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Da Sassuolo a Milano in visita a Pinacoteca Ambrosiana, chiesa di Santa Maria in San Satiro e Basilica di Sant’Ambrogio

sassuolo-milanoL’Associazione Culturale Forum U.T.E. di Sassuolo informa che sono ancora disponibili alcuni posti per la gita di domenica 16 Novembre 2014 a Milano con visita alla ricchissima alla Sala Federiciana della Biblioteca Ambrosiana e alla Sacrestia del Bramante nel complesso di Santa Maria delle Grazie in cui è allestita  l’esposizione Codex Atlanticus con alcune delle pagine dell’omonimo codice di Leonardo da Vinci.

Ideata fin dal 1607 e costituita nel 1618, la Pinacoteca Ambrosiana doveva servire, nell’intenzione del fondatore Federico Borromeo, di sussidio e di modello a una futura Accademia di belle arti per la formazione e l’educazione del gusto estetico, in conformità ai dettami del Concilio di Trento.
L’Accademia fu difatti istituita nel 1621, e primo presidente fu il pittore Giovan Battista Crespi detto il Cerano. La nuova istituzione, agli inizi, ebbe vita fiorente: vi aderirono architetti, pittori e scultori insigni, quali il Biffi, il Mangone, il Procaccini, il Morazzone, Daniele Crespi, il Nebbia; ma più tardi decadde, finché, nel 1776, cessò di esistere.
Rimase, però, e si sviluppò sempre di più la Quadreria, che lo stesso cardinale Federico aveva descritto nel volume il Musaeum del 1625, e che annoverava già opere di Raffaello, Leonardo, Luini, Tiziano, Caravaggio, Brueghel, il meglio dell’intera raccolta tuttora esistente. All’epoca della donazione del 1618, si contavano circa 250 dipinti tra originali e copie (una trentina); ora si contano più di 1.500 opere su tavola, su tela e su rame. Fanno parte di questa collezione: la Galleria Resta, o galleria portatile, cosiddetta perché riunita in un volume di grande formato e comprendente 248 disegni di vari maestri con alla testa Raffaello; il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci con i suoi 1750 disegni di carattere tecnico-scientifico e il grande cartone di Raffaello raffigurante la Scuola d’Atene (m 8,04 x 2,85), acquistato dal cardinale Federico per l’Accademia, che presenta alcune piccole varianti rispetto all’affresco vaticano della Stanza della Segnatura.
Tra i dipinti più famosi della Pinacoteca Ambrosiana vanno segnalati: il Musico di Leonardo, la Canestra di frutta di Caravaggio, il Ritratto di dama di Giovanni Ambrogio De Predis, la Madonna del padiglione di Botticelli, il Presepe di Barocci, l’Adorazione dei magi di Tiziano, la Sacra Famiglia di Bernardino Luini, il Fuoco e l’Acqua di Brueghel.
Unito alla Pinacoteca è anche il Museo Settala, uno fra i primi d’Italia, fondato dal canonico Manfredo Settala (1600-1680), ed entrato all’Ambrosiana nel 1751. È una specie di museo di storia delle scienze con varie curiosità di ogni tempo.
Nel corso del ‘900 la Pinacoteca ha subito una serie di ristrutturazioni dovute essenzialmente agli ampliamenti dell’edificio e al danno inferto dai bombardamenti del 1943. Si ricordano, quindi, i lavori del 1905-1906, eseguiti sotto la direzione di Luca Beltrami, Antonio Grandi e Luigi Cavenaghi; quelli degli anni 1932-1938, sotto la guida di Ambrogio Annoni; il riassestamento del 1963 curato dall’architetto Luigi Caccia Dominioni per finire con l’attuale riordino compiuto negli anni 1990-1997.

Seguirà la visita alla Chiesa Santa Maria in San Satiro, per ammirare la celebre e illusionistica prospettiva bramantesca.

L’illusione è perfetta. Si entra nella chiesa di Santa Maria in San Satiro, a Milano, e pare che, dietro l’altare, ci sia un grande spazio, un profondo coro rettangolare, ornato da colonne e decorazioni. Invece no, non è così: è solo un’affasciante “architettura dell’inganno”, un’illusione ottica di cui fu artefice l’architetto rinascimentale Donato Bramante che, in soli 97 centimetri, riesce a “comprimere” prospetticamente i ben 9 metri e 70 centimetri previsti nel progetto iniziale, cambiato in corso d’opera, al quale Bramante non volle rinunciare, seppur ricorrendo a un magnifico trompe-l’oeil.
e per finire visita alla medievale Basilica di Sant’Ambrogio capolavoro del romanico lombardo e ai suoi tesori d’arte.

Edificata tra il 379 e il 386 per volere del vescovo di Milano Ambrogio, fu costruita in una zona in cui erano stati sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane. Per questo venne dedicata ai martiri ed era chiamata Basilica Martyrum: lo stesso Ambrogio voleva riporvi tutte le reliquie dei santi martiri Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio. Sant’Ambrogio stesso vi venne sepolto e da allora cambiò nome, assumendo quello attuale.
Nel IX secolo, subì importanti ristrutturazioni volute dal vescovo Angilberto II (824-860), il quale fece aggiungere la grande abside, preceduta da un ambiente sovrastato da volta a botte, sotto il quale si svolgevano le funzioni liturgiche. Nello stesso periodo, il catino dell’abside venne decorato da un grande mosaico ancora esistente, il Redentore in trono tra i martiri Protasio e Gervasio e con gli arcangeli Michele e Gabriele, corredato da due episodi della vita di Sant’Ambrogio.
Al ciborio, di epoca ottoniana, vennero aggiunti quattro fastigi con timpano, decorati con stucchi nel X secolo ed ancora eccellentemente conservati. Sotto il ciborio venne collocato l’Altare di Sant’Ambrogio, capolavoro dell’oreficeria carolingia, in oro, argento, dorato, pietre preziose e smalti, quale vistoso segnale della presenza delle reliquie dei santi, collocate al di sotto dell’altare stesso e visibili da una finestrella sul lato posteriore.
La basilica ha preso il aspetto definitivo tra il 1088 e il 1099, quando, sulla spinta del vescovo Anselmo, venne radicalmente ricostruita secondo schemi dell’architettura romanica, di cui divenne uno dei più importanti modelli. Venne mantenuto l’impianto a tre navate (senza transetto) e tre absidi corrispondenti, oltre al quadriportico, anche se ormai non serviva più a ospitare i catecumeni, ma come luogo di riunione.
Il tiburio fu aggiunto verso la fine del XII secolo e fu ricostruito, con la particolare conformazione esterna caratterizzata da gallerie con archetti su due registri sovrapposti, a seguito di un crollo.
Inizialmente furono i Benedettini ad occuparsi dell’amministrazione della basilica e fu per loro conto che Donato Bramante nel 1492 ottenne l’incarico di progettare la nuova canonica, ricostruendo alcune parti del monastero e risistemando la disposizione delle cappelle nella chiesa. I Benedettini rimasero sino al 1497 quando vennero sostituiti dai Cistercensi dell’abbazia milanese di Chiaravalle, che promossero numerose iniziative culturali come ad esempio l’apertura al pubblico della grande biblioteca monastica.
La situazione rimase pressoché invariata sino al 1799 quando, dopo i fermenti della Rivoluzione Francese, la Repubblica Cisalpina decise di sopprimere il capitolo della basilica ed instaurarvi un ospedale militare. Al termine della dominazione napoleonica e con la restaurazione austriaca, la chiesa venne riaperta al culto ed il capitolo dei canonici venne ripristinato.
Pesantemente colpita dai bombardamenti anglo-americani del 1943, che distrussero soprattutto la parte esterna del portico, danneggiandone la cupola, il mosaico alle spalle dell’altare ed altre parti esterne, la basilica fu ricostruita e restaurata negli anni ’50, riportandola al suo antico splendore.
Recenti ricerche archeologiche nell’area accanto alla basilica, iniziate nel 2005 e collegate ai lavori di scavo per la costruzione di un parcheggio sotterraneo, hanno permesso di scoprire una novantina di tombe riconducibili al cimitero dei martiri, posto al di fuori delle mura romane, di eta’ tardo romana (IV – V secolo d.C.).

Viaggio andata e ritorno a Milano in pullman – pranzo libero.

P A R T E N Z E

da Sassuolo, piazzale Risorgimento, ore 6.30
da Modena, piazzale della Motorizzazione Civile, ore 6.45

Le visite guidate saranno condotte da Luca Silingardi, storico dell’arte.

Per informazioni e per la P R E N O T A Z I O N E   O B B L I G A T O R I A (entro e non oltre le ore 20 di Venerdì 14 Novembre) Danira Guidetti Calabrese 348 5495475
















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