine, estorsione e usura – il 60% degli intervistati ritiene che i livelli di sicurezza siano peggiorati negli anni dal 2008 al 2013. Un dato, questo, che deve fare riflettere, perchè è sensibilmente superiore alla media nazionale (47%). E che non fa che confermare la fotografia fatta la scorsa settimana da Il Sole24 Ore, che assegnava alla nostra provincia il 20° posto nel ranking nazionale delle città meno sicure. Va poi detto che per il 35% del campione la sicurezza è rimasta stabile, mentre solo per il 4% è migliorata.

CRIMINI PERCEPITI PIU’ IN AUMENTO

Circa i crimini percepiti più in aumento, i furti sono sul gradino più alto della classifica (per il 75% del campione), seguono l’abusivismo (per il 60%), la contraffazione (per il 52%), le rapine (per il 54%). Anche in questo caso c’è una corrispondenza tra percezione e reati avvenuti. Perché sempre stando ai dati elaborati dal Sole24 ore sul confronto tra 2012 e 2013, hanno avuti incrementi a doppia cifra i furti (+10,4%), le rapine (+19,1).

ABUSIVISMO E CONTRAFFRAZIONE

L’abusivismo è una vera e propria piaga, di cui è vittima soprattutto il mondo della ristorazione. Basti pensare che il fenomeno dei ristoranti in falsi agriturismo, dei bar-ristoranti in circoli culturali, dei bar-ristoranti in  circoli  sportivi-ricreativi e  delle finte  sagre  vale  nellla  nostra  provincia quasi 60milioni di euro: tutti esentasse! E questo spiega il motivo per cui Confcommercio ha promosso nelle scorse settimane l’attivazione di una mail dedicata (abusivismo@confcommerciomodena.it) a cui possono essere segnalate tutte le situazioni di esercizio abusivo di attività, non solo nel mondo della ristorazione. Sul fronte della contraffazione, invece, è il settore della moda a soffrire di una concorrenza sleale che è in aumento anche nei nostri territori. I numeri elaborati a livello nazionale dalla Federazione Moda Italia sono impietosi: il volume d’affari nazionale del falso nel solo settore della moda è pari a circa 2,2 miliardi, mentre a livello locale recenti stime parlano di almeno 15milioni di euro.

LE PROBLEMATICHE DEL TERRITORIO

I problemi maggiormente presenti nell’area in cui gli intervistati esercitano la propria attività sono soprattutto l’esistenza di venditori e attività abusive (52%), i negozi sfitti (48%), la presenza di nomadi (48%), lo spaccio di droga (14%). Quello dei negozi sfitti è un problema che la crisi ha ulteriormente accentuato, con la conseguenza che anche aree considerate di pregio ne sono colpite. Come ha dimostrato un recente monitoraggio condotto sul centro storico di Modena, dove sono più di 120 i locali vuoti.

LE INIZIATIVE PIU’ EFFICACI PER GARANTIRE SICUREZZA

Anche nella nostra provincia aumenta la richiesta di protezione sul territorio da parte dei tutori dell’Ordine, indicata dal 69% degli intervistati l’iniziativa più efficace per contrastare la criminalità. Rispetto alla media nazionale è poi più elevata la quota di chi attribuisce efficacia alla certezza della pena (64% contro il 58%). Poco più di un quinto del campione indica infine nelle azioni adottate dagli enti locali – come il vigile di quartiere – la strategia per avere più sicurezza.

COME SI PROTEGGONO LE IMPRESE

Per proteggere la propria impresa dalla criminalità, il 22% è assicurato, il 16% ha un servizio di vigilanza privata e il 9% di è dotato di vetrina corazzata, mentre il 42% degli intervistati dice di aver adottato un impianto d’allarme o di videosorveglianza. A tale proposito ci preme sottolineare che non tutti gli impianti hanno la stessa valenza: sulla base di un protocollo di intesa siglato da Confcommercio con il Ministero dell’Interno sono infatti identificate le caratteristiche degli impianti che, collegati con la centrale operativa delle Forze dell’Ordine, possono agevolare queste ultime nello svolgimento di attività investigativa.

LO SPORTELLO SICUREZZA E LEGALITA’

“Nell’ottica di contribuire con ancora maggiore efficacia ed in piena sintonia con il lavoro delle Istituzioni, alla difesa di un caposaldo imprescindibile come la legalità – conclude Carlo Galassi – integrando l’esperienza succitata in tema di abusivismo, daremo vita, nelle prossime settimane ad uno sportello, che raccoglierà segnalazioni da parte del mondo imprenditoriale in materia di fenomeni illegali e che noi trasmetteremo in modo sistematico agli organi preposti”.

 

“L’indagine che presentiamo oggi – conclude Claudio Furini, direttore generale di Confcommercio – dimostra, una volta di più, che non ci sono isole felici e che l’illegalità rappresenta non solo un fattore di insicurezza urbana, ma un elemento di grande concorrenza sleale nei confronti delle nostre imprese. Una concorrenza resa ancora più intollerabile in un contesto di crisi perdurante, a causa del quale nei primi 9 mesi dell’anno abbiamo perso ulteriori 285 attività commerciali”.

 

Nella foto: Massimo Malpighi, Carlo Galassi, Claudio Furini e Gianfranco Bellegati

 

 

 

 

 
















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