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Poletti (Lapam Moda): “Made in Italy da tutelare. Ma non (solo) a parole”

lavoro-commessa“Nella manovra economica, al momento, sono stati introdotti 160 milioni di euro per la tutela del Made in Italy. Questa è senz’altro una buona notizia per i settori, come la Moda, che maggiormente sono trainati nel mondo dall’essere ‘fatti in Italia’ appunto. Ma questi quattrini devono essere spesi non soltanto per i ‘soliti’ grandi marchi e per le grandi imprese (che, tra l’altro, non sempre lavorano principalmente nel nostro Paese), ma anche per sostenere le piccole e medie imprese che, rimangono a produrre in Italia. Nel distretto carpigiano ne sappiamo qualcosa”.Federico Poletti, presidente Lapam Confartigianato Moda, commenta il dibattito in corso sulla manovra economica riguardo il tema del ‘Made in Italy’. “Nei giorni scorsi abbiamo appreso quello che, in realtà, già sapevamo, ovvero che ‘Made in Italy’ è un brand conosciutissimo e molto apprezzato ovunque. Addirittura, secondo una recente ricerca, questo marchio è il terzo più conosciuto nel mondo. Parafrasando il Presidente del Consiglio, all’estero c’è molta sete di Made in Italy e l’apprezzamento è generale; possiamo dire che questo è un patrimonio preziosissimo, che nessuno può intaccare. Allora dobbiamo far sì che ci sia più prodotto italiano per i mercati internazionali e, per farlo, occorre sostenere concretamente anche le piccole e medie imprese”.

Poletti, poi, allarga il tiro: “Parlando di marchi dobbiamo tornare sull’Unione Europea e sulla certificazione del ‘Made In’ a livello europeo appunto. Il semestre italiano sta volgendo al termine, occorre che l’Italia acceleri su questo passaggio fondamentale per la manifattura del nostro Paese e, naturalmente, per la Moda. Sappiamo bene che Stati Uniti, Cina, Giappone, tanto per stare sulle principali economie, tutelano il ‘Made In’, mentre l’Europa, a causa di frenate da parte di alcuni grandi paesi, non lo fa. Per l’Italia e, in genere, per chi produce sul territorio merce di altissima qualità, e tra queste il tessile abbigliamento ha una parte rilevante, il riconoscimento del ‘Made In Europeo’ è fondamentale. Ci aspettiamo che il Governo si occupi di questo, che vuol dire ridare competitività alle nostre imprese e, quindi, creare posti di lavoro”.

 
















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