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A Rivalta il 1°Trofeo di Reggio Emilia. Torneo di Calcio a 5 con atleti normodati e diversamente abili

Calcio-Veneto_azioneUn nuovo torneo, un’altra occasione per portare lo sport oltre le differenze. Con questo scopo sabato 15 novembre nella palestra di Rivalta si gioca un quadrangolare di calcio a 5 insolito, perchè porta sul campo squadre con atleti normodotati e diversamente abili con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo dello sport per l’integrazione.

Il 1° Trofeo Città di Reggio Emilia è organizzato in collaborazione con la lega Calcio UISP e con il patrocinio della Fondazione per lo Sport di Reggio Emilia.

Il torneo raduna sul campo della nuova palestra di Rivalta due delle squadre FD (For Disable) presenti in Italia, Torino FD e Asd Calcio Veneto FD onlus a cui si uniscono due società locali: l’Usd Virtus Bagnolo con una formazione di giocatori diversamente abili e la Polisportiva Sabbionese con una squadra di atleti normodotati.

Il torneo si svolgerà in mattinata a partire dalle ore 10.00 con premiazioni per le 13.00.

L’idea è venuta a Daniele Braglia, atleta nato e cresciuto ad Albinea e oggi in prima linea con la maglia del Torino FD nella promozione dello sport per disabili.

Daniele si allena con la Polisportiva Sabbionese, dove gioca nel campionato di calcio a 11 UISP, ed è nella rosa della Nazionale Disabili Fisici.

Dal 2011 milita nella squadra granata dove ha ripreso a giocare da professionista dopo che un brutto incidente, avuto nel 1999 in motorino, gli provocò la paralisi del braccio.

«Tornare a giocare mi ha aiutato a riprendermi la mia vecchia vita. Sul campo – sostiene l’atleta granata – siamo tutti uguali e lo siamo anche fuori, ma in Italia c’è bisogno di uno sforzo in più per rendere lo sport accessibile a tutti».

In Italia infatti sono poche le società con disabili fisici e mentali. Il Torino FD è l’unica a essere affiliata a una squadra professionistica. Sono in molti a reclamare la creazione di una serie FD (For Disable) con l’impegno da parte delle società professionistiche di A e B.

Una decisione che avrebbe di certo un grande impatto mediatico, ma che forse non risolverebbe comunque il problema dei tanti “esclusi” in cerca di un campo vicino a casa e di una squadra in cui esprimere il meglio di sé.
















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