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Reggio: Cgil, Cisl, Fials e Fsi riguardo la gara di appalto dei trasporti ordinari del Santa Maria

SantaMariaNuova“Tutto l’appalto del servizio dei trasporti ordinari è stata un’operazione fallimentare fin dal principio. Un’operazione che tende a risparmiare semplicemente ricorrendo a una gara al massimo ribasso. L’unico risultato sarà quello di creare nel cuore della sanità reggiana lavoratori di seria A e di serie B. In un settore delicato come la sanità è un azzardo il cui conto rischia di ricadere in primis sui cittadini”. È questa la posizione di Cgil, Cisl, Fials e Fsi riguardo la gara di appalto dei trasporti ordinari del Santa Maria.

“Il nostro giudizio – riprendono i sindacati – trova un sostegno ancora più forte dal fatto che, come abbiamo appreso dalla stampa, l’ospedale Santa Maria si è costituito in giudizio contro una delle aziende che avevano partecipato alla gara. Un altro spreco di soldi in un’operazione che sarà un boomerang per l’organizzazione e la qualità del servizio sanitario reggiano. Ci sono servizi, come la sanità, dove riteniamo fondamentale tutelare la qualità del servizio pubblico”.

Cgil, Cisl, Fials e Fsi condividono l’obiettivo di razionalizzazione dell’azienda (l’appalto secondo l’azienda, dovrebbe portare a un risparmio di 214mila euro), ma non i metodi.

“Non approviamo – riprendono dalle organizzazioni sindacali – il criterio del massimo ribasso, soprattutto quando è adoperato in settori così sensibili come quello della nostra sanità. E soprattutto quando questo significa diminuzione dello stipendio dei lavoratori a tempo indeterminato e precari mandati a casa. I dipendenti del servizio dei trasporti ordinari oggi sono circa 20: di questi 7 sono precari e, se il servizio sarà esternalizzato, vedranno cosi negata loro la possibilità di vedere prorogato il loro rapporto di lavoro a tempo determinato e di essere progressivamente stabilizzati con un contratto a tempo indeterminato ( sedotti e bidonati). Siamo d’accordo sul fatto che l’azienda debba risparmiare ma questo deve essere fatto razionalizzando i servizi, non facendo entrare in ospedale lavoratori che, meno tutelati e dei colleghi assunti dal servizio pubblico, facciano le stesse cose”.

 
















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