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Turismo, un’estate da dimenticare in Appennino. Lapam: “Cali dal 30 al 50%”

“Il pienone? Solo nel ponte di Ferragosto. Per il resto questa è un’estate davvero da dimenticare…”. E’ amaro il commento alla stagione turistica in Appennino di Romana Pollacci, Segretaria Zona Frignano Lapam Confartigianato. Il calo di presenze è stato molto brusco, alberghi e ristoranti fanno registrare cali da un minimo del 30 fino a un massimo del 50% rispetto alla passata stagione. “Il calo è marcato ed è dovuto principalmente al fatto che nel nostro Appennino c’è un turismo cosiddetto ‘di vicinato’, ovvero di famiglie o comunque di chi vive in città distanti tra un’ora e mezza e due rispetto ai luoghi di villeggiatura. Penso a Modena, Bologna, Reggio Emilia, Ferrara, Firenze, Livorno, Pistoia, Lucca… oltre a chi è immigrato e ha conservato la seconda casa. Il tempo, decisamente brutto, ha portato molti a rinunciare a venire o comunque ha fatto scegliere periodi brevi. Oltre a questo dobbiamo mettere in conto la crisi che, naturalmente, è molto pesante e che si ripercuote sia sui giorni di presenza che su quanto si spende in vacanza: non si rinuncia a uscire a cena fuori, ad esempio, ma sempre più spesso si prende una portata in meno o comunque c’è grande attenzione ai costi”.
Un quadro a tinte fosche che Pollacci completa con altri dati prima di passare alla proposta: “Il tasso di ricambio dei turisti nel nostro Appennino è molto basso: ogni cento turisti che non vengono più ve ne sono soltanto cinque ‘nuovi’. E’ evidente che, di questo passo, i cali continueranno e il turismo sulle nostre montagna è destinato a divenire residuale”.
Lapam Confartigianato presenta alcune idee per rilanciare: “E’ necessario dare una ‘vocazione’ al nostro Appennino e comunicarla al meglio. Penso all’escursionismo e alla Mountain Bike, che già ora sono prodotti di punta per chi viene nelle nostre zone, che vanno comunicati in Italia (non solo nelle città più vicine) e all’estero presso i possibili clienti. Ad esempio in Germania, dove c’è grande attenzione a questo tipo di turismo a contatto con la natura, ma anche in altri Paesi europei. Un altro aspetto su cui puntare è quello che lega enogastronomia e cultura e poi è indispensabile mettere in rete (veramente!) il nostro territorio: in fondo un turista che viene sul nostro Appennino dall’estero o da lontano è comunque a pochi chilometri di distanza dal patrimonio Unesco di Modena, dai musei legati al mito Ferrari, dalle rinomate acetaie e via discorrendo”.
Romana Pollacci conclude: “Come Lapam crediamo fortemente nel nostro Appennino, lo dimostrano gli incontri culturali che da decine di anni proponiamo per i cittadini e i villeggianti. Solo quest’estate abbiamo promosso appuntamenti a Pavullo, Polinago, Sestola, Montecreto, Pievepelago, Riolunato e Fanano. Ma per la svolta necessaria serve davvero l’aiuto di tutti”.

 
















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