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Debacle frutta, Cia Modena: “Così le imprese non possono reggere”

frutta_7“Nel secondo trimestre del 2014 i prezzi pagati ai produttori sono calati del 4,8 per cento, con valori medi del -12,2 per cento per gli ortaggi, ma con punte molto più elevate con verdure come la bietola che, ad esempio, nel 2013 veniva pagato in media 0,93 euro al chilogrammo, mentre nel 2014 si è scesi a 0,67. Peggio ancora le lattughe: l’iceberg è passata da una media di 1,17 a 0,84 e la gentilina verde addirittura da 1,26 a 0,73. Ma c’è stata anche una flessione pari al 10,8 per cento per il vino, erodendo qualunque margine di redditività. Continuando con questo trend, molte aziende potrebbero non superare l’anno”. Lo afferma Cristiano Fini, presidente della Cia di Modena, in merito ai dati diffusi dall’Istat “che confermano una situazione purtroppo già nota a noi imprenditori agricoli”.
“Le imprese agricole già lottano con la crisi, il calo dei consumi interni e il maltempo che continua a colpire le campagne portando danni e complicazioni -spiega Fini- ma soprattutto gli agricoltori sostengono costi che, in particolar modo in questa fase recessiva, non sono in alcun modo compensati dal prezzo corrisposto per la vendita”. Tra marzo e giugno, infatti, sono ancora diminuiti i listini alla produzione di quasi tutte le colture, con crolli anche per la frutta (-8,9 per cento), i cereali (-9,1 per cento) mentre sono cresciute le spese per proteggere o “curare” i campi dagli effetti dell’andamento climatico anomalo di quest’anno.
“E’ chiaro, però, che la situazione non può continuare in questo modo -evidenzia Fini – gli agricoltori sono titolari di un’impresa produttiva come qualsiasi altra, che immette sul mercato un bene (in questo caso primario visto che si tratta di alimentazione), ma deve avere un utile per sopravvivere. Per questo oggi servono precise strategie per far fronte alle criticità, partendo dalla questione della distribuzione del valore lungo la filiera che così non è più sostenibile”.
















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