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Modena: no alla violenza dal tavolo cattolico-islamico

Una ferma condanna di ogni violenza praticata in nome di Dio, l’affermazione netta che “tutte le più importanti autorità musulmane del mondo hanno fermamente condannato il cosiddetto ‘califfato irakeno’ come assolutamente estraneo all’Islam” e un richiamo forte all’esperienza sviluppata a Modena in oltre dieci anni di cammino comune tra cristiani e musulmani, di dialogo all’insegna della cultura della pace. Sono i contenuti principali di una dichiarazione congiunta del Tavolo cattolico-islamico di Modena che la presidente del Consiglio comunale Francesca Maletti, in occasione della Giornata del 27 ottobre dedicata, appunto, al dialogo cristiano-musulmano, ha letto in aula oggi, giovedì 23 ottobre, in apertura di seduta.

“Il tema è di particolare attualità e tragicità  – ha sottolineato la presidente – sia per le guerre che caratterizzano numerosi paesi del Medio Oriente e del Nord Africa sia per gli atti terroristici, come l’assalto al Parlamento canadese, che gettano un’ombra di inquietudine in tutto il mondo occidentale”.

Il documento sottolinea che di fronte a questi avvenimenti l’atteggiamento non deve essere di  “rassegnazione, ma di impegno rinnovato e consapevole per la pace”. Per i promotori del Tavolo la prospettiva è quella del rispetto reciproco: “Mai il Cristianesimo e l’Islam sono stati per noi giustificazione di violenza o anche solo di diffidenza. Al contrario, la consapevolezza di svolgere la nostra vita sotto lo sguardo di Dio, ci ha sorretto nel tentativo comune di offrire alla città di Modena una testimonianza di pace. Testimonianza sincera e quindi efficace, perché fatta non di parole o proclami, ma di comune amicizia e di stima vicendevole”.

Il documento richiama gli otto convegni diocesani organizzati a Modena e i tanti momenti di incontro e condivisione, per poi sottolineare la ferma condanna dell’Isis da parte delle autorità religiose islamiche (in particolare lo studioso e predicatore turco Fethullah Gulen, presidente degli Ulema, che ha definito l’Isis il “nemico numero 1” dell’Islam sottolineando come i musulmani ne siano le prime vittime), così come le parole di Papa Francesco che in Albania, proprio per testimoniare la convivenza pacifica tra cristiani e musulmani, ha affermato: “Nessuno pensi di potere farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione! Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita e alla libertà religiosa di tutti!”.

Il documento, inoltre, ricorda che “la violenza diffusa in Medio Oriente sta cancellando la presenza delle Chiese dai luoghi dove ha avuto origine il cristianesimo” e sottolinea che il conflitto è “anzitutto interno all’Islam e le prime vittime della guerra sono gli stessi musulmani, uomini, donne e bambini innocenti”.

L’appello conclusivo è rivolto ai cittadini di Modena, quale che sia la loro convinzione religiosa, affinché si uniscano “consapevolmente al nostro impegno, che è di natura anzitutto spirituale”. Il richiamo è alla preghiera: “Ci aiuterà a non cedere alla rassegnazione e infonderà in tutti noi uno slancio rinnovato, vigoroso e creativo, per continuare a elaborare insieme una cultura di pace”. Con una citazione finale riservata ai libri sacri delle due fedi: la lettera ai Romani per il Vangelo (“Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, siate in pace con tutti”), un passo del profeta Mohammed per il Corano (“Un arabo non è migliore di un non arabo e un non arabo non è migliore di un arabo e una persona bianca non è migliore di una persona di colore e una persona di colore non è migliore di una persona bianca, tranne nella devozione”).
















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